Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 9 nr. 76
estate 1979


Rivista Anarchica Online

La rivolta di Stettino
di Vincent Albouy

All'epoca della rivolta operaia del 1970-71 in Polonia il "movimento" è di tale portata da coinvolgere spesso le strutture di potere nell'impresa e a volte anche al suo esterno. I lavoratori si organizzano per la lotta, nascono in tutta la Polonia comitati di sciopero. La storia di quello di Stettino è la più interessante perché è il luogo in cui questa esperienza è stata più completa e perché esiste una buona documentazione sui fatti. Gli operai di Stettino, infatti, hanno applicato spontaneamente una forma di autogestione per più di un mese, spinti dalla necessità della lotta e dall'assenza del potere "legale" della città.

La rivolta di dicembre

Il 13 dicembre 1970, mentre la situazione economica del paese peggiora continuamente, viene deciso un aumento dei prezzi dei generi alimentari. È questo il detonatore che fa scoppiare tutta una serie di scioperi, sommosse e rivolte che sconvolgono la Polonia per circa due mesi. Il movimento ha inizio a Gdansk dove il 15 dicembre si verificano violente sommosse e combattimenti nelle strade. Subito scioperi e sommosse si estendono a tutta la costa baltica e a gran parte della Polonia. A Stettino l'agitazione inizia il 17 dicembre: il cantiere navale di Adolf Warski entra in sciopero, viene eletto un comitato operaio. Le sue rivendicazioni (in parte economiche, in parte politiche) vengono respintedalle 'autorità che rifiutano di negoziare. In risposta viene indetta una manifestazione che subito si trasforma in sommossa. Dopo una violenta battaglia di strada gli operai sono padroni della città. Inizia così l'esperienza autogestionaria di Stettino.

Il primo comitato di sciopero

Gli scioperi di dicembre a Stettino sono stati innescati verosimilmente da militanti attivi del partito comunista. In Polonia, per un operaio attivo, vi è solo il partito che gli permette di inserirsi nella vita sociale e quindi non stupisce che gli attivisti del partito abbiano avuto un ruolo importante nei primi giorni, tenendo anche conto della loro autorità sui compagni di lavoro. Inoltre, nel clima sociale, politico ed economico esistente allora in Polonia il partito era diviso in due tendenze ed era prevedibile un cambiamento ai vertici in seguito a questi avvenimenti. Vi era quindi sicuramente una componente di opportunismo nell'atteggiamento di questi attivisti che evidentemente pensavano a possibili promozioni. E vi era anche un calcolo da parte dell'amministrazione dei cantieri navali che durante gli stessi avvenimenti di dicembre resta in posizione neutrale.
Nei cantieri navali ciascun reparto sceglie tre rappresentanti che a loro volta eleggono il comitato di sciopero. Sia tra i tre "delegati", sia tra i componenti del comitato i membri del partito sono numerosi. Ma quando il 20 dicembre Gierek sostituisce Gomulka, il partito ritrova la sua unità, gli attivisti decidono che lo scopo è stato raggiunto e che l'agitazione non deve più continuare. Essi cercano quindi di calmare gli operai insoddisfatti ma in questo modo riflettono sempre meno lo spirito degli operai dei cantieri e a poco a poco si staccano da loro e agiscono solo per il partito. Il comitato di sciopero, presieduto da Dopierala, membro del partito, resta un corpo inerte.
Ma se il partito sembra riuscire a controllare il movimento al suo inizio, la situazione cambia rapidamente. Inizialmente, durante la battaglia di strada del 17 dicembre, la sede del partito viene attaccata, saccheggiata e incendiata. Molti bruciano le loro tessere. Successivamente, quando la crisi del partito sarà risolta e gli attivisti faranno di tutto per frenare il movimento, impedendo anche al comitato di sciopero di funzionare, gli operai reagiscono. Sempre combattivi essi creano un nuovo comitato di sciopero composto soprattutto da "senzapartito" che si sono rivelati buoni militanti nei giorni precedenti. I due principali sono Edmund Baluka, presidente del Comitato, e Adam Ulfik, vicepresidente e comandante della milizia operaia. Ambedue hanno precedenti giudiziari (tentativo di passare all'ovest e percosse ad attivisti) che gli impediscono di entrare nel partito ma che sono considerati dagli altri operai come una garanzia.

L'organizzazione della città

Dal 17 dicembre gli operai sono padroni di Stettino e il comitato di sciopero inizia ad amministrare la città. Stettino conta 300.000 abitanti ed è situata alla frontiera tedesca, alla foce dell'Oder. Oltre ai cantieri navali vi sono anche numerose altre aziende industriali. Il comitato di sciopero dei cantieri navali, non si sa bene se per accettazione tacita o per il confluirvi di altri delegati, si trasforma in comitato centrale di sciopero e si occupa di mantenere nella città condizioni di vita pressoché normali.
Il comitato chiede ai lavoratori del gas e dell'elettricità di non scioperare ed infatti solo i quartieri operai della città saranno forniti di luce e gas, mentre i quartieri ricchi ne saranno privati. Anche i tram continuano a funzionare e tutti hanno una bandiera su cui è scritto: "noi non siamo dei gialli, il comitato di sciopero dei cantieri ci chiede di funzionare". Il giornale della città, il "Kurier" riappare per permettere una migliore diffusione delle informazioni. Il comitato assicura anche l'approvvigionamento della città, ad esempio fa venire il pane da Zielona Gora, una città che dista 200 chilometri. Infine ristabilisce le comunicazioni, soprattutto con Gdansk. La situazione a Stettino è praticamente normale grazie all'intervento del comitato di sciopero. Non si conosce la data in cui esso ha cessato di occuparsi della città, probabilmente col passare del tempo le autorità "legali" hanno ripreso poco a poco in mano la situazione fino alla sparizione definitiva del comitato di sciopero.
Nei cantieri anche gli operai si organizzano per lo sciopero e la lotta. I cantieri sono sotto la sorveglianza di tutti, ma esiste anche una milizia operaia che serve ad evitare le provocazioni del potere, e che si dimostra utile quando scopre un gruppo di uomini prezzolati incaricati di fare saltare le installazioni del porto. In tutti i cantieri gli altoparlanti diffondono continuamente informazioni sugli avvenimenti. Non si conoscono bene le strutture che hanno permesso ai lavoratori di prendere in mano la città. Nei cantieri vi sono tre delegati eletti per officina e cinque delegati eletti dai reparti di produzione che assicurano i contatti con il comitato di sciopero. A Stettino i comitati operai nei quartieri, sotto la direzione del comitato di sciopero, organizzano la produzione (per l'energia, l'alimentazione, le comunicazioni) e la vita collettiva.

Da dicembre a gennaio

Il 20 dicembre Kaim, nuovo vice primo ministro, viene a negoziare ai cantieri ed ottiene dal comitato la sospensione dello sciopero. Ma nei giorni che seguono vengono fatte numerose riunioni nei reparti e la ripresa del lavoro nei fatti non si realizza. Le rivendicazioni operaie non sono sempre state soddisfatte e la situazione continua ad essere esplosiva a Stettino come in tutta la Polonia. Un tentativo di manipolare una riunione fa scoppiare un nuovo sciopero. L'11 gennaio il partito organizza un meeting nel reparto di costruzione dei tubi. Arriva all'improvviso la televisione che filma la scena e uno striscione messo all'insaputa degli operai che proclama la volontà di superare il piano di produzione. Ripresa dalla stampa, questa falsa informazione provoca un nuovo periodo di agitazione.

Tre giorni di democrazia

Il 22 gennaio, durante un meeting improvvisato, viene deciso di prolungare lo sciopero e l'occupazione fino alla venuta di Gierek per negoziare. Il comitato di sciopero, composto ora da una maggioranza di "senzapartito" si ingrandisce con delegati provenienti da imprese esterne che si mettono in sciopero per solidarietà con i cantieri navali. Qualche centinaio di dockers vengono a rafforzare il sistema di sorveglianza operaia. Così, durante questo sciopero parecchie centinaia di operai si buttano in un'azione politica per loro senza precedenti e che gestiscono in prima persona. La maggior parte di essi sono "senzapartito".
Questo sciopero e il tipo di organizzazione che l'ha accompagnato costituiscono un movimento spontaneo e unico fino ad ora nella storia del proletariato polacco. Il comitato di sciopero, composto da circa 40 membri, è permanente. Alcuni dei suoi membri hanno un mandato per compiti precisi da svolgere. È la base che si esprime veramente: in ciascun reparto si susseguono riunioni in cui tutti discutono sulle proposte del comitato che si vede sottoporre, tramite i "cinque" le osservazioni delle assemblee. Durante i tre giorni in cui permane questa situazione nei cantieri vi è una incessante circolazione di idee senza alcuna censura. È stato anche previsto un ufficio speciale per raccogliere tutte le impressioni degli operai di tutte le imprese in sciopero. Sono in centinaia ad affluirvi per dire la loro sia sui dettagli del regolamento sia sui metodi per il risanamento del sistema.
Questo sciopero improvvisato è una brusca esplosione di libertà e, contrariamente al loro atteggiamento del mese di dicembre, sia la direzione che il partito fanno di tutto per opporvisi. Un fedele membro del partito, utilizzato dagli scioperanti per le sue conoscenze di diritto, cerca di far passare alla radio dei cantieri un appello per la ripresa del lavoro, senza riuscirci. La direzione taglia i viveri e poi l'elettricità ai cantieri circondati dalla polizia. Poiché un assalto sembra imminente gli operai minacciano di distruggere le installazioni. In questa situazione infuocata si verifica l'impossibile: Gierek si presenta ai cantieri navali per negoziare. Arriva all'improvviso per approfittare della sorpresa. Dopo una discussione di circa nove ore Gierek ottiene la fine dello sciopero. L'aumento dei prezzi viene mantenuto ma gli operai ottengono l'organizzazione di elezioni sindacali libere. Il comitato di sciopero si trasforma in comitato operaio per sorvegliare lo svolgimento delle elezioni.
A partire da ora la situazione ridiventa, poco a poco, "normale". Il consiglio operaio perderà tutti i suoi poteri dopo l'elezione sindacale del 12 febbraio e il potere eliminerà in diversi modi (tra cui l'assassinio) i principali militanti di questa lotta, i più popolari nei cantieri.

La lezione di questa esperienza

Per un mese Stettino è stata amministrata, almeno parzialmente, dai lavoratori in lotta che hanno improvvisato poiché non avevano previsto una tale situazione. C'è stata l'autogestione della città ma anche l'autogestione della lotta, con la pratica delle assemblee di base che eleggono dei rappresentanti e che sorvegliano e discutono gli atti e le proposte di questi delegati. Numerose imprese hanno seguito i cantieri navali ed hanno partecipato a questo movimento totalmente spontaneo. Gli operai di Stettino non erano anarchici ma sotto la pressione degli avvenimenti hanno riscoperto un tipo di azione e di organizzazione molto vicini a quelli che noi anarchici ci proponiamo.
Un altro fatto importante è l'apparizione di persone "senzapartito" che si sono rivelate nel mese di dicembre e che si sono forgiate nel corso della lotta. Questi militanti, usciti dalla massa degli operai, molto popolari, sono stati presto preferiti all'"avanguardia proletaria" del partito. Alcuni si sono gettati in questa lotta solo per l'abolizione dell'aumento dei prezzi, ma altri avevano una visione più ampia come Ulfik che voleva una sollevazione di tutto il popolo polacco per poter cambiare il sistema (non andava abbastanza lontano: solo un sollevamento di parecchi se non tutti i paesi dell'Est potrebbe riuscirci).
La situazione probabilmente non era solo idilliaca. Non si sa in quale misura il comitato di sciopero, soprattutto in dicembre, riflettesse le aspirazioni degli operai né se il vecchio potere, durante l'amministrazione popolare, realmente non intervenisse più. Vi sono state numerose manovre per cercare di sabotare lo sciopero, manovre teleguidate dal partito. Lo stesso comitato di sciopero era infiltrato dal servizio di sicurezza. Durante tutta la durata della lotta esso è stato sottoposto a continue pressioni di cui non si conoscono tutti gli effetti.
Ma Stettino nel 1970-71 costituisce la prova che il partito comunista, i burocrati, non sono necessari alla classe operaia che può gestirsi da sola. Questo è l'aspetto più sovversivo di questi avvenimenti. Se n'è ben reso conto il potere che in seguito ha fatto di tutto per far sparire ogni traccia materiale di questi pochi giorni di potere operaio e di libertà.