Rivista Anarchica Online
"È MORTO UN CANE..."
di A. Di Solata
"È morto un cane! Un cane di meno!" grida allegramente un
graduato di polizia, 50 anni circa, faccia
cavallina, scendendo dalla sua 850, nel cortile del commissariato, rivolto a qualche suo collega sulla
porta. Sta parlando di Pinelli. Dalla stanza, dove mi tengono fra un interrogatorio e l'altro, lo vedo e lo
sento e mangio lacrime di dolore e di rabbia e insieme vergogna per lui, per quest'uomo che gioisce
per l'assassinio di un altro uomo, di un padre di famiglia come lui, di un lavoratore come potrebbe
essere lui, il poliziotto, se a vent'anni al suo paese anziché miseria e disoccupazione avesse trovato
la possibilità di guadagnarsi onestamente il pane... Un anno fa. Era la mattina del 16
dicembre. L'anarchico Giuseppe Pinelli s'era sfracellato nel cortile della Questura.
Mentre tutti istintivamente pensavano e dicevano che era stato ammazzato, i poliziotti si affannavano
a difendersi infangando Pinelli, diffamandolo nel modo più vigliacco e miserabile, quando
cioè non
poteva più difendersi. "Era un delinquente, ecc...." dice il brigadiere Panessa a Lello
Valitutti. "Il suo alibi era caduto ecc..." dice il Questore Guida ai giornalisti (*). "Gli anarchici
del Circolo Ponte della Ghisolfa sono feroci, pazzi, sanguinari..." dice un commissario al
padre di una ragazza, B. F., che in quei giorni svolgeva mansioni di baby-sitter per un compagno. E
lo invita a proibire alla figlia di rimettere piede in casa di simili belve. "Pinelli potrebbe avere messo
la bomba della Banca Commerciale" lasciano intendere alcuni
pennivendoli del Corriere della Sera e di altri fogliacci reazionari... Pino non poteva più
difendersi ma potevano difenderlo i compagni e gli amici che la campagna di
calunnie ed il clima di linciaggio morale avevano inferocito anziché intimidito. È
allora poliziotti e giornali devono fare marcia indietro. Un anno dopo neppure il più idiota
degli sbirri avrebbe il coraggio di dire in pubblico che Pinelli era
implicato nella faccenda delle bombe. I magistrati di Milano e Roma, a gara, hanno dichiarato nero
su bianco che Pinelli era del tutto estraneo
agli attentati né mai c'era stato motivo di dubitarne. Da un anno la polizia (cioè lo
Stato) è impegnata a dimostrare l'indimostrabile: che Pinelli non è stato
ammazzato. Un anno dopo, il 15 dicembre 1970, tutta una pagina del quotidiano "Il Giorno"
è presa dalle firme di
centinaia di cittadini, circoli, sezioni di partito, associazioni, che ricordano Giuseppe Pinelli ha
ammazzato come un cane. Sbirro che hai sbavato il tuo veleno sul compagno Pinelli, vedremo un
anno dopo la tua morte chi ti
ricorderà. Neppure quella disgraziata di tua moglie.
A. Di Solata
(*) Il Questore Guida è stato denunciato dalla vedova Pinelli per
diffamazione, ma il P.M. Caizzi (lo
stesso che ha archiviato l'inchiesta sulla morte di Pinelli con la formula ambigua di "caduta
accidentale") ha chiesto anche questa volta l'archiviazione per "mancanza di dolo". Cioè Guida
ha
realmente diffamato - e gravemente - Pinelli, ma l'ha fatto in buona fede, poverino!
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