Premio Tenco
Lultima edizione del Premio Tenco, svoltasi a Sanremo
dal 24 al 26 ottobre scorso, aveva come specificità le
traduzioni degli autori italiani di testi stranieri importati
stavolta non da distributori commerciali ma semplicemente da
conoscenze, gusto e passioni musicali. Aggiungiamoci senzaltro
che il tema, prettamente letterario, ha assunto una tematica
altra a causa degli ultimi preoccupanti scenari guerraioli internazionali.
Una sorta di valore aggiunto in grado di creare una corrispondenza
e un arricchimento delle culture con un contributo sostanziale
per la universalizzazione/globalizzazione dei popoli e delle
culture.
Il convegno parallelo ha suscitato un buon interesse
e
qualche stravaganza: come nel caso di Enrico Medail che ha citato
Daniele Silvestri al Tribunale della Poesia accusandolo di vilipendio
nei confronti dellArte poetica e di oltraggio nei confronti
di Arthur Rimbaud e di Leo Ferré, perché la sua
traduzione del brano On nest pas sérieux
quand on a dix-sept ans contenuto nellalbum Ferré,
lamore e la rivolta dei Têtes de Bois non
è stata ritenuta fedele alloriginale. Molto suggestiva
è stata inoltre la proiezione dellopera rock teatrale
di Tito Schipa Jr, Orfeo 9. Realizzata circa trentanni
fa, lopera di stampo ambientalista fu la prima della piccola
serie italiana diventata successivamente film a cui parteciparono
tra gli altri anche Renato Zero e Loredana Berté come
attori. I due dischi di Duilio Del Prete su Jacques Brel (questanno
inoltre ricorre il ventennale della morte) e di artisti vari
su Sergio Endrigo invece li segnaleremo più avanti sulla
rubrica Non (solo) per cantare.
La (grande) musica se lè potuta gustare immediatamente
il solito folto pubblico presente in sala, non quello più
numeroso di casa, quello no, non deve distrarsi
dalle operazioni tr(i)onfi varie
Alla stessa stregua,
il lavoro della troupe televisiva di Rai 2 vedrà la luce
in qualche improvvisa notturna televisiva di questinverno
per le solite minoranze, occasionali o di nicchia,
comunque non informate.
Vale la pena ricordare che i riconoscimenti della rassegna si
suddividono in premi e targhe. I premi, che sono un riconoscimento
alla carriera e vanno per lo più ad artisti stranieri
cui si riconosce una finalità culturale nellambito
della propria attività, sono andati questanno allo
scozzese Donovan, al newyorchese Arto Lindsay, allo spagnolo
Enrique Morente e al brasiliano di Salvador de Bahia, Gilberto
Gil, fresco Ministro alla Cultura nel primo governo di sinistra
della storia della Repubblica del Brasile. Le targhe, divise
per categorie, sono invece assegnate ad artisti italiani relativamente
agli album pubblicati nellultimo anno (il periodo considerato
va dal 1° settembre al 31 agosto dellanno successivo);
a votare sono circa 150 giornalisti musicali. Daniele Silvestri
è stato il più votato nella categoria del miglior
album con il suo Unò-duè mentre il
sempreverde Enzo Jannacci ha realizzato il miglior brano con
Lettere da lontano scritta insieme al figlio Paolo.
I migliori interpreti sono stati i romani Têtes de Bois
con il disco interamente dedicato al poeta e cantante anarchico
Leo Ferré, Ferré, lamore e la rivolta,
invece la categoria del miglior disco desordio se lè
aggiudicata Sergio Cammariere per Dalla pace del mare
lontano. Infine Davide Van De Sfroos ha realizzato il
miglior album in dialetto,
e semm partii.
Questi artisti, insieme agli altri invitati, Vinicio Capossela,
Roberto Vecchioni, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Tosca, Moreno Veloso,
Radiodervish, Mauro Pagani, Luca Carboni, Andrea Sisti, Bobo
Rondelli, Stefano Bollani, Oliviero Malaspina, Luca Faggella,
oltre a presentare le proprie canzoni, hanno tradotto e interpretato
Atahualpa Yupanqui, Jacques Brel, John Lennon, Bob Marley, Juan
Manel Serrat, Don Mc Lean, Tom Waits, Claude François,
Charles Trenet, Michelle Lagrande, Leo Ferré, Donovan.
Stefano Starace
Ritorno a Salvia
Giovanni Passanante, nato a Salvia di Lucania, il diciassette
novembre 1878, nei pressi del largo Carriera Grande a Napoli,
aveva tentato, armato di pugnale, di uccidere il re Umberto
I di Savoia. Il colpo sferrato dal giovane, però, non
andò a segno e la lama si conficcò nella gamba
del primo ministro Cairoli, accorso prontamente in difesa del
sovrano. Il povero rivoluzionario fu condannato a morte prima
ancora che il processo fosse istruito. Lo stesso re, però,
commutò la pena capitale in quella dei lavori forzati
a vita: Una punizione commentava in una nota lonorevole
Bertani più atroce della morte che consiste in
una lenta agonia. Nessuno può negare la sua colpa e,
per quanto grave, non può esistere una punizione più
dura di queste. Non è un castigo, è una vendetta
peggiore del patibolo. Sepolto in una cella sotto il livello
del mare, nel buio totale e legato ad una catena di diciotto
chilogrammi di peso, come una bestia, marcì in galera
per il resto della sua breve vita, costretto a cibarsi dei propri
escrementi e a stare disteso. Morì nel 1910 nel manicomio
criminale di Montelupo Fiorentino, senza rivedere mai più
la sua terra dorigine. A Salvia di Lucania fu imposta
una ingiusta e vessatoria clausola per riparare al torto perpetrato
dal suo cittadino, Giovanni Passanante. Da allora, il paesello
lucano in provincia di Potenza ha assunto il nome di Savoia
di Lucania. Leccessiva clemenza per chi torna dopo molti
anni sul suolo patrio, trascinandosi dietro non solo polemiche
e veleni, ha, giustamente, risvegliato nella cittadinanza del
paese lucano il diritto di tornare allantico nome di Salvia.
In effetti, se deve esserci perdono, che ci sia perdono per
tutti. In quel gesto, accaduto oltre un secolo fa, Passanante
espresse tutta lavversione di gran parte del popolo per
la casa sabauda. Fu così che leco del gesto fece
il giro della penisola al grido di viva Passanante.
Lo stesso poeta Giovanni Pascoli scrisse una Ode a Passanante,
vedendosi tributare come riconoscimento letterario
una condanna a quattro mesi di carcere. In fin dei conti, i
cittadini chiedono solo la fine di un balzello che non ha più
motivo dessere, per tornare ad essere il paese del baccalà
con peperoni secchi, del buon vino e dei cavatelli ad otto dita,
piuttosto che lemblema delle punizioni sabaude. I salviani
chiedono, inoltre, che la crudeltà nei confronti di una
storia ormai sepolta abbia fine, così come deve terminare
la persecuzione dei pochi resti del Passanante, esposti a Roma
piuttosto che tumulati nel cimitero natìo. Nel Museo
Criminologico, infatti, sono esposti il cranio e il cervello
dellanarchico lucano, la cui testa fu decapitata in pieno
ventesimo secolo per metterla in bella mostra, come monito per
le future generazioni. Visto che il rientro della casata sabauda
è imminente, e visto che sarà inevitabile il loro
passeggio per Roma, sarebbe opportuno che i Savoia ed i poveri
resti di Passanante evitassero di incontrarsi.
Fabio Amendolara
Sabato
25 gennaio, un lungo serpentone composto da alcune migliaia
di persone prevalentemente anarchici provenienti
da tutta Italia ha attraversato il centro di La
Spezia, in occasione di una manifestazione antimilitarista
promossa dallAssemblea antimilitarista e antiautoritaria
tenutasi a Modena, con ladesione di decine di gruppi
e iniziative libertarie, tra le quali anche la nostra
rivista e il circolo Pasquale Binazzi della
Spezia attivissimo nellorganizzazione pratica
del corteo. Nelle foto (fatteci avere dagli anarchici
del Binazzi) alcuni aspetti della manifestazione.
|
|