L’otto e il nove maggio scorso si è tenuto a Parigi il quinto “Salon du livre libertaire” organizzato dalla Fédération anarchiste. Si tratta di un appuntamento che ogni due anni coinvolge decine di case editrici, più di un centinaio di autori, dei periodici e tra le mille e due mila persone che vengono a cercare nei numerosi stand presenti delle ragioni per approfondire quell’immaginario libertario le cui radici si estendono oramai in tantissimi paesi. Le decine di fiere del libro organizzate in tante regioni del mondo dimostrano, se era necessario, la vitalità della cultura anarchica.
Ricordo ancora una trentina di anni fa’, quando iniziammo l’avventura editoriale dell’Atelier de création libertaire, le poche decine di libri che potevamo mettere a disposizione di un “pubblico” curioso e interessato a cercare nel pensiero libertario dei sentieri percorribili per affrontare le lotte quotidiane, la riflessione scientifica, e approfondire la conoscenza di tutte quelle alternative praticabile nel senso di una democrazia orizzontale che hanno costellato la storia delle utopie sociali di ieri e nutrono quelle di oggi.
In poche parole, questi saloni ci danno la possibilità di abbracciare in un paio di giorni la ricchezza, ripeto della cultura anarchica.
Quello di Parigi è organizzato dalla Fédaration anarchiste française che è l’organizzazione anarchica più numerosa e presente qui in Francia. Tra le sue attività vorrei ricordare la pubblicazione del settimanale (tutto a colori!) Le monde libertaire, le attività quotidiane della libreria Publico e della Radio Libertaire che da più di vent’anni inonda la ragione parigina, ma oramai la si può ascoltare anche in rete, di informazioni, dibattiti, musica, eccetera nel segno della pluralità e di un non-dogmatismo ideologico, finalmente assunto, come un presupposto per mantenere aperti i rapporti con l’insieme delle iniziative e espressioni libertarie.
Un’atmosfera che abbiamo vissuto durante quest’ultimo salone. In effetti, a fianco ai non violenti dell’Unione pacifista, c’erano gli antifascisti radicali, i compagni dell’edizione della CNT, di Alternative libertaire, di Acratie, un’altra libreria più giovane che Publico, ma molto attiva, Quilombo, e non mancava la presenza di una gentile e anziana signora rappresentante dell’Unione degli Atei, di fronte alla quale una più giovane e non meno gentile signorina è venuta a presentare un suo piccolo libricino nel quale dichiara che (il suo) Dio ci permetterà di fare la rivoluzione!
Insomma si è respirato quel clima che vorremmo che facesse parte del nostro voler cambiare il mondo, idealmente, lontani da quelle situazioni in cui l’esasperazione, l’imprudenza, e a volte anche un po’ di “spensieratezza” spingono dei nostri amici/che, compagni/e a commettere degli atti che facilitano il lavoro di denigrazione dei mass-media nei confronti di quello che siamo e facciamo. (Naturalmente penso al tragico “incidente” cha ha provocato la morte di tre persone in Grecia dopo il lancio di una bottiglia molotov all’inizio del mese di maggio).
Infine, ringraziando gli organizzatori per il lavoro svolto, auspico, spero che nei prossimi saloni ci sarà una presenza più cospicua di autori e editori di altri paesi, come l’Italia, la Spagna, l’Inghilterra...
Un peu plus d’internationalisme parbleu!