Rivista Anarchica Online


clericalismo

Aspettando lo scisma
di Francesca Palazzi Arduini
vignette di Patrizia “Pralina” Diamante

 

Ovvero: “Cattolici di tutto il mondo, dividetevi!”.

Dio doc

Chi di noi non si porta addosso un senso di colpa atavico ed attivo, una deficienza acquisita? Siamo tutti figli della necessità. Le nostre “radici”, come direbbe Pera, sono attive ma più che alimentarci ci succhiano, sono radici d’edera che portano il loro cordone ombelicale ad una casta di maschi auto-insignita di poteri speciali. Sono radici-Matrix che trasportano i nostri sali ad un sistema millenario di controllo. Controllo della nostra sessualità, delle forme legislative che la normano, delle nostre scelte scientifiche, dei nostri poteri creativo e distruttivo.
Chi sa raziocinare e non è troppo impegnato a scontare qualche peccato si trova turbato dall’uso mediatico di varie forme di religiosità lungo tutta la faglia catastrofica creata da due zolle tettoniche: la sponda della ricchezza e del benessere iperconsumista, visibile da ogni recesso… e la sponda a strapiombo della povertà tendente all’emulazione e all’acquisto dei gadget emulativi o dei succedanei necessari per esistere nell'iperspazio del consumo.
Il marchio divino viene rivendicato da azioni di ogni tipo: bombarole, maschiliste, xenofobe, neo-colonialiste, commerciali, intellettuali… si tratta di un plus-valore ricercato per il quale anche i religiosi sono in lizza spesso e volentieri tra loro. Ma anche consci di dover collaborare attivamente per porre a tacere quel po’ di saggezza autonoma dai Credo e dalle gabbie ideologiche che circola sulla Terra.
Dei, divinità, riti, cilici, oblazioni comunque imperversano griffando guerre, guerricciole, scontri tribali e riunioni parlamentari: non è certo il tempo di ricerche spirituali, ma di contenitori firmati per lotte di potere, giustificazioni mass-mediatiche, vendite sloganistiche, acquisizione di credibilità per gruppi di pressione, volontà di costrizione verso la libertà altrui.
Il diffondersi dell’informazione, l’accesso alla tecnologia, non va di pari passo con la disposizione alla razionalità né con la maturazione dei credo religiosi e delle tradizioni in forme filosofiche e di ricerca spirituale, per questo occorrerebbe che le religioni si scardinassero dalla loro funzione di controllo-repressione-catarsi per avviarsi verso una differente ricerca sul sé e sull’altro. Ciò non avviene naturalmente ma è un processo lungo che richiede coraggio ed opportunità. Così com’è praticamente impossibile che la tentazione umana del dominio non tocchi chi parla per “ispirazione divina”.
Viviamo in un perenne stato di carenza: ognuno cerca di colmare come può i suoi vuoti, chi amministra le religioni sa che le necessità fisiche, materiali e spirituali sono le radici del suo potere, senza di esse non vi sarebbe la Mission religiosa. La casta clericale ha molto da insegnare alla casta politica: governare la miseria e creare panico, ecco la ricetta per un lungo dominio e l’eterna giustificazione del proprio ruolo.

S-clerotizzati

In Italia il nostro problema in più è il Vaticano, questa enorme cupola di crisalidi avvizzite, che giace su sotterranei pieni di tesori come nella migliore tradizione faraonica. Di lì, anche se nessuna farfalla può volare da ben prima di Costantino, partono ragnatele che sono liane, probabilmente brevettate dall’Uomo Ragno, che appiccicose e salde trattengono una marea di credenti dalla deriva verso il mare delle possibilità. Ma, dice la Chiesa con la voce dei suoi bozzoli, sarebbe un mare di perdizione, pieno di tentazioni balzane e bizzarre. Il mare degli scismi, più un disordine mutageno che un totipotente kaos primigenio: “dunque attenti, credenti! Non mollate le sottane, restate aggrappati”. Eppure… eppure noi che non crediamo a volte ci fermiamo a pensare a cosa potrebbe succedere... Cosa potrebbe succedere ai cattolici se si scindessero? Ma non in una diaspora post Dc, nella quale ognuno si è ricavato il suo territorio o la sua santa nicchia: cosa accadrebbe se la visione di ciò che è il Vaticano, di ciò che sono i politici cattolici, ad esempio, schifasse così tanto, e finalmente, la massa dei credenti cattolici tanto da indurre all’aperta contestazione ed allo scisma? È già successo, in fondo tutti stiamo aspettando che succeda di nuovo, al di là dei mormorii convegnistici, che un po’ di coraggio si palesi, che a qualche incontro ecclesiale voli finalmente qualche pomodoro metaforico. Che la Chiesa dimostri una tantum di essere in controtendenza con il mondo politico, tutto teso invece a fondersi e confondere.

Vi-Deus: considerazioni etiche

Ma il panorama intellettuale cattolico è francamente deludente: molte erbe rigogliose e spinose sono state falciate dal campo dalla robusta falce staliniana-wojtyliana, ed ora languiscono al bordo della monocoltura piccole erbette selvatiche irrorate dal diserbante Ratz.
È doveroso tenere in conto oltretutto la difficoltà a crearsi nuovi linguaggi che hanno anche i credenti più aperti e innovativi.
Innanzitutto la Via, anche quella dei religiosi, o “padri”più aggiornati, è sempre una Via cavo o satellite, sia per i Padri integralisti che per gli Inviati predicatori. La modernità è giunta al nocciolo del problema: occorre essere visti (o santi) subito, non si può attendere, ciò che non è in Vi-deo non è, le stimmate sono necessarie, il martirio segreto o invisibile è cosa da donnicciole.
Pensiamo a quanto seguono folle di cattolici “alternativi” il caso Zanotelli: sembra che il fatto di aver vissuto in Africa lo abbia fatto diventare una specie di esempio vivente, che continua però a chiamare la sua esperienza in Africa la sua “personale discesa agli Inferi” senza specificare chi agli “Inferi” l’ha mandato: il Vaticano.
Così che appena egli si esprime a favore di una qualche campagna sociale sembra che dalle sue labbra esca il Verbo, anche se esprime una opinione come quella di qualsiasi altro portavoce. La sua fama è puntello a disperate battaglie, come quella contro l’eco-mafia dei rifiuti in Campania: come se alla disperazione per l’arroganza mafiosa e la superbia statale la voce di un sacerdote potesse fare esorcismo, così nel silenzio dettato da chi comanda, solo la Santa voce sembra poter portare ai mass media il messaggio di protesta della gente, una voce che parla nel deserto della disinformazione ma che solo in quanto sacerdotale è ascoltata, e conferma quindi il teorema dell’esclusione dei più. Il Testimonial è l’eccezione che conferma la regola del silenzio.

La leva dell’ignoranza

Il linguaggio di chi comanda in Vaticano e di chi predica alle periferie dell’impero è ancora troppo simile. E allo stipendio fisso sacerdotale è sempre difficile rinunciare, in una società che ti priva di tanti fondamentali diritti se non hai il tuo posto di lavoro a tempo indeterminato.
Il linguaggio di chi contesta ma rimane integrato al Vaticano è inoltre troppo affine a quello di chi, con modus vivendi egualmente sacerdotali e differenti citazioni dai libri “sacri”, passa la sua vita a combattere la liceità delle nostre libertà bioetiche fondamentali: scegliere come vivere, come morire, come dare la vita.
Certo, occorrerebbe che qualcuno si decidesse ad affiggere nuove tesi e ad uscire dalla Chiesa cattolica, così che si smetta una volta per tutte con questa ipocrisia della Chiesa cattolica universale ed unita, perché l’unità è in realtà acquiescenza e l’integralità è alibi per l’integralismo che sta passando sopra a problemi così strazianti. Pensiamo all’indignazione che è corsa come un fremito lungo tutta la criniera cattolica col caso Welby, alla stanchezza di tanti cattolici nell’affrontare il tema delle famiglie di fatto e all’omofobia delle gerarchie ecclesiastiche. Pensiamo allo sforzo fatto dai cattolici integralisti e dal clero per boicottare il referendum sulla fecondazione assistita, boicottaggio riuscito solo grazie alla leva dell’ignoranza: la complessità della materia ha permesso agli integralisti cattolici di richiamare l’audience popolare al boicottaggio.
Pensiamo alle Passeggino-Task forces del Family Day, mobilitate dalle parrocchie sempre facendo leva sulla falsità che i Dico mettano in qualche modo a rischio i matrimoni tradizionali. In questo caso hanno agito Due fronti, uno quello Vaticano mirante in realtà all’obiettivo di mantenere intatta dalla concorrenza civile la propria professione sacerdotale riguardante i matrimoni etero, l’altro il fronte diessino, che ha agitato lo spauracchio degli integralisti cattolici per far credere all’opinione pubblica che il progetto di legge Dico fosse una mediazione necessaria, e non un inutile pasticcio lesivo delle libertà individuali come in realtà è. L’effetto Talebani c’è anche in Italia.
In questo gli omosessuali sono solo stati il capro espiatorio di una società maleducata, incapace di nutrire il progresso delle libertà individuali (e in secondo luogo familiari) con leggi giuste. (1)

Diaspora o diserzione?

Tutte le voci di dissenso echeggiano quindi come soffocate da una tonnellata di ovatta vaticana: dalle indipendenti (Gabriella Caramore che si licenzia da “L’Avvenire”), ai dipendenti (Milingo che celebra matrimoni di preti), le voci che chiedono il rinnovamento o sono schegge impazzite, perciò confacenti all’Ordine ratzingeriano, o quasi non si sentono, pronte a morire soffocate dal cuscino.
Ma di fronte al gelido amministratore delegato dell’autorità divina basterebbe un po’ di coraggio, ed un minimo di organizzazione, per attuare se non proprio uno scisma almeno una diserzione.
La realtà concreta dei parroci impegnati nel sociale, il mondo della riflessione cristiana, cosa ha a che vedere col Vaticano? Niente se non forse una radice, appunto, sessuofobica, che però può avvizzire nel tempo, e il peccato dell’abito in fondo correggibile (vedi valdesi e protestanti). Ed i vantaggi economici di uno scisma sarebbero ingenti per i sottoposti alla tirannia del cupolone… Se il braccio dà scandalo non si diceva un tempo che bisognava tagliarselo e buttarlo? Quanti scandali per pedofilia (2) sotterrerete, prima di tagliarlo (il braccio), cari cattolici e cristiani? Tanto nulla sapete delle segrete vaticane e a nulla il cupolone vi giova.
Forse anzi si giovano più delle gerarchie cattoliche l’opinionista ed il politico, nella loro costruzione della ir-realtà mediatica, usando le figure sacerdotali per fare dibattito poiché queste gli consentono di mantenere nel discorso forti elementi di irrazionalità. Così in ogni incontro sulla politica e sulla bioetica c’è il prete (in quelli più visti il cardinale), portatore di istanze universali ma in realtà portavoce della sua sola casta: così chiedergli un parere diviene in realtà permettere l’indottrinamento, poiché lui non parla della conduzione della sua vita ma di certo di come vuole che si svolga quella degli altri.
In questo tranello cadono tanti intellettuali non religiosi, però disposti a dissertare con gli stessi strumenti su chi sia il più lucido ed efficiente dominatore della pubblica opinione.

Via le mani dal tritacarne!

Il partire da sé è sempre l’unica discriminante che possiamo usare per non farci distrarre dalla realtà, così è per l’attuale esperienza in rete di associazioni di credenti “dissidenti” (3), o per la rete dei movimenti ambientalisti che ci insegna che possiamo cercare di essere presenti nella politica dei territori nei quali viviamo senza bisogno di leader e di demagoghi. E che l’etica dell’organizzazione anarchica, per quel poco che viene seriamente applicata, può essere utile ad analizzare le situazioni ed a prendere decisioni quando si crea disequilibrio e nel momento in cui c’è chi cerca di fare pressione sui movimenti con scorrettezza (potere mediatico, introduzione del principio del voto con uso del numero di presenze, pressione economica, ecc.). Il vizio dei portavoce che divengono leader maximi può essere corretto da una nuova prassi comunicativa che aiuta coloro che credono nella orizzontalità a darsi voce e strumenti.
Come nel caso del dibattito sviluppatosi sulla mailing list della Rete nazionale rifiuti zero in seguito alla proposta di alcuni di costituire, attingendo al nuovo bacino dei tanti comitati cittadini e territoriali… un nuovo partito! Dibattito che ha segnalato una grande maturità ed una forte volontà di mantenere invece intatta la forza trasversale e di base dei comitati, tanto da dar seguito poi ad un Patto nazionale di mutuo soccorso nelle lotte sul territorio.

Far Web. Nuovi territori

L’attenzione finisce dunque sulla comunicazione elettronica e sul Web come nuovo territorio che, al contrario delle Americhe, non ha limitazioni geografiche.
Quella del web è una dimensione onirica perché, come i sogni, non ha limitazioni di scenario e gode di una dimensione temporale peculiare.
Come il sogno dipende dal sonno il web dipende dalla connessione. Tutto quello che è stato possibile in termini di melting pot culturale nelle Americhe è possibile nel web con la differenza che lo spazio è potenziale ed aumenta a seconda delle esigenze. (4) Ed in questo Far Web il problema del filo spinato nei pascoli e delle concessioni minerarie è già attuale. Il nocciolo sta appunto nel sonno e nella connessione, nel bilancio tra tempo sottratto al mondo reale ed effetti generati sui rapporti di potere e sull’immaginario nelle due realtà, reale e virtuale
Se infatti qualcosa di s-connesso è qualcosa che non fila liscio, non è detto che rimanendo connessi si abbia la possibilità di cambiare. Se il web progredisce verso un mondo iperconnesso ma inefficace sui rapporti di potere, con un accrescimento smisurato di luoghi virtuali autoreferenziali ed ipertrofici dal punto di vista delle informazioni, si va verso una dimensione non solo onirica ma fetale che alimenta solo i database degli analizzatori sociali di chi domina.
C’è il rischio che confrontandoci con la realtà solo in quanto dato digitalizzato si perda la capacità di saper ascoltare e si acquisisca definitivamente la già sviluppata tendenza a “cliccare” anche sulle persone del mondo reale, esaltando in questo modo la mono-dimensionalità degli individui come fornitori di dati. Le pagine sulle quali navighiamo diventano così una serie di animazioni a buccia di cipolla delle quali però possiamo cogliere il movimento complessivo solo se facciamo parte dei gruppi di potere che le raccolgono ed analizzano, il gruppo di chi “abita in alto”.
Anche il Vaticano possiede la capacità di raccogliere, dirimere ed analizzare i dati che gli giungono dal mondo ecclesiale e sociale, e di imporre campagne mediatiche che falsano la percezione della realtà ed il riconoscimento dei problemi. La connivenza con questo vasto sistema di dominio è un peccato: cattolici di tutto il mondo, dividetevi.

Francesca Palazzi Arduini

Note

  1. Vedi: Metamorfosi del matrimonio e altre forme di convivenza affettiva, Libreria Bonomo editrice, Bologna, 2007. Pubblicato in Italia e Spagna raccoglie gli interventi, tra gli altri, di due autori noti ai lettori di “A”, Monia Andreani con Genealogia dell’unione d’amore come accesso alla verità: l’amore vero e giusto e Giovanni Cimbalo con Apertura del matrimonio civile e modifica della disciplina delle adozioni nella legislazione dei Paesi Bassi. www.libreriabonomo.com.
  2. Incredibile il numero di visite alla traduzione italiana del documento vaticano già noto agli addetti ai lavori sul sito http://www.beppegrillo.it/2007/05/crimen_sollicit.html. Molto visitato anche il link al documentario della BBC trasmesso in Inghilterra nel 2006 sugli scandali dei Preti & Pedofilia, Sex Crimes and Vatican [sottotitoli ITA] http://video.google.com/videoplay?docid=3237027119714361315 video che ha scatenato le ire vaticane dopo che è stato trasmesso da Rai2 con 5 milioni di spettatori di share". Vedi a proposito di pedofilia l'articolo: Francesca Palazzi Arduini “Tamagochi come metafora” uscito sul numero 284 di “A” dell'ottobre 2002 che già anticipava molti temi in proposito.
  3. Un sito tra i tanti: www.ildialogo.org.
  4. A proposito di spazio potenziale suggerisco la lettura della voce Wasteland in: Futuro dizionario d’America, pubblicato negli Usa nel 2004 ed ora in Italia da ISBN edizioni.
    “Terra Desolata, la; lo spazio potenziale in grado di accogliere e conservare pezzi dimenticati della cultura e della storia… La sua esistenza venne quasi completamente misconosciuta fino alla primavera e all’estate del 2005, quando essa cominciò a straripare nel mondo naturale…”. www.isbnedizioni.it.