Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 7
ottobre 1971


Rivista Anarchica Online

Intervento anarchico alla S. Andrea di Trieste
Gruppo Libertario di Trieste

La situazione
Alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea di Trieste (1) è in corso il trasferimento dei suoi 1.600 operai e 300 impiegati alla Grandi Motori Trieste (2) e quindi si deve rinnovare il contratto interno di lavoro. A questo scopo la Direzione sta saggiando i sindacati (FIOM, FIM, CCdL) con delle proposte che riguardano il nuovo orario, il trattamento salariale e altre condizioni di lavoro. I tecnocrati della Direzione e i burocrati sindacali siedono al tavolo delle trattative mentre tutta la fabbrica ignora sia le proposte che le risposte dei "suoi rappresentanti". Al massimo sono informati coloro che frequentano la stanza dei delegati di reparto (una trentina di persone) e persino alcuni componenti del Consiglio di Fabbrica devono aspettare che i membri della Commissione Interna elargiscano loro delle informazioni.
Il Consiglio di Fabbrica conquistato nel 1970 (3) di fatto non è riconosciuto dalla Direzione che ha come controparte durante le trattative la Commissione Interna composta dai sindacati già nominati.
I sindacati hanno il monopolio di tutta l'informazione in fabbrica, non informano la base e poi si mostrano spiacenti se nelle assemblee gli operai non discutono, propongono, "collaborano".

L'intervento anarchico
In questo quadro si colloca l'intervento del nostro gruppo attuatosi per mezzo di manifesti murali affissi all'ingresso-operai. Il primo manifesto informa gli operai ed attacca le proposte segrete della direzione che comprendono soprattutto un aumento dell'orario di lavoro, una discriminazione tra i vecchi e i nuovi assunti oltre ad un forte aumento dei ritmi.
La direzione insiste (per il momento presso i sindacati) affinché alla GMT si lavori almeno 23,30 ore al giorno nel complesso di tre turni, mentre alla FMSA sono 7,30 per turno le ore effettive di lavoro. Inoltre la GMT sorgerà fuori del comune di Trieste e aumenterà il disagio e il tempo per raggiungere la fabbrica. È da notare il fatto che Direzione e sindacati si trovano d'accordo nel voler dare una indennità di disagio solo ai lavoratori della FMSA e non ai nuovi assunti. Questo regalo costituisce un evidente tentativo di divisione della base per assicurarsi un trasferimento senza lotte.
Le reazioni al manifesto sono state le seguenti: i sindacalisti sono stati costretti a rispondere alle pressanti richieste dei lavoratori riguardo le notizie sulla vertenza lette all'esterno della fabbrica e, pur riconoscendone la veridicità, qualcuno ha usato la calunnia per fronteggiare la situazione che si era creata all'interno (gli anarchici sono stati accusati di volere la divisione della classe operaia).
La Direzione pare si sia seccata per la pubblicità data alle sue proposte e abbia rimproverato i sindacati perché le notizie erano filtrate all'esterno.
Il secondo manifesto è stato una risposta a questa accusa ed uno spunto di dibattito in vista di una assemblea nella quale dovrà essere letta, per l'approvazione, una piattaforma rivendicativa
Eccone il testo:
"Alla GMT gli operai dovranno costruire motori per 800.000 CV all'anno mentre ora la FMSA ne produce 150.000. e nel passaggio alla GMT si avrà un aumento di soli 500-600 operai. Ciò naturalmente significa un aumento dei ritmi di lavoro e di sfruttamento che è intollerabile! Un'arma a disposizione dei lavoratori può essere l'autoriduzione dei ritmi di lavoro cioè: gli operai decidono in assemblea come e quando produrre rifiutando i ritmi imposti dalla Direzione ed adeguandosi alle loro possibilità fisiche.
Il disagio per raggiungere la fabbrica ricade su tutti i lavoratori, anche su quelli che verranno assunti dopo il trasferimento. Perciò anche questi ultimi hanno diritto al riconoscimento che il tempo per i trasporti è tempo perso dagli operai per la produzione e fa parte dell'orario di lavoro. Esso non può essere compensato da un regalo della Direzione che vuole assicurarsi un trasferimento senza lotte. Ogni rivendicazione che esclude i prossimi assunti in pratica divide i lavoratori e diminuisce la forza di opposizione allo sfruttamento e al potere dei tecnocrati della Direzione.
L'unità che tutti proletari realizzano nella lotta contro il padrone e lo stato è l'unità per cui si battono gli anarchici".
Dopo il secondo intervento i sindacati si sono mostrati d'accordo per l'aumento dell'orario di lavoro (15 minuti per due turni) e per la discriminazione nel pagamento del disagio.
I sindacati sono riusciti ad imporre nel corso di un'assemblea l'approvazione della loro linea di condotta. Per denunciare i metodi usati dei burocrati, il Gruppo Libertario ha affisso vari manifesti murali. Eccone il testo:
"I sindacalisti gestori dell'assemblea della settimana scorsa alla F.M.S.A. hanno taciuto il fatto che alla G.M.T. hanno dovuto fare tre votazioni per strappare l'approvazione dei lavoratori alla loro proposta.
Il Presidente della Commissione Provinciale dell'INPS, Burlo, d'accordo con gli altri sindacalisti ha taciuto della discriminazione tra i vecchi e i prossimi assunti, i quali avranno un salario più basso (non riceveranno l'indennità di disagio).
I dirigenti sindacali hanno fatto passare l'aumento dell'orario di lavoro (15 minuti) come una vittoria dei lavoratori.
Una volta tanto gli impiegati si sono accorti della fregatura non accettando la separazione tra la lotta per il trasferimento e quella per il contratto interno. Questo farebbe il gioco dei tecnocrati della direzione che vogliono iniziare l'attività alla G.M.T. con una sconfitta dei lavoratori.
L'esperienza di queste settimane ha dimostrato meglio di ogni discorso quali sono gli interessi della direzione e il ruolo dei burocrati sindacali.
Gli operai - se vogliono - sono ancora in tempo per impedire la firma dell'accordo per il trasferimento rifiutando la strumentalizzazione dell'ultima assemblea".

Le reazioni del sindacato
Il manifesto ha suscitato interesse da parte degli operai ed ha provocato una presa di posizione dei vari dirigenti sindacali ed in particolare di Burlo, segretario della FIOM-CGIL, che ha tentato di farsi passare per diffamato.
La mattina seguente i sindacalisti hanno cercato di impedire la diffusione di Umanità Nova tra gli operai già trasferiti alla GMT, e hanno distribuito un volantino di attacco al nostro intervento. Il testo di questo volantino era stato approvato da quattro membri (su otto) dell'Esecutivo (!) del Consiglio di Fabbrica con la significativa presenza di tre responsabili dei sindacati provinciali FIOM-FIM-UILM". Il volantino dei burocrati diceva:
"... Con questo volantino intendiamo inoltre stigmatizzare l'operato di certe organizzazioni che sono completamente estranee al movimento sindacale; nel caso specifico ci riferiamo ai manifesti apparsi in questi giorni e durante le trattative, firma "ANARCHICA", che con il loro contenuto tendevano a falsare la realtà dei fatti, diffamando i responsabili sindacali, prendendone di mira uno in particolare.
COME LAVORATORI, A QUESTO DOBBIAMO PORRE FINE.
È ORA DI FINIRLA CON LE DIFFAMAZIONI! Questi "EMERITI CIALTRONI", invece di criticare tenendosi ben nascosti dietro non meglio identificate sigle politiche, portino invece della calunnia un sano ed efficace contributo ad una reale e non utopistica condotta sindacale.
Mettere in dubbio il potere decisionale dei lavoratori espresso nelle assemblee, le quali hanno dato preciso mandato ai propri rappresentanti di portare avanti la trattativa ritenendola positiva e valida, significa operare sostanzialmente contro il movimento sindacale dei lavoratori e quindi nei fatti rafforzare la politica antioperaia del padronato."
L'Esecutivo del Consiglio di Fabbrica F.M.S.A.
Trieste, 2 settembre 1971
Dopo una così impegnativa diffida a proseguire l'intervento, il gruppo ha diffuso questo volantino di risposta.
"... Fornire ai lavoratori tutte le informazioni indispensabili ad una completa conoscenza delle vertenze non è operare contro di essi. Anzi, in questo modo, si rafforza la loro volontà e capacità di lotta contro i padroni ed i tecnocrati della direzione.
La diffamazione proviene invece daI sindacati e dall'Esecutivo del Consiglio di Fabbrica, diffamazione interessata perché la gestione diretta della lotta da parte dei lavoratori - tutto il potere decisionale all'Assemblea - toglie potere ai burocrati sindacali.
Il diverso livello di conoscenza (i sindacati sanno tutto, gli operai non vengono informati) priva di ogni valore il "preciso mandato ai propri rappresentanti". Ed è proprio la delega che conferma e rafforza la subordinazione degli operai tenuti disinformati rispetto ai sindacalisti di professione addetti ai lavori. Questi ultimi e l'Esecutivo del CdF non hanno saputo precisare le loro accuse e si sono serviti unicamente di minacce. Anche dalle loro reazioni appare evidente la fondatezza della nostra iniziativa e l'utilità di continuare...
... La volontà di decidere in prima persona sulle lotte in fabbrica, dimostrata dagli operai durante l'autunno caldo, è l'indicazione sempre fatta e realizzata dagli anarchici.
NOI RIVENDICHIAMO IL DIRITTO D'INTERVENTO IN TUTTE LE LOTTE SINDACALI E NON RICONOSCIAMO A NESSUNO L'AUTORITÀ DI IMPEDIRCELO, né di fermarci con le istigazioni al linciaggio...".
Tutti gli operai hanno accettato il nostro volantino dimostrando di rifiutare l'esplicito invito sindacale all'aggressione.

Indicazioni
Da tutto questo si possono ricavare delle indicazioni importanti: in fabbrica si sta attuando la divisione tra lavoro intellettuale o direttivo e quello puramente esecutivo non soltanto tra i tecnocrati della Direzione e la base (impiegati ed operai) ma anche tra i burocrati sindacali e la massa di manovra disinformata (4) e strumentalizzata che è sempre la base. Certamente non tutti gli attivisti sindacali stanno coscientemente "fregando" gli altri operai ma chiunque li voglia tenere disinformati e ostacoli la libera organizzazione autonoma di base si rende complice dello sfruttamento.
Quali sono gli scopi dei sindacalisti che invece agiscono nel senso ora indicato? Il POTERE, la gestione della proprietà comune, che non significa comunismo, poiché l'operaio attuale resterà sempre operaio, lavoratore manuale, esecutivo e quindi sempre sfruttato.
E ancora: i sindacalisti non parlano neppure di riduzione dell'orario di lavoro, non considerano evidentemente importante che gli operai lavorino sempre meno, si neghino collettivamente come lavoratori manuali e rifiutino l'attuale modo di organizzare la produzione.
È chiaro che nel momento in cui si potrà sperimentare, per esempio in una fabbrica occupata, l'integrazione tra lavoro intellettuale e manuale e l'applicazione del principio della rotazione degli incarichi (è possibile se si pensa che il Consiglio di Fabbrica "ricalca l'organizzazione di fabbrica, cioè affonda le sue radici nell'unità data dall'organizzazione della produzione... non è una semplice riunione di lavoratori salariati, ma è insieme organico di produttori... può avvalersi della esperienza e della collaborazione di tutti i reparti, quindi può realizzare la conoscenza del processo produttivo tra tutti i lavoratori") sarà la fine per la Direzione e i sindacati, legati da interessi comuni opposti alle esigenze degli operai e la libertà per i lavoratori.

Gruppo Libertario di Trieste

(1) vedi A 5. Gli operai di questa fabbrica sono stati particolarmente combattivi durante l'autunno 1969 (blocchi stradali attorno alla fabbrica) e nel febbraio 1970 c'è stata la richiesta dell'abolizione del turno di notte che i sindacati hanno monetizzato
(2) La GMT (capitale FIAT, I.R.I.) sarà la più importante fabbrica della zona di Trieste.
(3) vedi A 5
(4) Alla GMT i saldatori scioperano contro la nocività del lavoro e i sindacati tengono la cosa segreta.