Horst Fantazzini, in semilibertà
dopo 37 anni di prigionia, ebbe lidea di rapinare una
banca il 19 dicembre scorso (2001) armato unicamente
di un cutter. Avrebbe tentato la fuga in bicicletta. Senza riuscirvi,
perché fu bloccato e arrestato insieme al suo complice.
Morì in carcere cinque giorni dopo, la sera di Natale;
lautopsia richiesta dalla famiglia riscontrò un
aneurisma aortico addominale. Non aggiungerò
altre parole per commentare la violenza cieca dello stato, che
ad unavventura infantile, o comunque come diavolo altro
si voglia chiamare, risponde con il massimo della repressione
possibile.
Quello che segue è un omaggio, scanzonato, ironico come
sapeva esserlo Horst.
Nessuna apologia, nessun vittimismo.
No comment sul suo gesto, del resto avrebbe dovuto parlarne
lui e non lha fatto.
I miei occhi vedevano negli ultimi tempi, soltanto un uomo con
gravissimi problemi di salute, non lavrei mai ritenuto
adatto per andare a rapinare una banca. Evidentemente,
cè chi non ha considerato questo aspetto.
Troppe cose sono state dette, spesso a vanvera, soprattutto
da chi non ha avuto la benché minima parte nella vita
di Horst. Avvoltoi che si sono cibati della spettacolarizzazione
della sua fine (ma non solo di questo), per farne una bandiera
che coprisse le loro miserie pseudo-politiche e i loro vuoti
esistenziali.
Allora, perché non ricordarlo con i segni e con i colori?
Non era forse un artista, non solo sulla carta... ma anche nella
vita!
Quando lidea di una mostra di arte postale itinerante
che accompagni la prossima uscita del libro omonimo
ha cominciato a prendere corpo e centinaia di inviti hanno viaggiato
sulle ali della posta, nel giro di alcuni mesi sono arrivati
i contributi di 97 artisti da tutto il mondo, ancora, mentre
sto scrivendo questo pezzo, ne stanno arrivando...
Mi commuove il fatto che da Mosca si sia mobilitato un gruppo
di nove artisti, tutti giovanissimi.
Mi piace pensare, che se Horst fosse ancora vivo, ma vivo lo
è ancora più di tanti... avrebbe catturato
tutte queste immagini per il suo computer. Si sarebbe divertito
come un matto a guardarsele, sorridendo sornione. Non perché
gli piacesse di essere al centro dellattenzione (un po
si), ma perché aveva un senso estetico e un piacere per
le immagini grandissimo.
Ma la cosa più straordinaria è che quasi nessuno
di questi artisti conosceva Horst, eppure hanno colto tutti
nel di/segno. Anzi, in alcuni casi sono andati oltre...
Dal Wisconsin, Malok mi manda limmagine di un cutter (quando
nellinvito per liniziativa si parlava unicamente
di pistole giocattolo)! Jean Toche di New York inventa un racconto
con una descrizione accurata della casa di Horst. Bene, nel
suo racconto ci mette anche un libro di Albrecht Dürer
(in effetti, lultimo libro che avevamo comperato e che
stava sul tavolo del tinello il giorno dellarresto)!
Da County Donegal, Irlanda, il musicista e poeta Barry Edgar
Pilcher mi fa prendere un mezzo accidente: nellimmagine
è raffigurato lui... ma ha un bel paio di baffoni e un
cappellino: è il sosia di Horst dei tempi migliori! Stento
a capire se si tratta di una vecchia foto del tricheco oppure
è uno scherzo dei cromosomi celtici. La seconda che ho
detto.
Horst bandito = bambino, con le orecchie da topolino, così
raccontano le immagini di Claudio Parentela e del francese Daniel
Daligand; con il cappello sbarazzino per lolandese Genootschap
Rolf Soesman, con una pistola ad acqua forse prestata dallo
svizzero Andrea Pagnacco; con un progetto per fabbricarsi una
coloratissima quanto improbabile pistola giocattolo secondo
Anna Finetti; con tante idee preistoriche (siamo ormai alla
pittura rupestre) ma nessuna molto fortunata secondo Elle Pi
Kappa; con il tratto ingenuo e schizzato di AskAlice Art Net
da Pasadena, con laffermazione unavventura
quasi infantile della brasiliana Maria Georgina Faddul
Biafora, e di tanti altri.
Una pedalata vi seppellirà!!!, è questo
il grido patafisico dei Troglodita Tribe... Horst pedalava,
e voi sparavate....
Eugen Galasso scherza sulla bolognesità di
Orst che senza lacca tedesca pare proprio
inoffensivo. Antonio Lombardo si rammarica che non abbia preso
una strada diversa, scappando via dallItalia.
Horst bandito = bicicletta, e qui le fantasie più ardite
su questo mezzo di libertà prendono forma, Manuel Ruiz
Ruiz narra di segnaletiche obbligatorie che conducono allarresto;
Birger Jesch piange una bici sottacqua ormai persa; State
of Being produce una bicicletta che se la ride da sola; per
Kelichi Nakamura di Tokio la bici è un semplice segno;
per laustraliano Cornelius Vleeskens la bicicletta è
ferita ma lascia tracce (una A cerchiata) sullasfalto;
Libera Carraro ed Elsa Emmy dicono che la bicicletta ha un suo
valore e un suo pregio artistico, per Ivano Vitali la bicicletta
è vitale e produce comunicazione e momenti di lotta,
mentre Doriano Rota ricorda che le orme delle ruote di una bici
possono calpestare lidea delle banche.
Horst bandito = gentleman, un po maleducato così
come racconta Eberhard Janke, scanzonato questo è certo
e Zav Albatroz gli mette nella testa la luna e in mano un mazzo
di fiori per le ragazze»... diavoletto, come dice
Keith Bates, avventuriero picaresco dice Emilio Morandi, oppure
raffinato dandy come racconta Martin H. W. Hornshuh. Però
il bandito ha anche una certa età, e forse anche la barba
lunghissima come quella di Matusalemme, e... andando in bicicletta,
pedalando pedalando con fare dignitoso, gli rimane il malloppo
impigliato nella barba: cos ci spiega Markus Steffen.
Horst bandito = fine tragica e non ce lo dimentichiamo, nella
pittura di Salvatore Corvaio, di Alexander Fichtner, di Sissi
De Martin e di altri. Altro segno, altri colori, più
lievi, nella pittura iperrealistica straordinaria dellartista
catalano Antoni Mirò, che accosta la parola bandito
non ad Horst, ma al presidente Bush!
Horst bandito = volo di libertà, è il canto di
Elisabetta Oneto, che mette le ali alla bicicletta; una creatura
alata nel quadro di Marco Terroni; in Brasile come un angelo
sensuale onirico lo disegna Helena Roncari, altrove viene visto
da Marta Bosch, pedalando sulle nuvole verso il Circolo Polare
Artico... dalla Finlandia con amore, Kimmo Framelius spiega
che Horst non è solo, cè anche la sua compagna
e tenta di descriverci (lui pelato, lei con i capelli lunghi
con la frangetta... ma chi glielha detto?).
Tragica fine, mistero fitto, come nei tarocchi, nella splendida
incisione dellegiziano Badr El Din Awad Badr.
Ant Porka, con il tratto fine del fumettista, immagina uno scontro
tra il bandito (questa volta armato sul serio, ma sempre in
bici) e un furgone della polizia.
Pablo Sixto Nuñez, dallArgentina, ci fa sapere
che le cose vanno proprio male per colpa delle banche, che sarebbero
da svaligiare tutte!
Gli artisti che non ho ricordato, compariranno comunque nel
catalogo che verrà realizzato presto.
Ringrazio Marianna e Beniamino Vizzini della rivista Tracce,
Luisa Mondo e Rino De Michele per il loro sostegno. Questo è
solo linizio del progetto. Con la mostra itinerante, abbinata
alla presentazione del mio libro, anche le indispensabili cene
di sottoscrizione (per il progetto stesso), letture di poesie,
cabaret, concerti di musica, ecc. più la proiezione del
film Ormai è fatta!, tutto questo muoverà
un sacco di energie positive e continuerà spero
per un lungo periodo dal prossimo anno.
Per ricordare insieme Horst Fantazzini nel modo migliore possibile.
Patrizia Pralina Diamante
|