Rivista Anarchica Online


alle lettrici, ai lettori

BuonA lettura

Questo numero di “A” si apre con una riflessione di Andrea Papi sull'Europa, sulla fortezza Europa, proseguendo il discorso sviluppato sullo scorso numero da Carlotta Pedrazzini e Nicholas Tomeo. Si constata il fallimento completo dei bei propositi iniziali, a partire tra l'altro dalla “gestione” della questione migranti, affrontata da Maria Matteo e da alcuni attivisti No Border presenti in tre luoghi-simbolo dei confini europei: l'isola di Lesbo, Calais e Ventimiglia. Sono questi ultimi a raccontarci delle battaglie, delle difficoltà quotidiane, anche delle possibili ambiguità che il loro ruolo di concreta solidarietà comporta.
A due paesi europei, mediterranei e del Sud Europa come l'Italia, son dedicati due specifici focus: Juan Pablo Calero Delso dalla Spagna e Giorgio Papayannis e Fotis Kanevas dalla Grecia riferiscono della situazione politico-sociale nei rispettivi paesi. E delle lotte antinucleari in un altro paese europeo, la Francia, ci racconta Sébastien Bonetti dalla Casa della Resistenza in cui abita e lavora nella regione della Lorena.
Dopo il sottoattraversamento TAV a Firenze (“A” 405, marzo 2016) e i conti in tasca ad Expo (“A” 406, aprile 2016) continua il nostro interessamento critico per le Grandi Opere così care al governo Renzi. Questa volta ci occupiamo del ponte sullo stretto di Messina, e lo facciamo con un articolo-quadro e poi un'intervista a due attivisti No Ponte realizzata da Pippo Gurrieri, da vari decenni attivo nei movimenti oltre ad essere redattore del mensile “Sicilia Libertaria”. Grazie a Pippo, sui prossimi numeri di “A” usciranno anche un approfondimento sul MUOS e uno sul No Triv. E di altre Opere più o meno grandi ci occuperemo prossimamente.
All'India, al terzo posto nella classifica delle economie a livello globale, è dedicato il reportage di Mirko Orlando. Il suo sguardo (anche fotografico) ci parla però di un'altra India, decisamente meno “avanzata”.
Nel clima di assoluta sudditanza al Vaticano dei mezzi di comunicazione italiani, ci piace segnalare la quarta puntata dello spazio “controsservatorio Giubileo”, curato da Francesca Palazzi Arduini. Abbiamo già avuto modo di osservare come sia del tutto solo italiana questa funzione di grancassa della Chiesa svolta da giornali, radio, tv, praticamente all'unisono. Già una critica moderata al papa e alla politica della chiesa è, nel nostro bel paese, una rarità. Figuriamoci una rubrica come quella di Francesca, che della critica in particolare al ruolo svolto dal signor Bergoglio fa il proprio punto qualificante. In un paese nel quale la critica allo strabordante clericalismo da tempo è quasi scomparsa, restiamo tra i pochissimi a viaggiare anche in questo campo in direzione ostinata e contraria. A volte ci pare di essere proprio soli.
Curiosa e interessante la testimonianza di un tatuatore anarchico che, collegandosi al primo scritto in assoluto apparso su “A” sull'argomento (“A” 402, novembre 2015), ripercorre la storia di quest'arte. Altri segni particolari sono i graffiti dei detenuti nelle celle di Palazzo Ducale a Venezia.
La scomparsa di Umberto Eco ha provocato un cordoglio unanime e il consueto florilegio di aneddoti, lodi sperticate, “un giorno mi confessò” e cose simili. Felice Accame esce dal coro e analizza il ruolo di Eco “tra cultura e quattrini“.
Un'ultima annotazione, triste. È morto a Milano Enrico Maltini, 77 anni, un anarchico che ha dedicato la propria attività per quasi mezzo secolo alla ricerca della verità su tante violenze di Stato e in particolare su piazza Fontana e l'assassinio in questura di Giuseppe Pinelli. Un suo ricordo a p. 121. Pubblichiamo alcune carte di polizia, da lui forniteci, sull'interesse del controverso Ufficio Affari Riservati del Ministero degli Interni per la nostra rivista nel 1970 e 1971, a cavallo dell'uscita del primo numero. Quando Enrico ce le ha passate, non c'era alcun sintomo di quel che a breve sarebbe successo.
E queste sono solo alcune delle cose che trovate in questo numero.