Renato Curcio, leader della guerriglia urbana in Italia, è stato arrestato per la seconda volta.
La stampa e soprattutto la RAI-TV ci hanno illustrato con dovizia di particolari "l'efficiente azione delle
forze dell'ordine". Quello che maggiormente ci ha disgustato in questa vicenda è stato l'atteggiamento
tenuto da gran parte della stampa cosiddetta democratica o di sinistra. Curcio e le B.R. sono stati, ancora
una volta, definiti come un coacervo di "provocatori oggettivi" più o meno coscientemente guidati
(tramite infiltrati) dai centri della reazione nazionale e internazionale. È il caso di Giorgio Bocca che su
"La Repubblica" (quello a cui si dovrebbe credere dopo il 14 gennaio) ripropone pari pari la tesi di
Curcio come provocatore adducendo i più triti luoghi comuni del perbenismo comunista: azioni violente
attuate alla vigilia di elezioni o referendum, o in momenti di crisi politica.
Ora, pur coscienti delle differenze, a volte enormi, che ci separano dalla ideologia e dalla strategia delle
B.R., crediamo sia estremamente ingiusto liquidare con una formula di comodo l'operato dei militanti
delle B.R. in un momento come quello attuale - che vede gli sfruttati ripiegati sempre più su posizioni
riformistiche e le sedicenti formazioni rivoluzionarie occupate solo a reggere la coda al Partito
Comunista - comprendiamo (anche se non approviamo) che qualcuno cerchi di spezzare questo cerchio
vizioso con azioni violente ed esemplari, che dovrebbero far comprendere ai lavoratori che padroni,
sbirri, magistrati non sono irraggiungibili e possono essere colpiti.
Il fatto è che gli sfruttati in questo momento storico non recepiscono questo messaggio e queste azioni
esemplari raramente vengono condivise. Ma al di là del giusto riconoscimento alla sincerità di intenti che
animano questi rivoluzionari (che non dimentichiamolo, pagano di persona) rimane il nostro dissenso,
la nostra forte opposizione alla concezione politica delle B.R., al loro porsi come "avanguardia armata
del proletariato", nucleo del futuro "partito rivoluzionario" che dovrebbe "guidare" il proletariato verso
il comunismo. Noi, al contrario, siamo convinti che per realizzare la vera rivoluzione sociale debbano
essere gli sfruttati in prima persona ad agire e che tutte le avanguardie (anche le più sincere) null'altro
sono che i futuri gestori di un nuovo potere.