In questo numero.
Dopo l’intervento (“A ovest
di Gaza”) di Maria Matteo sullo scorso numero, questa
volta ospitiamo due interventi sulla situazione mediorientale,
ad opera di altri due nostri stretti collaboratori, e altrettanti
3 scritti sull’antisemitismo e sull’Olocausto.
Andrea Papi analizza le recenti vicende
belliche e più in generale il contesto nel quale sono
maturate, facendo esplicito riferimento alle tradizionali posizioni
antibelliciste e antistataliste degli anarchici. Nessuno schieramento
al fianco di alcuna delle due (o più) parti in conflitto,
ma spirito critico sempre acceso e approccio umano e libertario
contro i mostri generati dai nazionalismi e dagli isterismi
religiosi. D’altra parte, non a caso l’ultimo libro
di Andrea Papi (di cui riportiamo l’introduzione
minima) si intitola proprio “Per un nuovo umanesimo
anarchico”.
Francesco Codello analizza in particolare
l’ideologia e il ruolo di Hamas, l’organizzazione
islamica e islamista che governa democraticamente a Gaza (anche
il buon Adolf fu democraticamente eletto e governò in
perfetta legalità…), nel cui programma sono auspicate
la distruzione dello Stato d’Israele (anzi, dell’entità
sionista) e, già che ci siamo, l’eliminazione degli
ebrei dalla faccia della terra. Quest’ultimo punto collega
Hamas ai nazisti, in una linea di continuità storica
con lo schieramento al fianco del nazifascismo del Gran Muftì
di Gerusalemme e del mondo islamico in generale durante la Seconda
Guerra Mondiale. Eppure nell’estrema sinistra, per odio
antiisraeliano e per altre ragioni, la simpatia per Hamas in
questi ultimi tempi è divenuta sempre più diffusa:
bene fa Codello a fissare qualche paletto.
Alcune riflessioni sulla Memoria, sulla Shoah e sui negazionisti
ci offrono Carlo Oliva, Milena
Magnani e Antonio Cardella.
Il primo ripercorre il “clamoroso” scontro mediatico
tra i lefebvriani riaccolti in seno alla grande madre chiesa
e il loro insopprimibile antisemitismo, parte (coerentemente)
costituente del loro tradizionalismo cattolico. La Magnani,
autrice di un bellissimo libro sul mondo dei Rom (da
noi recensito su “A” 339, novembre 2008), affronta
criticamente la questione del senso di una “ricorrenza”
quale la Giornata della Memoria. Antonio Cardella denuncia il
carattere regressivo per l’intera società rappresentato
dalle svastiche dipinte sulle vetrine di negozi di commercianti
ebrei a Roma.
Il dossier di copertina è dedicato
al tema teatro/carcere. Il testo è di Cristina Valenti,
che più volte nel corso degli anni ha riferito sulla
nostra rivista di spettacoli teatrali nati dietro le sbarre.
Le fotografie sono di Roberto Buscarino, il più noto
tra i “grandi” della fotografia teatrale in Italia.
Sempre eminentemente fotografico è il servizio che dal
Cairo – una tappa del suo giro del mondo in barca –
ci ha inviato l’elbano Umberto Segnini, dopo esser stato
con la sua compagna per sei giorni in un’isola “anarchica”,
ora abitata solo da militari. Si trova tra la Sardegna e la
Tunisia. Se volete saperne di più, andate
all’articolo.
È possibile che un prete la canti più giusta di
un anarchico? Secondo Pietro Ferrua, autore del racconto
ispirato alla sua esperienza in Oregon (dove vive e insegna
all’Università), sì. Prevediamo che molti
non saranno d’accordo.
Come sempre. Come si conviene ad una rivista anarchica.
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