Rivista Anarchica Online
Obiezione totale
di Molinelli Giancarlo, Osio Enos, Guerrini Luigi, Calò Valentino, Crotti Ezio
Fabrizio Tanfoglio è stato arrestato e condannato in base alla legge 772 e come lui tanti altri che si
sono rifiutati di obbedire alla struttura militare non presentandosi in caserma o a una commissione
militare che decide se si è obiettori di coscienza o meno, non facendo 8 mesi di servizio civile in
più rispetto a quello militare.
Per la scarcerazione e il riconoscimento della sua domanda di obiezione decidemmo di fare un atto
di disobbedienza civile non continuando a prestare servizio civile, al fine di non collaborare con la
manifesta ingiustizia in atto nei confronti di Fabrizio e ritenendolo anche un mezzo di pressione
rivendicativa.
Questa azione ci ha già permesso inizialmente di avere stimoli e tempo a disposizione per studiare,
discutere e riflettere sul militarismo, l'antimilitarismo, la nonviolenza le proposte di disobbedienza
civile, poi di scegliere di metterci in quella condizione che la struttura militare chiama obiezione
totale o diserzione.
Per noi cosa significa questa scelta che loro cercano di criminalizzare bollandoci come
delinquenti?
È presto detto: solamente amore.
Fa uno strano effetto scrivere oggi questa parola perché, in un mondo in cui domina la violenza,
par di essere romantici sognatori al di fuori del tempo.
Ma è proprio oggi come ieri c'è la violenza che le nostre idee e il nostro modo di fare sono invece
reali e a dimostrarlo è proprio la repressione cui siamo fatti oggetto.
Ma parliamo di questo amore senza paura - perché mai dovremmo averne?-.
Amiamo la libertà nostra e degli altri perché l'una non ha ragione senza l'altra e la vogliamo vivere
tutti i giorni proprio perché siamo uomini liberi.
Che senso avrebbe la vita, l'essere uomini se lo facessimo da schiavi?
Amiamo la semplicità in ogni cosa e tutti lo possono vedere. Ciò che diciamo e facciamo è alla
luce del giorno, non dobbiamo nasconderci perché non abbiamo nulla da temere e da
rimproverarci se non l'esserci impegnati troppo poco per quello in cui, in coscienza, crediamo.
Amiamo soprattutto la gente. Vogliamo stare con gli altri, parlare, confrontarci, vivere e costruire
insieme agli altri. Ma è proprio perché vogliamo amare ed essere amati, perché amiamo la libertà,
la semplicità, la vita, che ci incarcereranno; perché loro vogliono la violenza delle armi e
dell'esercito, perché vogliono la schiavitù delle leggi e delle istituzioni, perché vogliono
l'alienazione e l'abbrutimento umano della fabbrica e del lavoro, perché a loro tutto è lecito e
consentito pur di non perdere la posizione di padrone, di comandante, di sfruttatore.
Chi parla di una società nuova fatta di gente libera e felice dà fastidio e va messo a tacere; noi
invece ne parliamo e volentieri e non ci limitiamo a questo, cerchiamo di vivere quanto diciamo
perché da perdere non abbiamo altro che la nostra schiavitù e da guadagnare abbiamo la
realizzazione del nostro essere uomini.
Per quanto riguarda il nostro caso sarebbe un grave errore crederci solamente in antagonismo
all'esercito. È vero che generali, codici, tribunali e carceri militari tenteranno di schiacciarci ma
questo può accadere anche perché hanno il supporto ideologico e materiale di un apparato
legislativo antidemocratico; di politicanti pronti a tutto pur di salvaguardare i loro privilegi; di
padroni sfruttatori schiavi anch'essi del denaro di cui si credono possessori; di istituzioni bestiali
che giornalmente spengono quel poco di umano che è rimasto in noi; di una cultura di una
tradizione secolari al servizio degli interessi di quei pochi che, grazie soprattutto al silenzio e alla
passività di noi molti, da sempre ci succhiano la vita. Questo nostro documento se così lo
vogliamo chiamare, è sì rivolto a tutti ma in special modo a chi, in questo momento, sta lottando
contro la guerra e il militarismo. Come non violenti antimilitaristi antiautoritari, dichiariamo di
essere per:
- Lo smantellamento di tutte le strutture militari
- La distruzione di tutti gli armamenti
Ci sembra inoltre importante rendere pubbliche le motivazioni di coscienza della nostra scelta al
fine di proporre un confronto che stimoli tutti ad una più approfondita ricerca di azioni coerenti
con i principi in cui ognuno crede. Il nostro intento infatti non è quello di ricercare il consenso a
tutti i costi per avallare la nostra tesi o per sentirci gratificati dalle nostre scelte, ma che ognuno si
responsabilizzi sempre più.
In particolar modo a tutti i giovani che ancora sono in servizio civile o si apprestano a farlo,
rendiamo noto che noi ci rifiutiamo di continuare a svolgerlo perché strumentale ai fini di una
logica militare - infatti la legislazione sul servizio civile ha sapientemente soffocato il potenziale
antimilitarista che aveva spinto la classe dominante di allora a risolvere la contraddizione ormai
insostenibile di persone che pagavano la loro obiezione al militarismo con la galera.
Ci opponiamo inoltre a qualsiasi nuova proposta di servizio civile in quanto l'obiezione
all'apparato militare e al militarismo è lampante che non sarà mai concessa né tutelata da nessun
tipo di legge. Contrari inoltre a delegare ad una legge o istituzione il nostro antimilitarismo. Ai
giovani di leva dichiariamo che noi speriamo e vogliamo che le accademie restino vuote che i
corpi volontari dell'esercito, della marina, dell'aeronautica, della polizia e i contingenti di leva
obbligatoria vengano disertati. A tutti dichiariamo di credere che solo creando un vuoto morale e
fisico intorno ai responsabili della classe militare e negando loro il diritto di decidere per la vita o
morte di tutti, si possa ridurre se non eliminare la violenza legalizzata del militarismo.
Promuoviamo inoltre assemblee nelle scuole e nei posti di lavoro dove si discuta
dell'antimilitarismo e della nonviolenza e si giunga poi se necessario allo sciopero generale per la
pace e la libertà.
Facciamo della disobbedienza civile la nostra prassi quotidiana in ogni campo, per essere fautori in
prima persona, senza nessuna delega, della nuova società di uomini liberi, felici della propria e
altrui libertà.
Inoltre dichiariamo di essere reperibili in via Margheriti 9 presso l'alloggio collettivo obiettori
Brescia, per qualsiasi adesione, confronto ecc..
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