Fabio Iacopucci era nato a Roma il 18 febbraio 1955 e vi è morto il 19 febbraio 2009, il giorno dopo il suo 54° compleanno. La militanza anarchica è stata la passione della sua vita.
Una militanza continua e coerente ma contrappuntata sempre da spirito critico e laico e da ironia.
Fabio è stato sin dall’adolescenza, e ininterrottamente, uno dei piu’ attivi militanti dello storico Gruppo Anarchico “Carlo Cafiero” nel popolare quartiere della Garbatella a Roma. Fabio era uno di quei preziosi compagni che hanno fatto da tramite tra diverse generazioni di anarchici. Aveva contribuito a trasmettere ai piu’ giovani la memoria di quei compagni che avevano partecipato alla Resistenza e alla Rivoluzione Spagnola. Dobbiamo essere grati soprattutto a lui e a pochi altri se la sede di via Vettor Fausto, inaugurata nel 1945, è ancora aperta ed attiva. Fabio aveva partecipato, da anarchico, al Movimento del ’77 e all’epoca, con altri compagni curava una trasmissione radiofonica autogestita in uno spazio concesso da Radio Radicale.
La tradizione libertaria lo accompagnò anche al momento di aprire, con altri, un locale a Trastevere, a cui fu dato il nome di “San Michele aveva un gallo”. Fabio è stato uno degli elementi centrali e fondamentali della nascita e dello sviluppo della rivista “Libertaria”. Ed è stato anche, fino all’ultimo, un collaboratore e sostenitore del Centro Studi Libertari di Milano e della casa editrice Eleuthera. Fabio è sempre stato anche un attivista sindacale di base, e la stima e il rispetto di cui godeva è stata testimoniata al suo funerale dalle commosse parole di dirigenti e colleghi. Ha sopportato la malattia con grande coraggio e dignità, con un comportamento che pochi, davvero, avrebbero saputo tenere. E neanche nel dramma ha mai perso la sua ironia. Ha sempre avuto accanto la sua compagna, che lo ha seguito con un amore e una forza senza pari.
Tante le persone al suo funerale, venute anche da lontano. Il feretro è stato avvolto nella bandiera rosso e nera ed aveva accanto la storica bandiera del Gruppo Cafiero con la fiaccola dell’anarchia. In tanti hanno voluto prendere la parola per ricordarlo:
il fratello, i vecchi compagni del Cafiero, i compagni di Libertaria, i colleghi di lavoro.
E infine Fabio è stato salutato al canto di “Addio Lugano Bella”.
Pietro Masiello
La rivista Libertaria è nostra cugina, parte della stessa cooperativa Editrice A. Quindi Fabio, che di Libertaria era uno degli animatori, era nostro cugino. Ma il rapporto umano e politico con lui era iniziato ben prima di dieci anni fa, quando – in parte dalle ceneri di Volontà – Libertaria prese le mosse.
Abbiamo percorso insieme il cammino di una vita da quando, giovane militante del Cafiero, lo conoscemmo intorno alla metà degli anni ’70. Fabio era sicuramente “un romano”, ne aveva le caratteristiche di schietta umanità e di passione per la convivialità. Ma in un movimento spesso affetto da discontinuità come quello della sua città, era un po’ una roccia – uno che c’era sempre, e lo ritrovavi al suo solito posto senza bisogno di andarlo a cercare.
Con noi di “A” ha sempre avuto un rapporto di stima e di simpatia (ricambiato). Come ricorda Pietro, l’ironia era uno dei suoi tratti distintivi. Per questo, anche se l’occasione non è delle più gaie, lo vogliamo ricordare qui con il suo bel sorriso aperto. Se gli potessi mandare un messaggio, gli direi “A fijo de ‘na mignotta, dove ti sei imboscato?”
Paolo Finzi |