Rivista Anarchica Online
Marini e Valitutti
a cura della Redazione
Con una lettera aperta al senatore del P.C.I. Umberto Terracini, inviata per conoscenza ad
Umanità Nova ed ai "giornali tutti democratici e comunisti", il compagno Giovanni Marini
denuncia le ingiustizie e le provocazioni messe in atto contro di lui dalle autorità del carcere
fiorentino nel quale è costretto a trascorrere le notti e - contrariamente ad una precisa delibera del
tribunale di Napoli - anche le domeniche ed i giorni festivi. Marini denuncia anche il sostanziale
"furto" operato dalle medesime autorità carcerarie sulla busta-paga di operaio, che
quotidianamente si guadagna da vivere lavorando in una fabbrica vicino a Firenze: per un motivo
o per l'altro, le autorità si trattengono infatti la maggior parte delle sue entrate. Faccio appello a
te, Terracini, ed all'eletto presidente della repubblica Pertini - afferma Marini - affinché non sia
oltre permesso che un antifascista condannato per di più innocente continui ad essere sottoposto
a misure restrittive carcerarie ed a provocazioni mentre che in qualche anno scorso è stata
concessa la grazia ai reclusi per la strage dei braccianti di Portella delle Ginestre, ad opera del
mercenario bandito Giuliano e dei suoi uomini, servi del potere. (...)
Nel fare nostra la denuncia del compagno Marini contro le autorità del carcere fiorentino di Santa
Teresa, non vogliamo tacere le perplessità (a dir poco) che hanno suscitato in noi le lodi da lui
intessute di Terracini (che ha fatto parte del collegio di difesa di Marini): tu sei stato - gli ha
scritto Marini nella sua lettera - il punto di riferimento più alto, il riferimento ad una scuola di
antifascismo all'esempio di una vita di lotte, di carcere, di dignità, di cultura socialista e
comunista.
Certo, Terracini non è assimilabile in tutto e per tutto ai "tipici" leaders del P.C.I. come Togliatti,
Longo, ecc., sempre pronti alla diffamazione, alla delazione, all'eliminazione anche fisica dei loro
avversari. Ma forse dovrebbe bastarci qualche sua "impennata" critica verso alcuni aspetti della
linea del partito per farci scordare il suo ruolo di leader storico del P.C.I.? E non è forse vero che
le sue solitarie "impennate" servono al partito proprio per dimostrare la sua presunta
democraticità?
Non è certo tra i burocrati del P.C.I. che possiamo trovare i nostri "punti di riferimento".
Valitutti
Il compagno Pasquale Valitutti, implicato dalla polizia nel fallito rapimento del figlio
dell'armatore livornese Neri e sempre proclamatosi innocente, ha ottenuto finalmente la libertà
provvisoria. Attualmente si trova in un albergo di Livorno e si sottopone a quotidiane cure
mediche. Le sue condizioni di salute, infatti, rapidamente aggravatesi all'indomani del suo
arresto ed ulteriormente peggiorate in seguito agli scioperi della fame da lui attuati per
rivendicare la sua libertà, permangono gravi.
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