Rivista Anarchica Online


movimento

Dall’identità all’identificazione anarchica
di Marco Gastoni

 

Il coordinamento tra anarchici richiede sforzi considerevoli, ma può essere l’unica strada che consenta di moltiplicare energie insufficienti evitando dispersioni.

 

Questa riflessione prende spunto da un precedente articolo, al quale vi rimando, pubblicato sul n. 315 della rivista “A” dove, in estrema sintesi, si intendeva stimolare un dibattito sull’identità anarchica, sperando che ciò potesse portare a nuove forme di ascolto, confronto e coordinamento, utili alla definizione di un progetto organico e coerente di miglioramento della nostra società su basi dichiaratamente anarchiche. A distanza di quasi un anno da quel primo stimolo, mi permetto di continuare a sviluppare il tema sperando, ora come allora, che altri e più qualificati interventi possano contribuire costruttivamente alla discussione. Ringrazio le compagne e i compagni che hanno commentato e discusso l’articolo precedente, permettendomi di ripartire con contributi ed elementi che forse possono rendere più chiare e concrete le mie proposte.
In primis, sposterei l’attenzione dagli aspetti statici dell’identità anarchica, ovvero quello che ci accomuna e ci rende compagne e compagni, all’aspetto dinamico dei processi d’identificazione nei quali gli anarchici e i libertari agiscono nella realtà in quanto tali. Questo dovrebbe evitare lunghe discussioni sul senso del concetto d’identità, trattate già ampiamente all’interno ed all’esterno del movimento, e mi permette di affrontare aspetti pratici che dovrebbero incidere nell’ambito del reale. La mia intenzione originaria non era infatti quella di lanciare un appello ecumenico alla fratellanza identitaria e omnicomprensiva di tutti quelli che si definiscono anarchici ma di sollecitare un confronto all’interno del nostro movimento su chi siamo nel mondo odierno e, soprattutto, su cosa vogliamo e su come intendiamo concretamente ottenerlo.
Ai miei fini, risulta sufficiente rilevare che su moltissime questioni pratiche e problemi sociali concreti il movimento anarchico, nella sua pluralità, ha immense potenzialità di coordinare le proprie azioni che oggi appaiono abbastanza slegate e insufficientemente incisive. Questa circostanza permette alla repressione mediatica e poliziesca di agire più facilmente contro di noi e agevola, comunque, la strumentalizzazione delle lotte sociali da parte di componenti legate ai partiti politici o potentati vari, interessati a penetrare i movimenti antagonisti e, spesso, molto efficaci a questo riguardo. Guardare all’interno del nostro movimento per identificarsi e coordinarsi non implica affatto diminuire la nostra capacità di fertilizzare ambiti esterni, attraverso la pratica libertaria e l’azione diretta, ma consente una maggiore incisività e un controllo più puntuale delle strategie quando ci si ritrova nella lotta a fianco di soggetti esterni.

Coordinadora in corteo a Pavia (foto Marco Gastoni)

Principi condivisi

A mio avviso, occorre quindi ridefinire strategie d’azione basate sull’autonomia degli individui e dei gruppi anarchici e libertari attorno a principi che possono e debbono essere condivisi. La crescita del nostro movimento non può infatti prescindere da uno sforzo di coordinamento al nostro interno attraverso una discussione dei programmi di lotta con una comunicazione all’esterno sistematica ed efficace.
Per andare sul concreto, troviamo individui e gruppi d’ispirazione libertaria e anarchica attivi con ruoli da protagonista nelle lotte per uno sviluppo umano ed ambientale sostenibile, nella ricerca di una pedagogia liberata, per la dignità del lavoro, nel movimento per l’autogestione, nella difesa dei migranti, per l’autogestione e l’autogoverno, ecc. Personalmente, ho riscontrato che spesso questi importanti contributi del nostro movimento alle lotte sociali risultano però dispersi e scarsamente collegati nonostante gli sforzi di coordinamento e diffusione già operati in questo senso da varie parti.
Infatti, voglio sottolineare che questo mio piccolo intervento non cade in territorio vergine: sono infatti presenti nella nostra storia innumerevoli esempi di identificazione e coordinamento. Questi sforzi sono sempre stati ardui e non sempre hanno portato ai risultati sperati ma, oggi, alcune basi solide e importanti sono già presenti nel panorama del movimento e possono costituire dei trampolini di lancio per ulteriori passi in avanti e nuove ed innovative soluzioni in questo cammino. È fondamentale però riuscire a superare le crisi di un passato ormai piuttosto remoto, con l’essenziale contributo dei compagni e delle compagne che sentono il bisogno di guardarsi in faccia e capirsi a vicenda.

L’esempio della Coordinadora

Per chiarire cosa intendo per identità, identificazione e coordinamento anarchico senza perdermi in virtuosismi dialettici faccio un esempio pratico: il coordinamento tra gruppi e individui d’ispirazione libertaria che si occupano da anni di popoli indigeni e zapatismo denominato “Coordinadora”. Voglio sottolineare che questo esempio non ha alcuna preminenza o importanza particolare rispetto ad altri ma mi permette di parlare di un caso concreto al quale ho partecipato e partecipo personalmente e di descrivere, dal mio punto di vista personale, le attività che stiamo svolgendo per informazione di tutti. Alcune parti del seguito sono ripresi dal mio articolo La Coordinadora nella pratica politica apparso sul n. 2 del periodico “Senzagoverno” (http://www.libera-unidea.org/senzagoverno/senzagoverno.htm).
La Coordinadora è nata ufficialmente nel maggio del 2005 su iniziativa di diversi gruppi ed individualità di area anarchica e libertaria, sparsi su tutto il territorio nazionale, che si erano conosciuti negli anni organizzando e realizzando, insieme alle comunità zapatiste, progetti di sviluppo in Chiapas. Il periodo costitutivo di questo coordinamento libertario per un mondo libero costruito dal basso è durato quasi un anno al fine di coinvolgere altre realtà del nostro movimento e testare l’effettiva robustezza dell’esperimento prima di presentarsi all’esterno. Dopo due anni di lavoro, oggi sembra possibile descrivere gli antefatti e costruire un sintetico bilancio delle nostre attività come le ho vissute. Ulteriori informazioni si trovano sul sito http://www.coordinadora.it.
Negli anni precedenti alla nascita della Coordinadora, la presenza libertaria nello zapatismo nostrano era caratterizzata da una forza cospicua nella realizzazione di progetti sul campo anche rispetto alla “concorrenza” dell’Associazione Ya Basta! e di altre associazioni e gruppi d’ispirazione partitica (soprattutto PRC) o cattolica attivi in questo ambito, ma questa forza spesso non si traduceva in una presenza visibile. Inoltre, i nostri interventi in loco spesso non erano coordinati e le sinergie tra i diversi progetti derivavano da rapporti informali e personali tra gli attivisti e non da un continuo e multilaterale confronto. Infine, le campagne informative e le iniziative politiche di norma restavano confinate all’ambito locale. Queste circostanze non favorivano la percezione delle importanti attività svolte dagli anarchici da parte del mondo esterno interessato ad avvicinarsi allo zapatismo e la voce libertaria, per quanto forte si gridasse, spesso non riusciva ad arrivare al pubblico.
Il primo risultato concreto di questo tentativo di coordinare gli sforzi di sostegno allo zapatismo in Chiapas e le lotte per l’autodeterminazione e autogestione in Italia è il crescente coinvolgimento di diversi gruppi ed individui sparsi sul territorio e quindi la crescita numerica delle persone coinvolte. Da questo punto di vista, la Coordinadora continua nello sforzo di coinvolgimento delle realtà libertarie “che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei principi base dello zapatismo, l’autogestione nonché l’indipendenza dalle strutture di potere politico ed economico”. L’approccio mira ad includere quelli che lottano in senso libertario per cambiare la società e intende lasciare piena libertà d’azione e autonomia agli aderenti sulla propria linea politica. Attualmente aderiscono alla Coordinadora 12 gruppi, quasi tutti attivi direttamente in Chiapas, e qualche decina di individui a titolo personale, sparsi sul territorio nazionale (1).

Milano, novembre 2006. Presidio a sostegno della popolazione
oaxaqueña a Milano (foto di Andrea PLFM)

Struttura leggera

I gruppi e gli individui aderenti si collocano lungo tutto l’ampio spettro dell’ispirazione libertaria ed anarchica e non si può certo dire che si tratti di un raggruppamento omogeneo dal punto di vista ideologico o pratico. Ciò nonostante, penso che il coacervo stia funzionando grazie ad un’ispirazione comune e che si sia sviluppato un particolare rispetto delle differenze, parallelamente ad un grande senso di “compagnanza” che spinge a comportamenti costruttivi e ad un crescente senso d’appartenenza. Questo favorisce anche l’avvicinamento al pensiero anarchico e alla prassi libertaria di persone che partono da un interesse nei confronti dello zapatismo e, attraverso la Coordinadora, hanno modo di approfondire questi argomenti. Anche questo, a mio avviso, è un importante risultato del modo nuovo di porsi come soggetto dotato di un insieme di principi omogenei che si pone l’obiettivo di comunicare efficacemente all’esterno.
Per quanto riguarda gli aspetti operativi, la Coordinadora è una struttura leggera che ha sviluppato un proprio modus operandi basato su alcuni principi di base condivisi da tutti gli aderenti, “rivitalizzati” costantemente attraverso la pratica assembleare dei delegati e degli individui aderenti che si incontrano in via ordinaria circa 4-5 volte all’anno, ospitati dai gruppi a rotazione, oltre ad incontri straordinari quando si presenta l’opportunità o la necessità. Le decisioni e le posizioni espresse dalla Coordinadora derivano dall’unanimità dei partecipanti e dei delegati e, in massima parte, si cerca di privilegiare il lavoro collettivo e assembleare rispetto alla mera approvazione di proposte preconfezionate. Trovare una sintesi tra individualità e delegati eterogenei non è certo semplice e richiede un costante impegno, ma è senz’altro più costruttivo rispetto alle alternative di rinchiudersi nella propria “ortodossia” o, all’estremo opposto, cercare interlocutori con i quali non si condividono neanche i principi di base. Ovviamente, il confronto si paga in termini di tempestività ed efficienza operativa e sarebbe illusorio pretendere che tutto funzioni come un orologio svizzero ma siamo costantemente in tensione per mantenerci sintonizzati, presenti e in crescita.
Il primo ambito d’attività della Coordinadora riguarda ovviamente le forme di sostegno ai progetti operativi in Chiapas, che si sostanziano in una collaborazione continua tra i vari gruppi e individui, a seconda delle rispettive competenze, al fine di rendere più incisivo il supporto alla resistenza delle comunità indigene zapatiste contro il potere politico ed economico. Tutti i progetti sono stati sviluppati con le comunità zapatiste attraverso i propri delegati delle Commissioni competenti e molte compagne e compagni hanno lavorato direttamente in Chiapas per periodi più o meno lunghi (2). L’ultimo progetto in ordine temporale è relativo alla distribuzione in Italia del caffè prodotto dalle cooperative zapatiste e importato a cura dei compagni della Cooperativa Café Libertad di Amburgo, realtà legata alla FAU-IAA (sindacato anarchico tedesco).
Un recente episodio indicativo della capacità di porsi come soggetto libertario di riferimento anche nei confronti dell’esterno con credibilità crescente è l’appello da noi promosso relativamente alla gravissima situazione di Oaxaca, inviato a tutti i mezzi d’informazione italiani ed esteri ed alle autorità messicane (3). Questo appello, promosso dalla Coordinadora, è stato fatto proprio e firmato da centinaia di individui e gruppi italiani, anche esterni al movimento libertario, che ne hanno fatto richiesta riconoscendo, evidentemente, che non eravamo interessati a strumentalizzare l’adesione a fini di schieramento. Questo è stato possibile grazie ai rapporti trasparenti e costruttivi che abbiamo sempre assunto con le altre espressioni dello zapatismo italiano ed estero come gruppi ed individui prima e dopo la costituzione della Coordinadora.
Nel primo anno, il lavoro della Coordinadora è stato in gran parte rivolto alle attività funzionali all’appoggio alle comunità zapatiste in resistenza in Chiapas e, più recentemente ad Oaxaca, ma il nostro ruolo non si è esaurito in questo, pur fondamentale, apporto. Dalla nascita di questo coordinamento, infatti, sono nate e si sono sviluppate numerose attività nell’ambito dei nuovi rapporti radicati tra le persone coinvolte nella Coordinadora ed è frequente che gli aderenti si confrontino su altre problematiche, ritrovando strategie comuni per affrontare i problemi che abbiamo sul nostro territorio. Sicuramente dobbiamo crescere dal punto di vista dell’incisività delle nostre azioni, ma penso che la base di partenza per un’azione più organica anche a livello italiano sia positiva. Non so quanto questa esperienza potrà durare e quanto ancora potrà crescere, ma sono certo che la Coordinadora lascerà un’impronta indelebile su di me e su molte altre persone che hanno partecipato e parteciperanno al suo sviluppo. Comunque vada a finire, ne è sicuramente valsa la pena!

Insieme nelle lotte sociali

Ancora una volta ribadisco che, per quanto riguarda le proposte concrete sui percorsi di costruzione di un rinnovato processo d’identificazione tra gli anarchici, non è mia intenzione proporre facili ricette e l’esempio riportato è soltanto uno spunto per ulteriori approfondimenti.
Sicuramente il coordinamento tra gli anarchici richiede sforzi considerevoli ma ho l’impressione che questa sia l’unica strada che ci consenta di moltiplicare le nostre insufficienti energie evitando dispersioni. Sono convinto che la creazione di diversi coordinamenti nazionali di gruppi libertari ed anarchici, che affrontino ciascuno le specifiche tematiche d’interesse, potrebbero moltiplicare la nostra incisività e visibilità politica. Organismi di coordinamento potrebbero nascere e lottare per farsi conoscere tra i libertari che lottano in ogni singolo comparto (migranti, lavoro, pedagogia, municipalismo libertario, spazi autogestiti, ecc.). Infine, attraverso il raccordo di queste esperienze di coordinamento di tendenza anarchico/libertaria su tematiche differenti, è forse possibile ritrovare una sintesi unitaria e generale che sappia rapportarsi costruttivamente con l’esperienza della Federazione Anarchica Italiana e dei coordinamenti anarchici non federati già esistenti. Ma questo argomento è sicuramente al di fuori della mia portata e ancora spero che altri interventi più qualificati contribuiscano a far crescere questo ragionamento embrionale.
Ripropongo quindi la chiusura del vecchio articolo sperando che sia ancora attuale nel nuovo: “Se l’esigenza di confrontarsi al fine di giungere a un rinnovato coordinamento fosse generalmente condivisa, la costruzione di nuovi spazi e occasioni d’incontro e di discussione potrà nascere soltanto attraverso l’impegno dei compagni e delle compagne e dei loro collettivi, coordinamenti e federazioni, affinché cresca la consapevolezza rispetto alla necessità di un salto di qualità nella nostra azione politica e si ritrovi la volontà di stringerci l’uno con l’altro attorno ad un embrione di progetto politico condiviso.”

Marco Gastoni

  1. I gruppi aderenti alla Coordinadora ad oggi: Associazione Paviainseriea (Pavia), Comitato Chiapas Brescia, Comitato Chiapas Maribel (Bergamo), Comitato Chiapas XX Ottobre (Bassano del Grappa), Gruppo libertario “Montes Azules” (Savona), Gruppo Libertario Nicola Turcinovich (Genova), Gruppo Libertario di Cultura Alternativa "L'Erba" di Casatenovo (LC), Gruppo Primero de enero (Forlì), Gruppo Tierra y Libertad (Milano), Progetto Libertario Flores Magon (Milano), Spazio Sociale Anarchico Libera (Modena), Unione Sindacale Italiana sez. di Modena.
  2. Voglio ricordare in particolare Andrea e Alceste (aka i dentisti anarchici del Progetto Flores Magon) che in molti mesi di lavoro sono riusciti a costruire insieme alle comunità un sistema d’intervento dentistico completo e di grande importanza che, attualmente, sta operando a pieno ritmo.
  3. Ricordo per completezza che il movimento anarchico, sia FAI che a livello di diversi gruppi non federati, ha preso posizioni chiare e pubbliche di supporto alla lotta popolare oaxaqueña.
Ringrazio tutte le compagne e i compagni con i quali ho avuto modo di confrontarmi sui temi trattati e, tra i tanti, Giampaolo, Melissa, Mirko, Valentina, Antonio, Santo, Massimo V., Massimo O. per avermi stimolato con le loro riflessioni.