Rivista Anarchica Online
senza titolo 1
Cari compagni,
con questa lettera voglio richiamare l'attenzione dei compagni della Redazione su alcuni punti che a
me come a molti altri lettori, sembrano di seria importanza. D'altra parte voi stessi continuamente
sollecitate critiche e consigli da parte dei compagni e dei lettori affinché possa mantenersi un rapporto
diretto tra chi fa la rivista e chi la compra o la diffonde; e per contribuire con tutta una serie di
suggerimenti, a renderla migliore. Innanzi tutto io ritengo insufficiente il numero delle pagine,
veramente poche per una rivista mensile. Poi c'è una vera carenza per ciò che riguarda la situazione
internazionale (questa purtroppo è una deficienza di tutta la stampa anarchica di lingua italiana)
eccetto naturalmente per la Spagna su cui si torna con una certa frequenza. Il risultato è:
incomprensione o addirittura ignoranza delle vicende internazionali, assimilazioni e scimmiottamenti
di posizioni e valutazioni ricavate dalla stampa extraparlamentare. Nulla infatti si è scritto sul Medio
Oriente, sull'Irlanda, poco sul Portogallo, silenzio assoluto sui movimenti africani e asiatici ecc.....
Occorre quindi secondo me mettersi in contatto con compagni di tutto il mondo affinché si supplisca
a questa carenza e per essere informati sui movimenti anarchici di ogni parte del mondo, come
agiscono, come lottano, che giornali hanno, se sono perseguitati, se sono carcerati e via. Bisognerebbe
che la rivista si interessasse di tutte quelle esperienze libertarie e di base in corso su tutto il mondo,
delle lotte autonome internazionali, dei movimenti di guerriglia non controllati dai soliti burocrati, se
all'interno vi sono compagni anarchici o libertari. Nessuno per esempio dei lettori sa se c'è una
tendenza anarchica in Cina, e se c'è che ruolo ha o ha avuto, e così per il Giappone e il resto del
Globo. Mi rendo conto che tutto questo chiama in causa l'internazionalismo anarchico da ricostruire
e subito, ma al limite del possibile, si può secondo me intrecciare rapporti con compagni dei vari paesi
che mandino scritti su queste cose. Tramite la stampa borghese apprendo di compagni anarchici nei
lager russi, ebbene sarebbe interessante riuscire a sapere qualcosa sulla condizione dei nostri
compagni nelle nazioni a socialismo poliziesco attraverso la Croce Rossa Internazionale, la Lega dei
Diritti dell'uomo, il Tribunale Russel o altre vie clandestine e non. Sarebbe utile pure di tanto in tanto
un'analisi sulle tendenze del capitalismo internazionale in modo da aiutare i compagni nell'azione
rivoluzionaria, fare delle indagini sulle province italiane non industrializzate, dove più drammatica
è la situazione della disoccupazione, articoli sul Mezzogiorno e le isole, su ogni manifestazione di
disobbedienza al Potere, che ha bisogno di essere pubblicizzata, le interviste agli operai in lotta che
purtroppo mancano. Occorre dare pure ampio spazio a elementi di tipo culturale che si tende da ogni
parte a dimenticare: teatro, cinema, musica, saggistica, arti figurative, poesia, e non farne solo ed
esclusivamente un uso strumentale, ma capirne le tendenze, il messaggio, ciò che c'è di positivo.
Utilizzare i compagni che lavorano in questo senso per un impegno che arricchisca l'anarchismo a
livello culturale e che sia nello stesso tempo momento di pratica e di verifica. Ci sono moltissimi
compagni che scrivono, dipingono, creano forme nuove di linguaggio e di comportamento che devono
sentirsi impegnati, ma i compagni della stampa devono occuparsi della poesia anarchica, della
saggistica anarchica e di ogni manifestazione culturale che non sia riformista e mercenariamente
venduta al Potere, per rompere ogni egemonia riformista e borghese della cultura e per valorizzare
quelle forme alternative di sentire che devono aiutare sin da ora a partorire la società libertaria. Spero
che i compagni terranno conto di queste esigenze anche se parziali ed espresse disordinatamente.
Fraterni saluti
Angelo Gaccione (Milano)
In linea di massima siamo d'accordo con le osservazioni del compagno Gaccione sulla necessità di
allargare l'arco delle questioni trattate sulla rivista. Ci limitiamo pertanto a qualche rilievo. Innanzitutto non è vero che nulla sia stato scritto sul Medio Oriente e sull'Irlanda (cfr. i nn. 4-15-19).
Altrettanto inesatta è l'affermazione che poco spazio sia stato dedicato al Portogallo: ben 11 dei 15
numeri di "A" successivi al golpe del 25 aprile 1974 hanno in diversa misura trattato della situazione
portoghese. Il problema di fondo con il quale ci scontriamo è quello della carenza di valide collaborazioni in molti
campi tuttora scoperti su "A". Ai compagni particolarmente "specializzati" in certi temi e disposti a collaborare periodicamente ad "A"
rinnoviamo pertanto l'invito a mettersi in contatto con noi.
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