Rivista Anarchica Online


pensiero femminile

Jineologia

di Norma Santi


Nata cinque anni fa nell'ambito del movimento delle donne libere curde, la jineologia è entrata a far parte del pensiero di emancipazione e di una resistenza esistenziale e politica.


Nata nel 2011, è una scienza o paradigma della donna, creata dal movimento delle donne libere curde e sviluppatasi nel movimento di liberazione del popolo curdo.
All'interno di questi movimenti, in questi anni si è discusso di tematiche quali donne e scienze sociali, economia, storia, politica, demografia, etica ed estetica. Attiviste libertarie, socialiste e democratiche senza stato, anarchiche, femministe, organizzazioni ed associazioni di donne, fianco a fianco, sono state protagoniste e partigiane di una resistenza esistenziale e politica. Dal 1987, le donne curde si sono autorganizzate e hanno maturato esperienze, hanno rielaborato teorie e pratiche intellettuali, politiche e sociali di autodifesa e alcune fasi sono state significative nella lotta allo stato e al fascismo.
Nel 1993 hanno costituito l'Unità di Autodifesa delle donne (YPJ); nel 1996 hanno teorizzato, pratiche e metodi per l'emancipazione dal sistema patriarcale; dal 2000 si sono costituite le organizzazioni sociali e politiche fuori dalla forma gerarchica del partito. Alcuni metodi sono stati introdotti poi nella Carta del Rojava del 2014 come ad esempio la presenza costante di una donna.
Le assemblee, i consigli, il federalismo, le accademie e le cooperative sono nate e si sono sviluppate in questo contesto culturale, politico e sociale. Economia, filosofia, tecnologia giocano un ruolo importante perché su tali scienze si fondano le sfere cardine di una società. Nel mese di gennaio 2016, con l'acuirsi dell'aggressione militare da parte dello stato turco e del tiranno Erdogan, sostenitori dell'Isis, le donne hanno fondato le Unità di Autodifesa civile (YPS-J) in alcune città del Bakur (kurdistan turco), create per proteggere i civili nelle zone di resistenza attaccate dall'esercito turco.

Conferenza di Colonia

Nel 2014 si è tenuta un'importante Conferenza di jineologia a Colonia, in Germania, che ha visto la partecipazione e il confronto tra donne provenienti da diverse parti del mondo. La jineologia ha attinto dalla critica radicale al pensiero scientifico positivista ottocentesco neocoloniale, eurocentrico e androcentrico su cui, purtroppo, è stato strutturato la maggior parte del pensiero del XX e XXI secolo. La differenza biologica maschile e femminile stabilita dalla scienza che ha attribuito alla donna una “natura” maggiormente sensibile e all'uomo una “naturale” aggressività e violenza, è stata usata dal dominio per creare un sistema di pensiero.
Nella scienza dominante, infatti, nella storia della cultura di massa, i sovrani hanno radicato il proprio potere e, di fatto, dall'estensione del pensiero maschile sono state create le scienze sociali classiste. L'implemento di queste scienze, nel corso dei secoli, ha portato a risultati devastanti per la natura e la società, al militarismo, al sessismo, al nazionalismo, alla caccia alle streghe, allo sviluppo della tecnologia bellica per il controllo della società e degli individui attraverso i vari stati che danno diritti e libertà solo sulla carta.
L'etica e l'estetica sono state spinte fino alla negazione dell'esistenza sociale e individuale delle donne che hanno fatto proprie, attraverso la jineologia, una finalità libera, la ricerca, la relazione duale soggetto-oggetto, i ruoli tra conoscenza, potere e scienza che sono state le sfere cardine del dominio. Del resto quando la scienza è usata nella relazione esistente tra conoscenza e dominio, tra stato e gerarchie, è forse possibile individuare la conoscenza?
Etimologicamente jineologia deriva da jin, una parola curda che significa donna derivante a sua volta da jian che significa vita e da logia, dal greco, conoscenza. Il termine jineologia lo troviamo per la prima volta scritto nel 2003 nel libro di Öcalan La sociologia della libertà. È stato un passo in avanti per il movimento delle donne libere curde, ma tali argomenti riguardano intere società in ogni parte del mondo. Da sempre il ruolo storico delle donne libere è stato strumentalizzato e trasformato da positivo a negativo e viceversa.

Inanna, Tiamat, Lilith e consapevolezza di genere

La prima rottura di genere è avvenuta attraverso il mito, orale e scritto, parte integrante del nostro immaginario; nato nella cultura umana è stato oggetto di studio in ambito colto, scientifico e filosofico. Alcuni studi archeologici e letterari sulle civiltà neolitiche in Europa e nei paesi del mediterraneo, hanno fatto risalire i miti mesopotamici di Inanna, Tiamat e Lilith al III e II millennio a.C. Nel periodo neolitico l'organizzazione economica e sociale, incentrata sul ruolo della donna, è stata in seguito repressa.
Inanna, Tiamat e Lilith, pur avendo avuto ruoli di potere, sono state ribelli nei confronti del dominio e ancora oggi sono sconosciute alla cultura di massa, società del consumo e dell'informazione. Inanna è stata il simbolo del ciclo della vegetazione e delle stagioni. Il suo mito è fatto risalire ai sumeri, ma in realtà ha un'origine più antica. Le statuine arrivate fino a noi l'hanno ritratta con prosperosi fianchi e seni, simbolo del ciclo stagionale, del ritmo della natura e dei suoi mutamenti, la ricchezza e la trasformazione del grano. Inanna è conosciuta per la sua discesa negli inferi alla ricerca della sorella Ereshkigal, simbolo del letargo invernale e della morte. Inanna aveva ricevuto in dono le Tavole del Me o dei destini in cui erano racchiusi i principi di civilizzazione e destini dell'intero cosmo.
Con questo dono Inanna, divenuta protettrice della sua città Uruk, durante il suo viaggio negli inferi, ha superato sette cancelli; a ognuno di questi le è stato chiesto di abbandonare le sue vesti finché, nuda, aveva trovato sua sorella. Risalita dagli inferi, per liberarsi dalla terra del giudizio, Inanna ha superato un'altra prova, trovare qualcuno che periodicamente andasse al suo posto a visitare lo spazio dell'inferno. Tornata nella città di Uruk trovò il suo amante che comandava la città. Inanna allora scelse lui, simbolo della fertilità.
Babilonesi e assiri identificarono Inanna con Ishtar, la “bella donna” e la trasformarono in simbolo di ogni cosa e seduttrice. Nella mitologia babilonese è Tiamat a detenere la Tavola dei Me. Ti etimologicamente è vita e Ama è madre, conosciuta come Thalatte Mare. Tiamat, simbolo delle acque salate e Apsu, delle acque dolci, generarono dei figli. Apsu, durante un litigio, venne ucciso da uno dei suoi eredi e Tiamat per vendicarlo li sfidò. Il figlio Marduk la ucciderà con tre frecce mortali che la colpirono al cervello, al cuore e all'utero. Dal corpo di Tiamat si è formato il mondo, la terra ed il mare. Marduk ha conquistato da Tiamat la Tavola dei Me. Nella genesi biblica Lilith è nata insieme ad Adamo ma si rifiutò di sottomettersi a lui e, pronunciando infuriata il nome di dio, lasciò il paradiso di propria iniziativa; non avendo toccato l'albero della conoscenza, Lilith non è stata condannata alla mortalità. Nei suoi viaggi ha incontrato e si è accoppiata con demoni e ha generato dei figli e generazioni di Jinn, geni. Il più celebre nella cultura di massa è il genio della lampada di Aladino.

Dogmi e religioni

Le religioni in epoche più recenti hanno tratto dal mito personaggi e storie, hanno trasformato la loro narrazione e creato dogmi. La nascita della religione ha determinato un'altra, importante, seconda, rottura di genere. Le istituzioni religiose e politiche hanno utilizzato il mito per creare paura, dominio e sottomissione, oppressione e gerarchie nell'eterna lotta del bene e del male, l'analfabetizzazione dei poveri e il controllo delle ricchezze.
Gli ziqqurat sumerici sono stati i templi in cui hanno cominciato ad istituzionalizzarsi le gerarchie. Il sacerdote ha monopolizzato il sapere e le ricchezze e ha istituzionalizzato lo stato, l'esercito permanente, la proprietà privata e l'inizio di una società divisa in classi.

Amargi e volontà

Amargi è stata la prima parola conosciuta di un linguaggio umano per indicare il termine libertà, in senso letterale “ritorno alla madre”, ed è comparsa proprio nell'antica Sumer intorno al 2300 a.C. Il mito è nato dall'immaginario comune ed è stato espropriato. Immaginario, volontà e libertà sono stati oggetto di studio del conformismo omologante, alieno e totalizzante, manipolati attraverso l'educazione, il senso di colpa e il dovere.
Il patrimonio culturale è stato trasformato in credenze, superstizioni e gerarchie e le sue distorsioni sono diventate oggetto di propaganda e sono diffuse dai media della cultura di massa.
La jineologia ha creato un paradigma alternativo, ha attinto dalla storia e dal pensiero libertario per rompere gli argini creati intorno all'esistenza sociale delle donne in tutte le sue dimensioni, dalla critica all'interpretazione sistematica di tutte le strutture della conoscenza che riguardano l'esistenza sociale, la storia, l'umanità e l'universo.
La rivoluzione delle donne curde ha giocato un ruolo importante nella cultura di liberazione dei popoli dallo stato e dalla religione.

Norma Santi