Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 72
febbraio 1979 - marzo 1979


Rivista Anarchica Online

È molto difficile
a cura della Redazione

Quattro donne, di età e condizioni sociali diverse (una studentessa, una contadina, una casalinga e un'impiegata) hanno risposto a queste domande:

1. Come vivi il fatto di essere donna?

2. Credi che il movimento delle donne abbia cambiato qualcosa? E se sì cosa?

3. Pensi comunque che il problema dello sfruttamento della donna sia risolvibile all'interno di questa società? E se sì, come?

Carmen, 45 anni - impiegata

Oggi essere donna è difficile, più difficile di un tempo quando i ruoli erano fissi e non venivano messi in discussione. La coscienza che certi atteggiamenti maschili sono inaccettabili come anche alcune vecchie posizioni femminili, pone la donna nella necessità di doversi creare dei modelli nuovi, contro tutto e contro tutti. Allo stesso tempo non ha ancora conquistato un'indipendenza mentale-affettiva dal maschio (quella cioè che ogni maschio ha per tradizione culturale) non riesce cioè a vivere la sua vita per sé stessa soltanto, ma ha ancora bisogno dello stimolo dato da un rapporto affettivo.

Oltre a questo ci sono tutte quelle difficoltà ormai pubblicizzate in ogni giornale come: trovare lavoro che non sia subordinato; trovare casa per una donna sola è molto più difficile; girare nelle strade e persino essere accettate in alcune case se si è nella situazione di non accoppiate (si fa o un po' pena o un po' paura); difficoltà nel far accettare le proprie opinioni su certi settori tradizionalmente maschili; difficoltà, come dicevo prima, di essere coerenti con le proprie teorie.

Secondo me ha soprattutto modificato sostanzialmente l'atteggiamento passivo e spesso remissivo di moltissime donne, che hanno acquistato forza sentendosi spalleggiate dall'opinione pubblica, e di molti uomini che o si rendono conto dei reali problemi e cercano di crescere o non si sentono di non essere "à la page" e hanno portato alla ribalta problemi che inevitabilmente provocano una crescita e una maturazione nella gente.

Secondo quello che ho potuto osservare però, nonostante ciò la donna media non si identifica con il movimento femminista, pur usufruendo delle loro conquiste.

Se non si risolve lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo che è alla base della nostra società capitalista non vedo molte possibilità di risolvere lo sfruttamento delle donne. Credo comunque che siano necessari sforzi su due linee: uno per quanto riguarda l'educazione permanente dei nostri figli, figlie che ci compete personalmente a noi tutte e per questo non credo basterà una generazione; e poi su un piano politico (oltretutto strettamente legato a quello dell'educazione) con maggiori spazi per il lavoro alle donne, leggi che mettano sullo stesso piano maschi e femmine nell'accudire i figli (permessi dal lavoro e così via), servizi e istituzioni basati sul concetto che uomo e donna hanno lo stesso diritto di lavorare e di badare ai figli, spazi nella scuola per appoggiare e mettere in pratica l'ideologia del non sfruttamento, della non competizione, della riumanizzazione dei rapporti.

Chiaramente queste sono cose utopistiche in una società come la nostra basata appunto sulla competizione, lo sfruttamento e la disumanizzazione dei rapporti.