Nuovi
fuochi dagli Inzirli
Una lingua minoritaria o minorizzata come il Friulano
o il Sardo, il Corso e tante altre è più libera
e liberatoria di qualsiasi lingua di stato, appunto perché
non ha uno stato dietro ad imporla e tramandarla. Usare il
friulano è essere neri in un mondo di bianchi, donne
in una società di maschi padroni e preti bigotti, nomadi
in un mondo di stanziali, punk, gay e tutto ciò che
di minoritario va contro il ben pensare della maggioranza
cogliona e pecorona. Impariamo ad amare le diversità
partendo dalla nostra e prendendo tutte le altre dentro di
noi. Usiamo il friulano e spingiamolo nel futuro. Chissà,
forse non ne rimarrà nulla, ma di sicuro avremo aumentato
la complessità e la ricchezza, di noi stessi in primo
luogo e del mondo intero....
Si legge sulla presentazione, proprio come su quelle dei normali
cd: Cè voluto un po di tempo, ma
alla fine il cd raccolta degli Inzirli è arrivato
.
Mah, il mercato discografico di questo cd non sentiva la mancanza.
E meno male.
Meno male che di queste polpette avvelenate il bel pubblico
giovanile che affolla le pagine estive dei giornali, indeciso
tra MTV On the beach e i vestitini di marca non in svendita,
nemmeno sospetta lesistenza.
Inzirli (significa vertigine nel Medio Friuli)
mica è roba da tutti. È stato un esperimento
lungo anni di cantina che si è sempre ed accortamente
mantenuto sotterraneo nonostante i numerosi concerti.
Attivo nella prima metà degli anni Novanta, il gruppo
è partito da grandissime passioni hardcore e dallattrazione
per certa new wave abrasiva per approdare a un audiopanorama
tutto suo, irto di pungiglioni sonori e ritroso alle carezze
della bella gente.
Un esperimento, dicevo, che si è improvvisamente illuminato.
La formula è semplice, ma se maltrattati (come spesso
è successo e succede
) gli ingredienti non prendono
vita, oppure prendono vite diverse (come è successo
ad un altro gruppo di cattivi, i Detriti).
Mescolate Fugazi, Hüsker Dü e Black Flag (e cioè
quanto di meglio è passato sotto la puntina dei nostri
vecchi giradischi) e cacciate fuori dalla vostra bocca urla
di sfiga e frustrazione, pazzia e sogni, delusioni e sbattimenti.
Inzirli è materiale infiammabile punk che parla/urla/singhiozza
in lingua Friulana. Il primo. Lultimo.
I quattro si sono ritrovati tra le mani una miscela sonica
esplosiva, e si sono messi giustamente a fabbricarne bombe
in forma di vinile autoprodotto (un 7 omonimo, laltro
a distanza breve con la complicità di Blu Bus, qualche
comparsata su qualche raccolta, molti concerti dal vivo nelle
situazioni più assurde e precarie). Poche cose se volete,
ma è tutta roba buona, naturale, e dal gusto particolare
e del tutto sincero.
Il gruppo è durato poco, un volo breve abbattuto da
una simbolica fucilata (il furto degli strumenti), ma più
probabilmente dal veleno di polemiche superrivoluzionarie.
Storia vecchia già sentita, questa. Troppe volte. Questo
cd/raccolta degli Inzirli mette insieme le loro cose già
conosciute, i brani dei dischi e delle compilation, più
due o tre cose registrate dal vivo in maniera approssimativa
(ma che danno comunque piuttosto bene lidea della luminosità
e del calore di quelle performance) e un pezzo registrato
in cantina (la musica) a cui è stato recentemente aggiunto
il cantato.
Nessuna messa da morto. Nessuna celebrazione. Inzirli è
una storia passata, non una storia vecchia. Che leco
del loro suono accenda nuovi fuochi in mille cantine.
Le storie degli Inzirli sono scritte in un libretto scritto
col cuore e soprattutto con tanta testa ed altrettanta sincerità
da Max Mauro, che del gruppo era il cantante, un frontman
dallaspetto assai improbabile ma dallenergia e
simpatia smisurati.
Nel libretto sono scritte storie piccole, simpatiche e tristi,
ricordi dei bei momenti di pura follia, le grossissime risate
da far sternutire il cuore, le cronache dal pseudopalco del
centro sociale e dallautogrill.
Non si tratta di un altro libro di seghe mentali di ex punks
invecchiati, piuttosto una serie di flash sulle cose
che possono capitare a qualsiasi gruppo e altre che potevano
capitare solo a questo. Nessuna rivendicazione, ma un
modo semplice per capire che la scintilla si può accendere
in ogni cantina.
Per star bene, ma proprio bene, secondo me cd e libretto vanno
presi assieme come certe medicine: non solo musica, non solo
idee.
Il cd è distribuito da Radio Onde Furlane (via Volturno,
29 33100 Udine, tel. 0432 530614, e-mail ondef@friul.it).
Tecnicamente parlando, è una bella realizzazione, graficamente
ben fatta e progettata, che comprende tutti testi (tradotti
in italiano ed in inglese) e numerose immagini.
Il libretto va richiesto a Snait, via Bariglaria 271 33100
Udine (e-mail snait67@hotmail.com
oppure snait@operamail.com).
Marco Pandin
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