Rivista Anarchica Online
Sbarre e stellette
a cura della Redazione
La ripresa delle lotte sul terreno dell'antimilitarismo - alla quale abbiamo dato ampio spazio
nell'ultima annata della rivista - ha subito trovato puntuale risposta da parte delle autorità militari.
Due degli otto compagni firmatari della prima dichiarazione collettiva di rifiuto del servizio
militare e civile sono stati arrestati. Il 1° dicembre ad Arzignano (Vicenza) è stato arrestato
Graziano Cortiana, rinchiuso nel carcere militare di Peschiera del Garda: nel successivo mese di
gennaio, senza nulla lasciar trapelare all'esterno, Cortiana è stato processato e condannato. Non
conosciamo l'entità della condanna, dal momento che la notizia stessa della condanna è pervenute
indirettamente anche ai compagni che erano in corrispondenza con lui (pare che la posta in
partenza dal carcere sia stata bloccata d'autorità). Il 2 gennaio a Brescia i carabinieri hanno
arrestato Sergio Bassi, latitante da oltre tre mesi perché renitente alla leva (anche lui firmatario
della citata dichiarazione collettiva): l'arresto - come hanno denunciato i familiari e gli amici di
Sergio in un comunicato-stampa - è stato effettuato dai CC che, con un ingente spiegamento di
forze, armati fino ai denti, hanno colto nel sonno e catturato il pericoloso "criminale" Sergio
Bassi. Immediatamente trasferito a Bari, Bassi è stato rinchiuso in cella d'isolamento nel piccolo
carcere militare di Bari-Palese: sarà processato il 7 febbraio presso il tribunale militare del
capoluogo pugliese.
Un altro obiettore totale anarchico, Matteo Danza, condannato nel luglio scorso ad un anno di
reclusione per il suo rifiuto di prestare servizio militare, è stato trasferito dal carcere militare di
Forte Boccea (Roma) a quello di Palermo, certo come misura punitiva. Ciò che maggiormente
preoccupa è che Danza è stato ricoverato per un periodo all'ospedale militare romano del Celio
per uno stato anemico di cui non si conosce la gravità. Nel medesimo carcere militare di Palermo
si trova rinchiuso Sandro Gozzo di Pianiga (Venezia), tratto in arresto ai primi di gennaio ed ora
detenuto in attesa di giudizio. Gozzo è stato il primo in Italia ad autoridursi il servizio civile dai 20
mesi previsti dalla legge a 12 mesi, parificandolo così al periodo di ferma militare, motivando
questa sua coraggiosa decisione (che può costargli una condanna pari a quella di un obiettore
totale) con una dichiarazione pubblica, inviata anche al ministero della difesa. Gozzo non è
anarchico, né nella sua dichiarazione si trovano specifici riferimenti ideologici: in suo appoggio si
sono mobilitate organizzazioni clericali (come Comunione e Liberazione) e la stessa curia,
ricordando (strumentalmente) la sua passata attività nell'azione cattolica. Il suo gesto, comunque,
ha un significato di rottura con le istituzioni e di azione diretta superiore a tutte le mozioni che in
favore della riduzione a 12 mesi del servizio civile possono aver approvato tutti i convegni
antimilitaristi. Un altro obiettore cattolico che sta pagando per la sua scelta antimilitarista è
Silverio Capuzzo.
Vi sono poi casi di repressione giudiziaria militare - ogni anno vengono emesse sentenze militari
contro migliaia di giovani - che non colpiscono reati "politici", ma apparentemente "comuni". Se
si tiene presente il cinico autoritarismo che regola la vita di caserma e l'estrema difficoltà di reagire
collettivamente, ben si può comprendere come la ribellione possa passare anche da gesti istintivi,
apparentemente inconsulti, che comunque le autorità militari si preoccupano di far pagare a
carissimo prezzo. Sintomatica è la vicenda giudiziaria di Marco Caciotosto e Claudio Basso,
detenuti a Forte Boccea dove stanno scontando il primo una pena di 3 anni e mezzo, il secondo 3
anni, per il furto di un paio di mitra realizzato insieme ad un terzo giovane che, come compenso
per la soffiata (è stato infatti lui a confessare ai superiori la responsabilità dei tre), è stato assolto
per insufficienza di prove. Imputati anche di porto abusivo d'arma da guerra in luogo pubblico,
Caciotosto e Basso rischiano un'ulteriore condanna dal tribunale civile.
Per una serie di reati che vanno dall'insubordinazione alla disobbedienza, all'allontanamento
illecito Patrizio Frigo si è preso 17 mesi di reclusione, che si aggiungono ad altri 10 (con la
condizionale) affibbiatigli per una precedente diserzione.
Segnaliamo infine l'iniziativa presa dal compagno Franco Pasello di rispedire al ministero della
difesa (o meglio "ai signori della guerra", come li definisce nella sua lettera) il congedo militare
che le autorità si sono premurate di fargli arrivare a casa. Pasello, come si ricorderà (cfr.
l'intervista con lui sul n.66 di "A"), ha pagato con due condanne per complessivi 24 mesi (dei quali
19 effettivamente scontati) il suo rifiuto dell'esercito. Ora le autorità, facendogli arrivare (come a
tutti i giovani che abbiano fatto il servizio militare o civile, o che per varie ragioni ne siano stati
esentati) il congedo, gli hanno ricordato che deve sempre ritenersi "in forza", pronto a partire
immediatamente in caso di chiamata alle armi. Con una lettera aperta molto secca Pasello ha
rispedito il congedo al mittente, invitando tutti a fare altrettanto.
Al momento di andare in macchina, apprendiamo che il processo contro Alessandro Gozzo si è
concluso con la condanna del giovane autoriduttore a 7 mesi di carcere militare.
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