Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 72
febbraio 1979 - marzo 1979


Rivista Anarchica Online

Per me ormai è troppo tardi
a cura della Redazione

Quattro donne, di età e condizioni sociali diverse (una studentessa, una contadina, una casalinga e un'impiegata) hanno risposto a queste domande:

1. Come vivi il fatto di essere donna?

2. Credi che il movimento delle donne abbia cambiato qualcosa? E se sì cosa?

3. Pensi comunque che il problema dello sfruttamento della donna sia risolvibile all'interno di questa società? E se sì, come?

Mirella, 34 anni - contadina

La mattina mi alzo verso le cinque e mezza, faccio le cose di casa per mio marito, per le figlie, poi verso le otto parto per i campi. I lavori sono diversi, secondo il periodo.

Poi verso sera, le quattro e mezza-cinque, ritorno a casa e ricomincio: la cena, governare gli animali, le bambine, lavare, stirare, fino alla sera tardi che crollo dalla stanchezza. A volte mi addormento con la testa sul tavolo da quanto sto stanca.

Sempre così: di giorno piove o non piove c'ho sempre il lavoro. Tutti i giorni, anche la domenica; giusto il giorno di Natale è stata un'eccezione. Gite niente, soddisfazioni niente, d'andare fuori non se ne parla. A me piacerebbe, però....

Per mio marito invece non è così. Prima di tutto lui si alza più tardi, trova la colazione pronta, poi va a lavorare, lavora quelle 7, 8 ore al massimo poi se ne va con gli amici, viene a casa, vuole la cena e guai se c'è qualche cosa che non gli va bene. Lui è libero di decidere cosa fare e dove andare, io se devo andare magari a Rieti devo annunciarlo 10 giorni prima, spiegare perché e come e all'ultimo momento c'è sempre un pretesto per rimandare. Non parliamo poi di uscire o andare a trovare un'amica: problemi a non finire.

Un'altra cosa che mi dispiace è di non aver studiato un po' di più: ho dovuto smettere alla quarta elementare. A casa eravamo tre: io e due maschi e siccome c'era bisogno di braccia per lavorare la terra hanno pensato che era meglio che mi sacrificassi io: per loro una donna non aveva bisogno di studiare.

Poi mi sono sposata e invece di trovare il meglio ho trovato il peggio.

In alcuni casi sì. Per esempio dividersi il lavoro tra uomo e donna a me sembra giusto, però bisogna trovare l'uomo che è d'accordo.

Per me è impossibile. Mio marito non mi ha mai aiutata né mi aiuterebbe. A lui sembra normale che io lavoro il doppio, fuori e a casa. Certo, le femministe hanno ragione a volere la parità e a imporsi. Però per me ormai è troppo tardi. Magari la situazione può cambiare per le mie figlie, hanno più possibilità per scegliere in modo diverso. Anche perché hanno visto la vita che ho fatto io e non vorranno certo fare la stessa.

Mah!.......

Per me che faccio la contadina è molto difficile. Io lavoro ma i soldi ricavati dal mio lavoro nemmeno li vedo. Vanno tutti a finire per le spese di casa. Quando serve una cosa per me non c'è né mai. Mio marito invece quando guadagna dei soldi con altri lavori (fa anche il muratore) se li spende come vuole.

Per i giovani, soprattutto quelli che studiano, forse sarà diverso. Sia per il fatto economico e sia perché in città e nei paesi più grossi c'è un'altra mentalità, ma qui che è un piccolo paese non credo che le cose possano cambiare.

Adesso c'è la mia figlia più grande che studia a Rieti, ha deciso di continuare. Io sono d'accordo e cerco di aiutarla in tutti i sensi. Voglio che da grande sia libera, e non schiava come sono stata io.