Rivista Anarchica Online
Azzeccagarbugli
di E. M.
L'archiviazione "democratica" del caso Pinelli (gestione Bianchi D'Espinosa) viene stupidamente
intralciata dalle iniziative inconsulte dell'avvocato Lener (detto dai colleghi "'O Picciuotto" cioè
il
mafioso), difensore del commissario Calabresi
Nella mattinata di giovedì 26 agosto si diffonde la notizia che
Allegra e Calabresi sono indiziati di reato,
il primo per "fermo illegittimo", il secondo per "omicidio colposo". Gli avvisi di reato sono stati
comunicati ai due poliziotti dal sostituto procuratore Mauro Gresti in seguito
alla denuncia presentata il 24 giugno da Licia Pinelli al procuratore generale della repubblica Luigi
Bianchi D'Espinosa, (v. A 6) contro Allegra, Calabresi, Lo Grano e gli altri agenti che parteciparono
all'ultimo interrogatorio e alla morte di Pinelli. Licia Pinelli li accusa di "omicidio volontario". La
notizia è stata accolta con sdegno dalla destra che per bocca del deputato doroteo Speranza
denuncia
il "grave colpo sia al prestigio sia alla necessaria libertà di movimento (nell'ambito della legge)
delle nostre
forze dell'ordine". Chi spera nella verità resta perplesso, comunque, si dice, è un
passo avanti, fidando ancora in questo
apparato giudiziario nonostante si stia dimostrando, da un po' di tempo, una specie di "cosa nostra" in
toga. Bianchi D'Espinosa sta archiviando il caso Pinelli, con la sola
differenza che anziché un'archiviazione
fascista come quella di Amati, la sua sarà una ben più efficace archiviazione
"democratica". Considerato da tutti un democratico coraggioso, Bianchi D'Espinosa aveva il dovere
di portare avanti
l'istruttoria almeno fino all'interrogatorio di tutti gli imputati, poi avrebbe potuto passare l'incarico
all'ufficio istruzione perché procedesse alla perizia necroscopica.. Invece ha trasmesso subito la
patata
bollente al sostituto Mauro Gresti che conduce le indagini nel segreto istruttorio, perizia medico legale
sulla salma compresa.
Il processo pubblico Calabresi-Baldelli, è stato sospeso a tempo
indeterminato Licia Pinelli ha chiaramente accusato gli sbirri di omicidio volontario,
rappresentando anche quella parte
dell'opinione pubblica che è decisa a conoscere fino in fondo come e perché è
morto Pinelli. Bianchi
D'Espinosa ha incriminato Calabresi per mancata sorveglianza e Allegra per fermo
illegale. Incriminare due individui di fermo illegale e mancata sorveglianza quando mezza Italia li
sospetta di
assassinio è quanto meno una pubblica dichiarazione di impotenza oltre che un arbitrio
inaccettabile.
Tanto più che Allegra e già stato amnistiato e Calabresi non si capisce cosa altro doveva
fare oltre che
mettere ben cinque gorilla addosso a Pinelli di cui due ai lati della finestra e uno davanti alla porta, per
"sorvegliare" meglio. Semmai, l'impossibilità di un suicidio in queste condizioni è una
delle prove
dell'assassinio. Tanto mistificanti sono i termini dell'incriminazione quanto ridicoli i festeggiamenti di
alcuni giornali della sinistra che nella loro ottusità si illudono che si stia facendo in questo modo
"piena
luce sul caso Pinelli". Sostanzialmente le motivazioni addotte per l'incriminazione di Allegra e
Calabresi avallano
completamente le tesi della questura: suicidio di Pinelli, assenza di Calabresi dalla stanza, presenza
"casuale" di Mucilli, Panessa, Lo Grano, Mainardi. Non si tengono in nessun
conto le contraddizioni,
i falsi e le lacune emerse da due anni a questa parte, durante il processo Calabresi-Baldelli. Una denuncia
simile poteva essere fatta il giorno dopo la morte di Pinelli. Questo significa negare, senza alcuna
giustificazione, una serie di fatti e di risultanze accertate, e significa voler salvare a tutti i costi i
responsabili dell'assassinio. (1)
Il grugnito di Lener Il 22 settembre Michele Lener, legale di
Calabresi, ha presentato, una denuncia per calunnia "in proprio"
nei confronti dell'avv. Carlo Smuraglia. La denuncia, che consta di oltre 200 pagine, è un cumulo
di frasi
rabbiose, spesso volgari e ancor più spesso insolenti, degne solo di un vecchio privo di
argomenti. Ampi stralci del documento, consegnati in anteprima al giornalista Zicari, sono apparsi
in un articolo su
quattro colonne del "Corriere della Sera". Lener parla di "volontario sistematico travisamento dei
fatti", "pur consapevole della loro totale falsità",
definisce "infame documento" "monumento di falsificazione" "raccattate nel letame dei pettegolezzi" la
denuncia di Licia Pinelli che avrebbe anche, a suo dire, un "sapore ricattatorio". Come se non bastasse
per trentun pagine diffama insulta la "cosiddetta opinione pubblica", cioè milioni di italiani, che
secondo
lui sarebbero tutti preda delle "fantasie giornalistiche della sinistra". Né manca un volgare quanto
impotente attacco a Camilla Cederna per i suoi articoli sull'Espresso. Costui si permette di grugnire
che Licia Pinelli sarebbe poco più che una povera ingenua strumentalizzata
dal "rosso" Smuraglia. Conosciamo bene Licia Pinelli e auguriamo a Lener di non doversi mai
trovare solo faccia a faccia con
lei. Se c'è qualcuno che sa che Pino è stato ammazzato è Licia Pinelli, e se
c'è qualcuno che non mollerà
mai è lei. È l'unico punto fermo di questa storia. Licia Pinelli è tanto ingenua
e "strumentalizzata" che il sig. Lener ha avuto una tale sacrosanta paura a
denunciarla da dover ripiegare su Smuraglia, pur sapendo di andare contro ogni regola legale e di
compiere un atto giuridicamente assurdo è sostanzialmente idiota, accusando un avvocato per
aver
semplicemente svolto la sua funzione di avvocato (Smuraglia è infatti accusato di essersi servito
della sua
conoscenza del codice e degli atti per costruire giuridicamente la denuncia). A parte il disprezzo e
l'insolenza, la denuncia di Lener ha molti aspetti significativi. Primo, è molto
difficile credere al "motu proprio" di un uomo che da sempre è al servizio della polizia e del
Ministero
degli Interni. Secondo, questa denuncia si ricollega alla ricusazione di Biotti, e, come quella, è
un chiaro
atto intimidatorio nei confronti di magistrati e avvocati che per il caso Pinelli intendessero ancora
procedere secondo giustizia. Terzo e più grave: nella denuncia si fa rilevare che si è
atteso che Bianchi
D'Espinosa si insediasse a Milano prima di sporgere denuncia contro Allegra e gli altri. Evidentemente
Lener si sente abbastanza protetto da permettersi di minacciare, seppur velatamente, lo stesso procuratore
generale della Repubblica, accusato fra le righe di esser un democratico importuno. È un'azione
intimidatoria a largo raggio, che rientra nel conflitto che sta creando nella Magistratura una frattura fra
i "duri" e i moderati. I duri vogliono la piena gloriosa e totale innocenza della polizia, i moderati
vogliono un po' di pelle di
Allegra e Calabresi. La verità, comunque, nessuno la vuole. Di fatto, la verità si fa strada
da sola. Pinelli
è stato ucciso, se si cercavano prove per chi ancora non era convinto, questa vicenda è
più probante di
una fotografia di Calabresi che butta Pinelli dalla finestra. Non solo, la fotografia condannerebbe solo
i
cinque aguzzini, questa storia lo Stato Italiano.
E. M.
(1) Questa manovra è stata concordata a Roma, il 26 agosto, in una
riunione segreta indetta dal Min.
Restivo con la partecipazione dei delegati dei partiti. La notizia di questa riunione, è trapelata a
Roma
attraverso diversi ed attendibilissimi canali.
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