Dossier. Il dossier
di copertina è dedicato, questa volta, alla strage
di piazza Fontana e all’assassinio di Pinelli. Roba vecchia,
di 36 anni fa: ne abbiamo parlato e riparlato tante volte in
questi quasi 35 anni di vita di “A”. Anzi, possiamo
dire che la nostra rivista sia nata (poco più di un anno
dopo quegli avvenimenti) proprio sull’onda lunga della
mobilitazione e della campagna di controinformazione sulla “strage
di stato”.
Una parte degli articoli che trovate in questo dossier sono
rielaborazioni di scritti già pubblicati in passato su
“A”. Ormai la storia è quella, risaputa ma
sempre importante da ricordare.
Tra le cose nuove, segnaliamo l’intervista
che apre il dossier: la sintesi di una lunga chiacchierata
nel suo ufficio ai piani alti del Palazzo di Giustizia di Milano
con il giudice Guido Salvini – che ha avuto un ruolo importante
nelle indagini che negli anni ’90 hanno riguardato piazza
Fontana & dintorni. Trenta e più anni fa Salvini
era attivo nel movimento anarchico milanese, nell’ambito
del Movimento Socialista Libertario (MSL) aderente alla Federazione
Anarchica Italiana. Era un gruppo presente soprattutto in campo
studentesco e in particolare al liceo Manzoni: tra i suoi componenti
ricordiamo Michele Serra (recentemente ci siamo incontrati e
ci ha ricordato quando veniva in redazione a ritirare le riviste
da distribuire a scuola) ed Enrico Mentana…
Una ben più lunga intervista allo stesso Salvini esce
nella nuova edizione del volume “Bombe e segreti”
di Luciano Lanza, edizioni Elèuthera, di cui pubblichiamo
la premessa dello stesso Lanza.
Bombe. A proposito di bombe e segreti (di
Pulcinella). Nuovi pacchi-bomba, o meglio lettere-quasi bomba
hanno ripreso a viaggiare per l’Italia. Rivendicazioni
anarchiche o meglio, come a volte (ma non sempre) precisano
i mass-media, anarco-insurrezionaliste.
Che cosa ne pensiamo, lo abbiamo già scritto più
volte. Qui di seguito pubblichiamo (condividendolo) il testo
del comunicato emesso dagli anarchici di Reggio Emilia e precisamente
dalla locale Federazione aderente alla Federazione Anarchica
Italiana: la Fai, appunto. Lo stesso acronimo provocatoriamente
usato nelle rivendicazioni di queste azioni facendo riferimento
ad una fantomatica Federazione Anarchica Informale. Ma lasciamo
la parola ai nostri amici e compagni reggiani, noti –
per la loro “fedeltà alla linea” –
come i “bulgari” del movimento anarchico.
Vecchi
arnesi
per nuove provocazioni
La
FAI reggiana (Federazione Anarchica Italiana), in merito
ai recenti pacchetti e alle rivendicazioni di Bologna e
Parma:
- evidenzia il fatto che non appena parte il conflitto
(vedi la questione “legalità” a Bologna)
arrivano puntuali come un orologio svizzero le bombette
telecomandate dei sedicenti e presunti anarco-insurrezionalisti;
- ricordando che la provocazione politica opera durante
il conflitto per depotenziare e criminalizzare i movimenti
di opposizione e che la lotta dei senza casa, dei precari,
dei lavoratori e degli autorganizzati ha sempre fatto
a meno sia degli utili idioti che degli idioti utili
al servizio della reazione, denuncia come qualsiasi
ipotesi terroristica sia funzionale ai poteri per consolidare
nuove forme di dominio e di repressione;
- ribadisce che l’anarchismo sociale si fonda
sui percorsi collettivi pubblici e conflittuali, a partire
dal lavoro e dalla società, puntando a creare
spazi di libertà, solidarietà e autogestione;
- rileva con preoccupazione l’accostamento sistematico
delle lotte sociali – dove gli anarchici sono
presenti e radicati – a fatti di stampo malavitoso
guidati da logiche provocatorie;
- denuncia la natura grave e infamante dell’attribuire
questi fatti ad una sigla che allude a quella della
FAI – Federazione Anarchica Italiana;
- invita i media alla correttezza di informazione in
merito.
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Bilancio. Questo numero copre i mesi di dicembre
e gennaio, quindi chiude il 35° anno di vita di “A”.
Il prossimo, datato “febbaio 2006”, uscirà
dalla legatoria intorno al 23 gennaio.
Come di consueto, a fine novembre abbiamo chiuso il bilancio
annuale di “A”. Da alcuni anni, per evitare costi
inutili, lo spediamo esclusivamente a quanti – tra gli
abbonati sostenitori e i diffusori – ce lo chiedono.
Sul prossimo numero ne daremo conto in maniera sintetica. Possiamo
fin d’ora anticipare che le cose non vanno per il meglio.
Anzi. Dopo anni di vacche relativamente grasse (grazie anche
alla buon’anima di Fabrizio De André)
ci aspettano tempi duri.
Ne riparliamo la prossima volta.
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