Rivista Anarchica Online
Argentina
a cura della Coordinadora libertaria latino americana
Per illustrare il clima e alcune delle cose che vengono fatte in Argentina, pubblichiamo ampi
stralci di una lettera di un compagno.
Buenos Aires, 27 novembre 1980. Con i primi rigori di una estate che si presenta con la minaccia
di lasciarci tutti fritti, vi mando queste righe che fanno parte di un sistema che ho inventato e che
mi permette di conversare con i compagni che sono lontani dopo essere stato con un gruppo di
giovani che danno vita e impulso alla biblioteca X.Y. di tanto gradevole ricordo, almeno per me.
In questo nucleo c'è un po' di tutto, come in farmacia: poeti, cineasti, aspiranti letterati, lavoratori
(cosa abbastanza strana di questi tempi), studenti, e qualcuno di quei sognatori, incalliti che
credono che la rivoluzione sociale sia dietro l'angolo. Formano un gruppo originale che si divide
molto bene il lavoro ed editano una rivista che si chiama "..." di cui sta uscendo il secondo
numero e in cui trasfondono le loro inquietudini letterarie, che secondo il mio spirito critico non
sempre centrano l'obiettivo. Ciò nonostante i giovani continuano l'attività e tengono aperto il
locale - dettaglio per niente disprezzabile in questi tempi -, che funziona come cine-club con
sufficiente successo sia per presenza di pubblico, sia per la vivacità dei dibattiti a cui assistono,
per ordine superiore, un paio di poliziotti di quartiere come si confà a un regime che "cerca la via
del dialogo".
Era molto tempo che non vedevo la biblioteca tanto frequentata. Vi sono domeniche in cui
150/200 persone seguono i cicli di cinema tedesco, francese, canadese o inglese. Poiché tutti i
frequentatori sono giovani, molto giovani, esiste, in verità, un poco di disordine, direi di
indolenza, che è la caratteristica universale di chi vive questo periodo, che a me sembra il
pliocene. Ma non manca di rallegrarmi la partecipazione a una entità che in un modo o nell'altro
ha una identità precisa e la cui attività non è un segreto per nessuno. I frequentatori di questo
locale sanno bene di cosa si tratta e sempre circolano libri, si scambiano informazioni, i più
capaci fanno opera di proselitismo, insomma questi ragazzi ci danno la sensazione che qualcuno
ha ricevuto il messaggio. A volte organizzano un concerto di chitarra o la presentazione di qualche lavoro
letterario con la
sua pleiade di bardi tanto rari quanto strani, con i loro indumenti strambi e le loro odi ermetiche
la cui rappresentazione è veramente comica. Altre volte collaborano gruppi di teatro che hanno
proliferato come i cinesi; ce n'è di buoni, mediocri, cattivi e pessimi, ma fra di loro si intendono...
Ma, quello che conta, è che tutto questo dà vita al locale che, detto fra parentesi, è l'unico
dei
nostri che funziona. Sempre meglio che niente. Di quelli che voi conoscete tutti continuano a
dare il loro apporto con una costanza ammirevole per molti motivi, se si tiene conto che la paura
è merce molto corrente. Ogni tanto si tengono conferenze su temi anodini, perché quando si tenta
di trattare argomenti politico-sociali non è permesso e alla data fissata una pattuglia si mette di
fronte al locale per impedire lo svolgimento. Così vanno le cose! (...). Voi sapete più di noi
ciò che succede qui perché l'informazione è carente e tutto l'apparato non fa
che ripetere le consegne ufficiali. La martellante propaganda di regime raggiunge limiti di tortura
da cui nessuno sfugge perché persino attraverso i fori fanno passare ciò che vogliono inocularti.
Se a questo si aggiunge l'instabilità economica, la paralisi politica, il rollare bellico del canale di
Beagle (in riferimento ai preparativi bellici tra Argentina e Cile - n.d.r.), l'imbecillità sportiva,
il
virus patriottico e il disorientamento della maggior parte della gente, già potete avere un
panorama approssimativo di come stanno le cose qui. C'è chi sostiene che l'America Latina è il
fulcro della lotta, quello che è certo, però, è che è molto difficile vivere in queste
condizioni.
L'individuo più sicuro di sé finisce per diventare insicuro. Vi cito le aziende che sono fallite
recentemente: La Martona, La Superiora, La Cantàbrica, Tamet, La Agricola S.A., Deutz,
Sasetru, e una quantità di banche e finanziarie, e ne tralascio altrettante perché tutti i giorni sulla
stampa appaiono notizie di fallimenti e elenchi di creditori. Cosa che mostra inequivocabilmente
che il paese non funziona. (...) Però basta la salute.... Ciao.
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