Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 7
ottobre 1971


Rivista Anarchica Online

Azzeccagarbugli
di E. M.

L'archiviazione "democratica" del caso Pinelli (gestione Bianchi D'Espinosa) viene stupidamente intralciata dalle iniziative inconsulte dell'avvocato Lener (detto dai colleghi "'O Picciuotto" cioè il mafioso), difensore del commissario Calabresi

Nella mattinata di giovedì 26 agosto si diffonde la notizia che Allegra e Calabresi sono indiziati di reato, il primo per "fermo illegittimo", il secondo per "omicidio colposo".
Gli avvisi di reato sono stati comunicati ai due poliziotti dal sostituto procuratore Mauro Gresti in seguito alla denuncia presentata il 24 giugno da Licia Pinelli al procuratore generale della repubblica Luigi Bianchi D'Espinosa, (v. A 6) contro Allegra, Calabresi, Lo Grano e gli altri agenti che parteciparono all'ultimo interrogatorio e alla morte di Pinelli. Licia Pinelli li accusa di "omicidio volontario".
La notizia è stata accolta con sdegno dalla destra che per bocca del deputato doroteo Speranza denuncia il "grave colpo sia al prestigio sia alla necessaria libertà di movimento (nell'ambito della legge) delle nostre forze dell'ordine".
Chi spera nella verità resta perplesso, comunque, si dice, è un passo avanti, fidando ancora in questo apparato giudiziario nonostante si stia dimostrando, da un po' di tempo, una specie di "cosa nostra" in toga.
Bianchi D'Espinosa sta archiviando il caso Pinelli, con la sola differenza che anziché un'archiviazione fascista come quella di Amati, la sua sarà una ben più efficace archiviazione "democratica".
Considerato da tutti un democratico coraggioso, Bianchi D'Espinosa aveva il dovere di portare avanti l'istruttoria almeno fino all'interrogatorio di tutti gli imputati, poi avrebbe potuto passare l'incarico all'ufficio istruzione perché procedesse alla perizia necroscopica.. Invece ha trasmesso subito la patata bollente al sostituto Mauro Gresti che conduce le indagini nel segreto istruttorio, perizia medico legale sulla salma compresa.

Il processo pubblico Calabresi-Baldelli, è stato sospeso a tempo indeterminato
Licia Pinelli ha chiaramente accusato gli sbirri di omicidio volontario, rappresentando anche quella parte dell'opinione pubblica che è decisa a conoscere fino in fondo come e perché è morto Pinelli. Bianchi D'Espinosa ha incriminato Calabresi per mancata sorveglianza e Allegra per fermo illegale.
Incriminare due individui di fermo illegale e mancata sorveglianza quando mezza Italia li sospetta di assassinio è quanto meno una pubblica dichiarazione di impotenza oltre che un arbitrio inaccettabile. Tanto più che Allegra e già stato amnistiato e Calabresi non si capisce cosa altro doveva fare oltre che mettere ben cinque gorilla addosso a Pinelli di cui due ai lati della finestra e uno davanti alla porta, per "sorvegliare" meglio. Semmai, l'impossibilità di un suicidio in queste condizioni è una delle prove dell'assassinio. Tanto mistificanti sono i termini dell'incriminazione quanto ridicoli i festeggiamenti di alcuni giornali della sinistra che nella loro ottusità si illudono che si stia facendo in questo modo "piena luce sul caso Pinelli".
Sostanzialmente le motivazioni addotte per l'incriminazione di Allegra e Calabresi avallano completamente le tesi della questura: suicidio di Pinelli, assenza di Calabresi dalla stanza, presenza "casuale" di Mucilli, Panessa, Lo Grano, Mainardi. Non si tengono in nessun conto le contraddizioni, i falsi e le lacune emerse da due anni a questa parte, durante il processo Calabresi-Baldelli. Una denuncia simile poteva essere fatta il giorno dopo la morte di Pinelli. Questo significa negare, senza alcuna giustificazione, una serie di fatti e di risultanze accertate, e significa voler salvare a tutti i costi i responsabili dell'assassinio. (1)

Il grugnito di Lener
Il 22 settembre Michele Lener, legale di Calabresi, ha presentato, una denuncia per calunnia "in proprio" nei confronti dell'avv. Carlo Smuraglia. La denuncia, che consta di oltre 200 pagine, è un cumulo di frasi rabbiose, spesso volgari e ancor più spesso insolenti, degne solo di un vecchio privo di argomenti.
Ampi stralci del documento, consegnati in anteprima al giornalista Zicari, sono apparsi in un articolo su quattro colonne del "Corriere della Sera".
Lener parla di "volontario sistematico travisamento dei fatti", "pur consapevole della loro totale falsità", definisce "infame documento" "monumento di falsificazione" "raccattate nel letame dei pettegolezzi" la denuncia di Licia Pinelli che avrebbe anche, a suo dire, un "sapore ricattatorio". Come se non bastasse per trentun pagine diffama insulta la "cosiddetta opinione pubblica", cioè milioni di italiani, che secondo lui sarebbero tutti preda delle "fantasie giornalistiche della sinistra". Né manca un volgare quanto impotente attacco a Camilla Cederna per i suoi articoli sull'Espresso.
Costui si permette di grugnire che Licia Pinelli sarebbe poco più che una povera ingenua strumentalizzata dal "rosso" Smuraglia.
Conosciamo bene Licia Pinelli e auguriamo a Lener di non doversi mai trovare solo faccia a faccia con lei. Se c'è qualcuno che sa che Pino è stato ammazzato è Licia Pinelli, e se c'è qualcuno che non mollerà mai è lei. È l'unico punto fermo di questa storia.
Licia Pinelli è tanto ingenua e "strumentalizzata" che il sig. Lener ha avuto una tale sacrosanta paura a denunciarla da dover ripiegare su Smuraglia, pur sapendo di andare contro ogni regola legale e di compiere un atto giuridicamente assurdo è sostanzialmente idiota, accusando un avvocato per aver semplicemente svolto la sua funzione di avvocato (Smuraglia è infatti accusato di essersi servito della sua conoscenza del codice e degli atti per costruire giuridicamente la denuncia).
A parte il disprezzo e l'insolenza, la denuncia di Lener ha molti aspetti significativi. Primo, è molto difficile credere al "motu proprio" di un uomo che da sempre è al servizio della polizia e del Ministero degli Interni. Secondo, questa denuncia si ricollega alla ricusazione di Biotti, e, come quella, è un chiaro atto intimidatorio nei confronti di magistrati e avvocati che per il caso Pinelli intendessero ancora procedere secondo giustizia. Terzo e più grave: nella denuncia si fa rilevare che si è atteso che Bianchi D'Espinosa si insediasse a Milano prima di sporgere denuncia contro Allegra e gli altri. Evidentemente Lener si sente abbastanza protetto da permettersi di minacciare, seppur velatamente, lo stesso procuratore generale della Repubblica, accusato fra le righe di esser un democratico importuno. È un'azione intimidatoria a largo raggio, che rientra nel conflitto che sta creando nella Magistratura una frattura fra i "duri" e i moderati.
I duri vogliono la piena gloriosa e totale innocenza della polizia, i moderati vogliono un po' di pelle di Allegra e Calabresi. La verità, comunque, nessuno la vuole. Di fatto, la verità si fa strada da sola. Pinelli è stato ucciso, se si cercavano prove per chi ancora non era convinto, questa vicenda è più probante di una fotografia di Calabresi che butta Pinelli dalla finestra. Non solo, la fotografia condannerebbe solo i cinque aguzzini, questa storia lo Stato Italiano.

E. M.

(1) Questa manovra è stata concordata a Roma, il 26 agosto, in una riunione segreta indetta dal Min. Restivo con la partecipazione dei delegati dei partiti. La notizia di questa riunione, è trapelata a Roma attraverso diversi ed attendibilissimi canali.