Rivista Anarchica Online
Sciopero vigilato
di Emiliano, operaio alle Officine Reggiane (Reggio Emilia)
Imitando il comportamento dei loro colleghi tedeschi, i sindacati hanno presentato alla riunione del collettivo
CGIL-CISL-UIL del 3 gennaio il codice di autoregolamentazione degli scioperi. Il documento è leggermente
modificato rispetto a quello presentato alla riunione del 21 dicembre, poiché molte categorie hanno ravvisato
il
pericolo di un attacco alle lotte operaie e all'autonomia sindacale delle stesse. Questo codice, per ora, esclude
i settori dell'industria e dell'agricoltura, e nel terziario interessa "i servizi volti a
garantire la tutela della salute e dell'incolumità delle persone", e quelli nei quali la federazione unitaria
individua
interessi collettivi da salvaguardare necessariamente. Naturalmente da questo progetto sono escluse le categorie
del sindacalismo autonomo. Dopo quattro anni di discussioni, dunque, le confederazioni sindacali sono
finalmente riuscite a stabilire un discorso preciso sulla autoregolamentazione del diritto di sciopero, che pur
essendo ancora limitato sarà ben presto allargato - sotto la spinta delle forze sociali - a tutte le categorie
del
mondo del lavoro. La burocrazia sindacale, infatti, nonostante abbia ribadito il suo rifiuto a dar attuazione
all'articolo 40 della costituzione (si tratta dell'articolo che fissa la necessità di una disciplina legislativa dello
sciopero), si è comunque detta disponibile a discutere ulteriormente questo problema. D'altro canto
il padronato, sotto la pressione costante delle lotte operaie, si è complimentato con il sindacato per
aver stabilito un precedente e già richiede ad alta voce la messa fuori-legge dello sciopero a singhiozzo, a
scacchiera e tutte quelle forme di lotte parziali e articolate che si sviluppano sui posti di lavoro. Vediamo ora
in sintesi i punti salienti del codice di autoregolamentazione dello sciopero della federazione CGIL-CISL-UIL:
1) si prevede la comunicazione preventiva con preavviso della data e delle modalità dello sciopero da
parte delle
categorie alle strutture territoriali e vincola solamente gli iscritti alla federazione CGIL-CISL-UIL; 2) la
struttura territoriale valuterà le modalità dello sciopero proposto dalle categorie in relazione anche
agli
effetti di carattere sociale che esse comportano nella collettività; 3) qualora continuassero ad esistere
differenti valutazioni fra federazioni di categorie e confederazioni è prevista
la maggioranza semplice; 4) il mancato rispetto della procedura indicata darà luogo all'applicazione
di sanzioni disciplinari già previste dagli
statuti confederali o di categoria nei confronti dei dirigenti sindacali; 5) la competenza a valutare gli scioperi
delle varie categorie alle strutture comprensoriali unitarie, alle strutture
regionali unitarie e alla federazione nazionale unitaria. Da questo documento si può ben comprendere
come le centrali sindacali cerchino da una parte di criminalizzare
ulteriormente le lotte che parecchi lavoratori organizzano in modo autonomo dalle burocrazie, dall'altra di
contenere e ridurre "l'autonomia" e la "conflittualità" che certi settori sindacali esprimono. Questo
codice di disciplina, a nostro avviso, sarà ben presto allargato a tutti i settori produttivi permettendo
così
una maggiore stabilità politica e organizzativa del sindacalismo tricolore. Val la pena, in proposito, citare
testualmente la definizione che di questo codice ha dato il dirigente CGIL Zuccherini: queste norme - ha detto
- rappresentano un indiscutibile successo del sindacato unitario poiché superano la concezione
classista in
una logica di solidarietà sociale. Ai fautori della solidarietà sociale tra
proletariato e borghesia vorremmo solo rammentare che la lotta di classe
non si può né vietare né tantomeno autoregolamentare. Per noi invece che siamo per l'azione
diretta e per lo
scontro ad oltranza con il padronato, l'illegalità delle lotte rimane sempre l'unica fonte di diritto!
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