Rivista Anarchica Online
Intervento anarchico alla S. Andrea di Trieste
Gruppo Libertario di Trieste
La situazione Alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea di Trieste (1)
è in corso il trasferimento dei suoi 1.600 operai e 300
impiegati alla Grandi Motori Trieste (2) e quindi si deve rinnovare il contratto interno di lavoro. A questo
scopo la Direzione sta saggiando i sindacati (FIOM, FIM, CCdL) con delle proposte che riguardano il
nuovo orario, il trattamento salariale e altre condizioni di lavoro. I tecnocrati della Direzione e i burocrati
sindacali siedono al tavolo delle trattative mentre tutta la fabbrica ignora sia le proposte che le risposte
dei "suoi rappresentanti". Al massimo sono informati coloro che frequentano la stanza dei delegati di
reparto (una trentina di persone) e persino alcuni componenti del Consiglio di Fabbrica devono aspettare
che i membri della Commissione Interna elargiscano loro delle informazioni. Il Consiglio di Fabbrica
conquistato nel 1970 (3) di fatto non è riconosciuto dalla Direzione che ha come
controparte durante le trattative la Commissione Interna composta dai sindacati già
nominati. I sindacati hanno il monopolio di tutta l'informazione in fabbrica, non informano la base
e poi si mostrano
spiacenti se nelle assemblee gli operai non discutono, propongono, "collaborano".
L'intervento anarchico In questo quadro si colloca l'intervento del
nostro gruppo attuatosi per mezzo di manifesti murali affissi
all'ingresso-operai. Il primo manifesto informa gli operai ed attacca le proposte segrete della direzione
che
comprendono soprattutto un aumento dell'orario di lavoro, una discriminazione tra i vecchi e i nuovi
assunti oltre ad un forte aumento dei ritmi. La direzione insiste (per il momento presso i sindacati)
affinché alla GMT si lavori almeno 23,30 ore al
giorno nel complesso di tre turni, mentre alla FMSA sono 7,30 per turno le ore effettive di lavoro. Inoltre
la GMT sorgerà fuori del comune di Trieste e aumenterà il disagio e il tempo per
raggiungere la fabbrica.
È da notare il fatto che Direzione e sindacati si trovano d'accordo nel voler dare una
indennità di disagio
solo ai lavoratori della FMSA e non ai nuovi assunti. Questo regalo costituisce un evidente tentativo di
divisione della base per assicurarsi un trasferimento senza lotte. Le reazioni al manifesto sono state
le seguenti: i sindacalisti sono stati costretti a rispondere alle pressanti
richieste dei lavoratori riguardo le notizie sulla vertenza lette all'esterno della fabbrica e, pur
riconoscendone la veridicità, qualcuno ha usato la calunnia per fronteggiare la situazione che si
era creata
all'interno (gli anarchici sono stati accusati di volere la divisione della classe operaia). La Direzione
pare si sia seccata per la pubblicità data alle sue proposte e abbia rimproverato i sindacati
perché le notizie erano filtrate all'esterno. Il secondo manifesto è stato una risposta
a questa accusa ed uno spunto di dibattito in vista di una
assemblea nella quale dovrà essere letta, per l'approvazione, una piattaforma
rivendicativa Eccone il testo: "Alla GMT gli operai dovranno costruire motori per 800.000 CV
all'anno mentre ora la FMSA ne
produce 150.000. e nel passaggio alla GMT si avrà un aumento di soli 500-600 operai.
Ciò naturalmente
significa un aumento dei ritmi di lavoro e di sfruttamento che è intollerabile! Un'arma a
disposizione dei
lavoratori può essere l'autoriduzione dei ritmi di lavoro cioè: gli operai
decidono in assemblea come e
quando produrre rifiutando i ritmi imposti dalla Direzione ed adeguandosi alle loro possibilità
fisiche. Il disagio per raggiungere la fabbrica ricade su tutti i lavoratori, anche su quelli che verranno
assunti dopo
il trasferimento. Perciò anche questi ultimi hanno diritto al riconoscimento che il tempo
per i trasporti
è tempo perso dagli operai per la produzione e fa parte dell'orario di lavoro. Esso non
può essere
compensato da un regalo della Direzione che vuole assicurarsi un trasferimento senza lotte. Ogni
rivendicazione che esclude i prossimi assunti in pratica divide i lavoratori e diminuisce la forza di
opposizione allo sfruttamento e al potere dei tecnocrati della Direzione. L'unità che tutti
proletari realizzano nella lotta contro il padrone e lo stato è l'unità per cui si battono gli
anarchici". Dopo il secondo intervento i sindacati si sono mostrati d'accordo per l'aumento dell'orario
di lavoro (15
minuti per due turni) e per la discriminazione nel pagamento del disagio. I sindacati sono riusciti ad
imporre nel corso di un'assemblea l'approvazione della loro linea di condotta.
Per denunciare i metodi usati dei burocrati, il Gruppo Libertario ha affisso vari manifesti murali. Eccone
il testo: "I sindacalisti gestori dell'assemblea della settimana scorsa alla F.M.S.A. hanno taciuto il fatto
che alla
G.M.T. hanno dovuto fare tre votazioni per strappare l'approvazione dei lavoratori alla loro proposta.
Il Presidente della Commissione Provinciale dell'INPS, Burlo, d'accordo con gli altri sindacalisti ha
taciuto
della discriminazione tra i vecchi e i prossimi assunti, i quali avranno un salario più basso (non
riceveranno l'indennità di disagio). I dirigenti sindacali hanno fatto passare l'aumento
dell'orario di lavoro (15 minuti) come una vittoria dei
lavoratori. Una volta tanto gli impiegati si sono accorti della fregatura non accettando la separazione
tra la lotta per
il trasferimento e quella per il contratto interno. Questo farebbe il gioco dei tecnocrati della direzione che
vogliono iniziare l'attività alla G.M.T. con una sconfitta dei lavoratori. L'esperienza di queste
settimane ha dimostrato meglio di ogni discorso quali sono gli interessi della
direzione e il ruolo dei burocrati sindacali. Gli operai - se vogliono - sono ancora in tempo per
impedire la firma dell'accordo per il trasferimento
rifiutando la strumentalizzazione dell'ultima assemblea".
Le reazioni del sindacato Il manifesto ha suscitato interesse da parte
degli operai ed ha provocato una presa di posizione dei vari
dirigenti sindacali ed in particolare di Burlo, segretario della FIOM-CGIL, che ha tentato di farsi passare
per diffamato. La mattina seguente i sindacalisti hanno cercato di impedire la diffusione di
Umanità Nova tra gli operai
già trasferiti alla GMT, e hanno distribuito un volantino di attacco al nostro intervento. Il testo
di questo
volantino era stato approvato da quattro membri (su otto) dell'Esecutivo (!) del Consiglio di Fabbrica con
la significativa presenza di tre responsabili dei sindacati provinciali FIOM-FIM-UILM". Il volantino dei
burocrati diceva: "... Con questo volantino intendiamo inoltre stigmatizzare l'operato di certe
organizzazioni che sono
completamente estranee al movimento sindacale; nel caso specifico ci riferiamo ai manifesti apparsi in
questi giorni e durante le trattative, firma "ANARCHICA", che con il loro contenuto tendevano a falsare
la realtà dei fatti, diffamando i responsabili sindacali, prendendone di mira uno in
particolare. COME LAVORATORI, A QUESTO DOBBIAMO PORRE FINE. È
ORA DI FINIRLA CON LE DIFFAMAZIONI! Questi "EMERITI CIALTRONI", invece di criticare
tenendosi ben nascosti dietro non meglio identificate sigle politiche, portino invece della calunnia un sano
ed efficace contributo ad una reale e non utopistica condotta sindacale. Mettere in dubbio il potere
decisionale dei lavoratori espresso nelle assemblee, le quali hanno dato preciso
mandato ai propri rappresentanti di portare avanti la trattativa ritenendola positiva e valida, significa
operare sostanzialmente contro il movimento sindacale dei lavoratori e quindi nei fatti rafforzare la
politica antioperaia del padronato." L'Esecutivo del Consiglio di Fabbrica F.M.S.A. Trieste, 2
settembre 1971 Dopo una così impegnativa diffida a proseguire l'intervento, il gruppo ha
diffuso questo volantino di
risposta. "... Fornire ai lavoratori tutte le informazioni indispensabili ad una completa conoscenza
delle vertenze
non è operare contro di essi. Anzi, in questo modo, si rafforza la loro volontà e
capacità di lotta contro
i padroni ed i tecnocrati della direzione. La diffamazione proviene invece daI sindacati e
dall'Esecutivo del Consiglio di Fabbrica, diffamazione
interessata perché la gestione diretta della lotta da parte dei lavoratori - tutto il potere decisionale
all'Assemblea - toglie potere ai burocrati sindacali. Il diverso livello di conoscenza (i sindacati sanno
tutto, gli operai non vengono informati) priva di ogni
valore il "preciso mandato ai propri rappresentanti". Ed è proprio la delega che conferma e
rafforza la
subordinazione degli operai tenuti disinformati rispetto ai sindacalisti di professione addetti ai lavori.
Questi ultimi e l'Esecutivo del CdF non hanno saputo precisare le loro accuse e si sono serviti unicamente
di minacce. Anche dalle loro reazioni appare evidente la fondatezza della nostra iniziativa e
l'utilità di
continuare... ... La volontà di decidere in prima persona sulle lotte in fabbrica, dimostrata
dagli operai durante
l'autunno caldo, è l'indicazione sempre fatta e realizzata dagli anarchici. NOI
RIVENDICHIAMO IL DIRITTO D'INTERVENTO IN TUTTE LE LOTTE SINDACALI E
NON RICONOSCIAMO A NESSUNO L'AUTORITÀ DI IMPEDIRCELO, né di
fermarci con le
istigazioni al linciaggio...". Tutti gli operai hanno accettato il nostro volantino dimostrando di rifiutare
l'esplicito invito sindacale
all'aggressione.
Indicazioni Da tutto questo si possono ricavare delle indicazioni
importanti: in fabbrica si sta attuando la divisione
tra lavoro intellettuale o direttivo e quello puramente esecutivo non soltanto tra i tecnocrati della
Direzione
e la base (impiegati ed operai) ma anche tra i burocrati sindacali e la massa di manovra disinformata (4)
e strumentalizzata che è sempre la base. Certamente non tutti gli attivisti sindacali stanno
coscientemente
"fregando" gli altri operai ma chiunque li voglia tenere disinformati e ostacoli la libera organizzazione
autonoma di base si rende complice dello sfruttamento. Quali sono gli scopi dei sindacalisti che
invece agiscono nel senso ora indicato? Il POTERE, la gestione
della proprietà comune, che non significa comunismo, poiché l'operaio attuale
resterà sempre operaio,
lavoratore manuale, esecutivo e quindi sempre sfruttato. E ancora: i sindacalisti non parlano neppure
di riduzione dell'orario di lavoro, non considerano
evidentemente importante che gli operai lavorino sempre meno, si neghino collettivamente come
lavoratori manuali e rifiutino l'attuale modo di organizzare la produzione. È chiaro che nel
momento in cui si potrà sperimentare, per esempio in una fabbrica occupata,
l'integrazione tra lavoro intellettuale e manuale e l'applicazione del principio della rotazione degli incarichi
(è possibile se si pensa che il Consiglio di Fabbrica "ricalca l'organizzazione di fabbrica,
cioè affonda le
sue radici nell'unità data dall'organizzazione della produzione... non è una semplice
riunione di lavoratori
salariati, ma è insieme organico di produttori... può avvalersi della esperienza e della
collaborazione di
tutti i reparti, quindi può realizzare la conoscenza del processo produttivo tra tutti i lavoratori")
sarà la
fine per la Direzione e i sindacati, legati da interessi comuni opposti alle esigenze degli operai e la
libertà
per i lavoratori.
Gruppo Libertario di Trieste
(1) vedi A 5. Gli operai di questa fabbrica sono stati particolarmente combattivi
durante l'autunno 1969
(blocchi stradali attorno alla fabbrica) e nel febbraio 1970 c'è stata la richiesta dell'abolizione del
turno
di notte che i sindacati hanno monetizzato (2) La GMT (capitale FIAT, I.R.I.) sarà la
più importante fabbrica della zona di Trieste. (3) vedi A 5 (4) Alla GMT i saldatori
scioperano contro la nocività del lavoro e i sindacati tengono la cosa segreta.
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