Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 2 nr. 13
giugno 1972


Rivista Anarchica Online

La ricreazione è finita
La Redazione

Le elezioni hanno dato i risultati, più o meno, che avevamo previsto, cioè un incremento (del 3% in termini di voti) del MSI a destra, a spese dei liberali e, meno sensibile, del PCI a sinistra, a spese del PSIUP; la volontaria scomparsa dei monarchici e la involontaria scomparsa dei socialproletari, con il clamoroso fallimento del Manifesto (che da extra-parlamentare diventa ex-parlamentare e dell'MPL. C'è stato inoltre l'inopinato (ma non troppo) successo democristiano (che ha dato la misura della persistente funzionalità della tattica degli opposti estremismi) ed il ritorno a destra di una parte del falso elettorato socialdemocratico.Passate le elezioni senza che da esse sia uscita (né poteva uscirne) alcuna soluzione ai problemi politici e tanto meno a quelli economici e sociali, riprende lo spettacolo sul palcoscenico del parlamento, con la rappresentazione deformata dei problemi reali. Governo di centro, centro-sinistra, "pentarchia" (neologismo), monocolore, consultazioni, programmi... Al di là del fumo una sola cosa appare certa: ogni politica governativa oggi, qualsiasi sia la formula partitica, non può che fare perno sul "ristabilimento dell'ordine", di quell'ordine dei padroni senza il quale non si esce dalla crisi, senza il quale non si fanno le riforme, senza il quale i padroni (capitalisti e burocrati) non stanno tranquilli, perché la conflittualità è "fisiologica" se si manifesta nelle fasi di sviluppo e se è priva di contenuti rivoluzionari, è "patologica" nelle fasi di stagnazione e con aspirazioni libertarie ed egualitarie.Non a caso l'ordine pubblico viene al primo posto nei discorsi programmatici del leader designato Andreotti. La repressione è dunque il tratto caratteristico dell'attuale fase politica e del prossimo futuro. Non crediamo, con questa affermazione, di ideologizzare una nostra paranoica fissazione.Limitandoci al nostro "microcosmo" di sovversivi, sono avvenuti fatti, nell'ultimo mese, che non crediamo essere "ordinaria amministrazione" ma indicativi di una netta progressione autoritaria, fatti che, pur a diverso contenuto drammatico, sono accomunati dal medesimo significato politico. Così l'assassinio dell'anarchico Serantini (e non tanto l'assassinio in sé, riferibile all'orribile sadismo di alcuni poliziotti, quanto la copertura che immediatamente gli assassini hanno avuto dalle autorità e da quasi tutta la stampa). Così il divieto di un comizio dell'Organizzazione Anarchica Milanese (per "motivi di traffico" non previsti dal codice) ed il suo "scioglimento preventivo" con il rastrellamento di una cinquantina di compagni (in tranquilla violazione di tre o quattro articoli di legge). Così l'arresto immediato e la condanna ad 1 anno e quattro mesi di un giovane anarchico romano che aveva scarabocchiato, in attesa della pizza, qualche frase ritenuta offensiva della memoria di Calabresi su una tovaglia di carta. Così la condanna ad oltre un anno di galera senza condizionale di alcuni militanti di Lotta Continua per un volantino su Calabresi (argomento tabù, assai più pericoloso della pornografia). Così l'attacco al Movimento Studentesco della "Statale" di Milano (pur così ammanigliato con la sinistra parlamentare, pur così ammorbiditosi negli ultimi mesi da consentire - colmo di democraticismo e di agibilità politica! - persino la vendita della stampa anarchica). Così la prontezza e la durezza e la disinvoltura degli interventi polizieschi ed il moltiplicarsi delle incriminazioni...L'abbiamo già detto ma giova ripeterlo. Lo stato deve intervenire in modo sempre più pesante e con violenza sempre più scoperta contro le minoranze rivoluzionarie. La ricreazione è finita. I padroni vogliono eliminare i focolari di "infezione" libertaria ed egualitaria accesi in questi anni, vogliono schiacciare la fragile ma promettente traccia di autonomia proletaria e di spirito rivoluzionario lasciata dall'autunno del '69. Il sistema economico è in crisi ed in ristrutturazione e non può permettersi probabilmente un altro autunno caldo. Poiché i sindacati non sono garanzia sufficiente deve intervenire in prima persona lo stato.La recrudescenza della repressione non ci coglie impreparati né impauriti. La violenza dello stato, l'appesantirsi delle condanne, le illegalità del potere, gli assassini impuniti sono insieme prova di forza ma anche dimostrazione di timore e dunque di vulnerabilità.