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È la vita, si sa. Intrinsecamente legata alla morte. Due facce della stessa medaglia, afferma la saggezza popolare. Resta il fatto che in questi ultimi tempi se ne sono andati vari nostri amici e compagni, persone che in maniera molto diversa tra loro hanno vissuto e lasciato un segno, un segno libertario.
Di Fernanda Pivano si è molto parlato, prime pagine dei giornali, tanti servizi in televisione. Il personaggio lo meritava, per quel suo ruolo di ponte tra la cultura e la controcultura d’oltreoceano e la nostra, e poi Beppe Fenoglio, le traduzioni, l’Einaudi, la collaborazione con Fabrizio De André, la vicinanza con il Living Theatre da vera e propria compagna di strada, ecc.. Pubblichiamo uno scritto arrivatoci via Internet da una persona a noi finora sconosciuta, che si è presentato come un nostro appassionato lettore da anni. Al suo scritto abbiamo affidato il nostro ricordo di Nanda.
L’abbiamo conosciuta, lei presidente onorario della Fondazione Fabrizio De André, nell’ambito delle nostre produzioni e dei giri di conferenze per ricordare il comune amico e compagno Fabrizio. Lunghe chiacchierate a casa sua, dichiarazioni pubbliche – ripetute – di anarchismo e pacifismo, di antimilitarismo e di impegno sociale, magari pronunciate mentre un grande badge “per l’Ulivo” campeggiava sulla sua tunica. Non era “organica” al nostro movimento, ma la sua vita e le sue eccezionali frequentazioni la collocavano in quel mondo della controcultura anni ’60 in cui mai si fossilizzò ma che sostanzialmente continuò ad essere il suo baricentro esistenziale e politico.
Abbiamo affidato alla penna di Marianne Enckell, animatrice del Centro Internazionale di Ricerche sull’Anarchismo, a Losanna, il ricordo del militante anarchico Horst Stowasser, argentino, tedesco, un po’ italiano, cittadino del mondo. Per quasi 40 anni una figura originale e importante nell’anarchismo mondiale.
Quest’estate è morto Elio “Lorè” Secchiari, cavatore, militante del gruppo “Errico Malatesta” (aderente alla FAI) di Gragnana, frazione di Carrara. Con lui scompare una figura semplice di militante operaio, un membro di quella comunità di cavatori che tanto hanno dato, nel corso di più di un secolo, alle conquiste del movimento operaio e alle fila del movimento anarchico. Nessuna pagina di giornale, nessuna “gloria” per chi come Elio ha saputo scrivere la storia del basso, facendola quotidianamente con una vita di fatica e di impegno. È un mondo, quello che con la sua morte si allontana ancor di più nel tempo, cui siamo profondamente legati, come testimonia anche la presenza di una nostra redattrice ai funerali anarchici nel piccolo borgo a ridosso delle cave.
Mentre stiamo per chiudere questo numero, giunge la notizia della morte di Teresa Sarti, fondatrice 15 anni fa, con il marito Gino Strada, di Emergency, e suo presidente. Come rivista siamo stati tra i primissimi a segnalare la nascita di quell’organizzazione umanitaria e militante, e con Teresa in parti colare abbiamo stretto un rapporto umano e di collaborazione molto solido. Il suo sorriso un po’ triste e il suo bel volto restano presenti. E sul prossimo numero, per ricordarla, pubblicheremo il piccolo ma intenso testo che scrisse nel 2003 per il libretto del nostro DVD “Ma la divisa di un altro colore”. In ricordo di Fabrizio (e con il ricavato per il Centro chirurgico di Goderich, in Sierra Leone). E il cerchio ancora una volta si chiude.
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