Qui lo DICO
E qui lo nego
“Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi” è un disegno di legge che piace ai nostri tutori dell’ordine morale cattolico in parlamento. Mentre scrivo si scatena la solita bagarre all’italiana sul DDL, comunque vale la pena di analizzarlo un attimo nella sua forma primeva, così come ora (febbraio 2007) è stato presentato.
Si tratta di un disegno fortemente ideologico, che sputa in faccia a tutti coloro che si ritengono, in quanto persone civili e libere, in diritto di scegliere come destinare i propri beni, a chi far decidere sul proprio corpo in caso di necessità, come presentare pubblicamente la propria unione affettiva con un’altra persona. Il concetto del DDL è questo: diritti e privilegi spettano a due eterosessuali uniti in matrimonio, gli altri, singoli e coppie, non ne hanno se non per parvenza. Infatti: il DICO non consente a due persone di recarsi congiuntamente presso un pubblico ufficiale per rendere nota la propria volontà di essere una famiglia. Non solo, la dichiarazione fatta da una persona di essere convivente con un’altra e di sceglierla come tale non dà alcun diritto se non dopo tre anni (per usufruire di diritti ad esempio di successione nel contratto d’affitto) o addirittura dopo nove (per il diritto ad ereditare). Questo evidentemente perché i propositori ritengono, con mentalità ideologica e supponente, che chi dichiara la propria convivenza non sia altrettanto attendibile di una qualsiasi coppia che si sposa. Il risultato è una proposta di legge che sottolinea il dominio dello Stato sui corpi, sui beni, e sulle relazioni affettive dei non sposati: impossibilità di ereditare appieno dal proprio compagno/a se esistono altri parenti in linea collaterale fino al terzo grado (comma 3 art. 11: della serie l’eredità a tuo zio), obbligo di dichiarare per iscritto o di fronte a tre testimoni la volontà di far decidere del proprio corpo al proprio compagno/a, diritto delle aziende sanitarie di “disciplinare” le modalità di far visita e di accedere al convivente ricoverato (art. 4) con ovvie concessioni alla confessionalità delle strutture, nessun diritto alla successione previdenziale se non si è conviventi da almeno tre anni. Quindi la volontà di dichiararsi conviventi non conta nulla: si è sottoposti ad un regime di schedatura e di controllo (la dimostrazione della convivenza da tre o nove anni) senza in realtà usufruire di diritti pieni, presi in OSTAGGIO da una volontà legislativa moraleggiante ed ipocrita. La nostra volontà non conta nulla, dichiarare non conta nulla...in questo Paese solo le dichiarazioni e le promesse dei politici sembrano essere ammantate di credibilità.
Attenzione però: come conviventi non avete un cavolo di diritto...però se siete conviventi da tre anni non potrete ereditare ma avrete l’obbligo di versare gli alimenti o di mantenere il vostro convivente prima di ogni altro parente (art. 12) del piffero che stia lì, invece, col fiato sul vostro collo, pronto ad impicciarsi dei fatti vostri in virtù del suo legame di sangue con voi e del vostro portafoglio. Un DDL tribale, quindi, che riafferma legami da enclave in un Paese che può ben allinearsi con l’Enduring Freedom, la battaglia di chi predica bene e razzola male. Così, di nuovo, i diritti della persona sono sbeffeggiati dalle contorsioni di una classe politica falsa ed ipocrita. Il clero, ancora convinto di poter per molto tempo dispensare il sacramento del matrimonio, ringrazia, pallido per lo sforzo ma ostinato. Gli ostaggi insorgano e con loro tutti coloro che vogliono difendere le libertà irrinunciabili degli individui ed ottenere non un DICO all’italiana, ma il riconoscimento reale della propria volontà. E diciamocelo, questo riconoscimento serve: non è il sogno legalista o romantico di persone che si vogliono “normalizzare” per somigliare alle coppie eterosessuali sposate. Chiunque si trovi a fare una dichiarazione dei redditi, ad andare in ospedale, a dover fare testamento, a portare i figli a scuola lo sa. Lo Stato impone pesanti fardelli fiscali a chi non vuole sposarsi ma non può veder riconosciuta la propria convivenza. Lo Stato vuole penalizzare sulla carta ciò che esiste già di fatto: coppie di sesso diverso o dello stesso sesso, unite da vincoli affettivi e di mutua assistenza, anche di età differenti, nuove famiglie con una nuova familiarità che fa saltare i nervi al Papa.
Francesca Palazzi Arduini
Joseph, Georg, e il gatto Chico
Favola sulle famiglie di fatto per bambine e bambini
Una grande città un tempo
Era chiamata il centro del mondo,
Lì ancor oggi in un vasto palazzo
Circondato da ampi giardini
Vive al centro del centro del mondo
Un signore vestito di bianco
Egli fa un mestiere ben strano
E gli bacia la mano molta gente
In segno di sottomissione
Ma quasi nessuno è ammesso ad entrare
Nella sua casa in quel palazzo
Joseph riceve visite importanti
Di re, generali, pezzi grossi vari
Ma per fortuna la sera
Ritorna alle sue stanze
In quel palazzo a riposare
Nessuno entra senza il suo permesso
In casa sua ma durante il giorno
Suorine cameriere e suore cuoche
Passano sui tappeti e portano torte
E poi chiudon le porte
Ma noi per fortuna conosciamo
Un gatto, Chico, il gatto papale sì!
È un nostro amico e può
Raccontarci
Com’è la sua vita con il suo babbo
E a chi fa le fusa
Dopo che la giornata si è conclusa
Infatti Joseph torna a palazzo
E cena in compagnia di Georg
Chiacchierando del suo lavoro
Lavoro duro, sì certo, tutti quei
Viaggi da organizzare,
Quei signoroni da ricevere
E soprattutto quanta pazienza portare
A chi non vuole... collaborare!
Il gatto, Chico, assaggia un po’ di torta
Di cui Joseph va pazzo
E si accoccola sul suo cuscino
Accanto a Joseph e Georg
Il panorama di Roma
Si stende ai suoi piedi
Ed ha tutto lo sheba che vuole!
Che gattone fortunato!
Ed a Joseph piace come a lui il
cioccolato!
“...beh, vivi un po’ rintanato”
Ma quanto sono felice di strusciarmi
Su quei divani vellutati
Peccato che a voi siano vietati
Amici miei,
Dice il gatto agli amici del Colosseo.
Georg è un ragazzo proprio
Simpatico, quando Joseph
Suona Bach al pianoforte
Lui mi prende in grembo e mi accarezza
E io gli faccio le fusa
Ascoltando la fuga. Com’è ispirato Georg!
Da quando Joseph l’ha incontrato
Bello e fremente che recitava un’omelia
Non l’ha più voluto lasciare.
Di lui si fida ciecamente
Ed anche per lui come per me
Non bada a spese
E gli parla in dialetto bavarese
Sì, dice il gatto, siamo proprio
Una bella famiglia,
E quant’è vero che sono un gatto
Siamo una bella famiglia di fatto!
Dada Knorr
La guerra
In casa
Nella brughiera di Bellinzago Novarese c’è la seconda area d’addestramento terrestre d’Italia.
Addestramento militare significa allenarsi a fare la guerra, cioè ad uccidere.
Nella Caserma Babini di Bellinzago Novarese si fa la logistica per le truppe di pronto intervento NATO di Solbiate Olona.
Chi prepara le munizioni aiuta chi si prepara ad uccidere. Chi si occupa di carburanti e di trasporto di truppe e di mezzi contribuisce attivamente alle stragi di tutte le guerre.
A sud di Bellinzago Novarese c’è l’aeroporto di Cameri. Da qui sono partiti, per esempio, molti soldati destinati all’Afghanistan, dove non si va a fare passeggiate in montagna: si va a fare la guerra, cioè ad uccidere.
Dall’aeroporto militare di Cameri si parte per interventi “pacificatori” di vario genere e si ritorna eroi, coperti di gloria, accolti in pompa magna dalle Autorità.
Nell’aeroporto militare di Cameri si è sempre svolta attività di manutenzione di velivoli militari di vario genere. Da qualche tempo si sono installate pure linee di montaggio e postazioni di collaudo per velivoli militari prodotti anche da industrie italiane.
L’aeroporto di Cameri è stato di recente individuato come la sede europea principale per l’assemblaggio degli F 35, i cacciabombardieri americani di nuova generazione.
Con i cacciabombardieri invisibili, di solito, non si paracadutano aiuti per le popolazioni afflitte da carestie: si lanciano bombe e si uccide chiunque si trovi nel loro raggio d’azione (militari nemici e amici, civili adulti maschi e femmine, bambini e bambine, animali domestici e selvatici).
Un cacciabombardiere di nuova generazione può costare pure 200 milioni di euro: queste somme di denaro si trovano sempre, anche negli Stati con i bilanci più disastrati. (…).
Contro le basi militari, contro le fabbriche di armi e di morte, contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti.
Circolo Zabriskie Point
(Novara)
www.zetapoint.org
A sarà
Dura
Comunicato stampa del Coordinamento dei Comitati NO TAV della Valle
di Susa, Val Sangone, Gronda Ovest e Torino del 5 marzo 2007.
Per chi ama illudersi,
per chi pensa che i propri sogni diventino realtà,
per chi crede che basti scrivere una cosa sui giornali perché si avveri,
il Coordinamento dei Comitati NO TAV della Valle di Susa, della Val Sangone, della Gronda Ovest e di Torino, riunito in assemblea a Rivera di Almese il giorno 5 marzo u.s., a fronte delle deliranti agenzie di stampa di questi ultimi giorni che riportano presunte dichiarazioni di Antonio Ferrentino, Bresso, Fassino, ecc., circa il fantomatico cambiamento di rotta dei comitati NO TAV, ribadisce indignato e unanime
Il NO assoluto e incondizionato alla linea AV/AC (TAV, TAC, LM, LINFA) Torino-Lyon nelle ipotesi proposte a destra o a sinistra, sopra o sotto la Dora, in Valsusa come in Valsangone;
Il NO assoluto e incondizionato ad ogni ipotesi di tunnel di base in val Cenischia come in val Clarea;
Il NO assoluto e incondizionato ad ogni ipotesi di raddoppio del traforo autostradale del Frejus anche se mascherato da canna di sicurezza.
Ricorda a tutti gli illusi tifosi del TAV, ai politici e ai politicanti, ai governi al di qua e al di là delle Alpi, che l’opposizione al TAV si chiama oggi più di ieri, solo sempre e semplicemente NO TAV. Ogni altra posizione finirebbe per tradursi in COME TAV e quindi in SÌ TAV.
Ricorda a tutti che, come si dice dalle nostre parti, passare in Val di Susa in Val Sangone o nella Gronda Ovest: A sarà dura.
Il Coordinamento dei Comitati No Tav
Valle di Susa, Val Sangone, Gronda Ovest e Torino
Rivera di Almese, 5 marzo 2007
Per info e contatti:
notav@autogestione@yahoo.it
3386594361 |