Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 90
marzo 1981


Rivista Anarchica Online

Bolivia: intervista a un sindacalista della COB
dalla rivista Bicicleta

Quali sono, secondo te, le ragioni politiche, sociali e ideologiche che spiegano l'ultimo golpe militare boliviano?

Cercare di illustrare i motivi politici, sociali ed ideologici (o economici) che possono spiegare l'ultimo golpe militare in Bolivia significa cercare di spiegare il perché dei 189 colpi di stato, in media uno ogni nove mesi, che registra la storia di questo popolo. Fattori di dipendenza economica, di dipendenza geopolitica, di intrecci culturali, di traumi di sviluppo e persino fattori di origine psicologica, come la ragione delle smisurate ambizioni di potere dei militari boliviani, concorrono a tratteggiare un quadro molto complesso che non semplifica la comprensione dell'ultimo, fino ad oggi, golpe militare. Sul piano economico, la corsa sfrenata al profitto, messa in moto dal regime di un altro militare, Banzer, insieme alla spinta al consumismo, ha esaltato la volontà d'impadronirsi della macchina dello stato per sfruttarla, sistemare i parenti e gli amici, salvaguardare il traffico interrotto degli aiuti internazionali in prestiti e crediti, proteggere le loro reti di traffico di narcotici e di contrabbando e speculare sugli acquisti di armi. Tutto ciò nell'intento di frenare l'evoluzione sindacale e popolare.
Sul piano geopolitico, la necessità del governo argentino di avere la sicurezza al proprio interno di un'immunizzazione della sua popolazione dagli "estremismi", che in caso contrario potrebbero portare ad un indebolimento della "sicurezza nazionale Argentina", che appare come la più stabile dell'America del Sud. Contemporaneamente, e nel suo interesse, tenersi alleata la Bolivia nella eventualità di un conflitto con il Cile.
Nell'ambito culturale, la lotta sempre più aspra dell'elemento indigeno e meticcio contro il dominio culturale va producendo, ad esempio, la sorprendente adesione dei contadini del paese alla Central Obrera Boliviana, nella quale vedono uno strumento di liberazione. Gli scontri contadini del novembre 1979 han fatto rizzare le orecchie alla reazione che di conseguenza soppesa la "pericolosità" di questo movimento e trova, contro di esso, la soluzione di un "governo forte" appaiato al demagogico patto militare-contadino che adesso il governo intende rafforzare, credendo che colla consegna di assegni, che poi risultano scoperti, a istituzioni comunali, sia riuscito a piegare la decisissima volontà dei contadini.
Le tremende sperequazioni, in uno sviluppo ai suoi primordi, colla costruzione di lussuosi edifici, alberghi e supermercati nelle città, a lato di una scandalosa miseria della popolazione (250 neonati morti ogni mille entro il primo anno di vita!) ha dato origine a una decisa motivazione alle lotte sindacali boliviane, che mettendo in pericolo le "Istituzioni", hanno provocato la logica reazione preventiva, dando una motivazione agli autori dell'ultimo golpe.
E su tutto ciò, volteggiando come avvoltoi, gli appetiti ambiziosi di potere di capi e capetti, che hanno scoperto nella struttura terroristica d'importazione argentina un'arma poderosa, che raggiunge i suoi scopi terrorizzando non solo la popolazione civile, ma gli stessi nuclei di militari che avrebbero preferito l'uso marginale del potere e delle sue ramificazioni, senza i rischi anche personali che comporta il golpe e la reazione del popolo.
Quest'ultima affermazione è provata dal fatto che questo è stato storicamente il primo golpe militare provocato da paramilitari, dipendenti dei comandi operativi e addestrativi argentini.

Puoi descriverci il ruolo della Central Obrera Boliviana, nel contesto politico e sociale della Bolivia e nel campo più generale del sindacalismo latinoamericano.... Quali sono le sue caratteristiche principali?...

La Central Obrera Boliviana venne fondata nel 1952, sull'onda dell'entusiasmo popolare per il risultato dell'insurrezione popolare di quell'anno che spazzò via l'esercito, ricostituito anni dopo. L'organizzazione sindacale ebbe a soffrire per la coabitazione col potere ufficiale del Movimento Nazionalista Rivoluzionario (MNR), che costituì una dura esperienza che forse può spiegare l'accento che, in Congressi e documenti, gli operai boliviani pongono sull'indipendenza sindacale dal governo e dai partiti politici. Conseguenza di questa coabitazione fu il crollo dell'organizzazione e il mantenimento delle milizie operaie che, si disse, avrebbero difeso le conquiste sociali ottenute. Man mano che si fece più chiara la separazione dall'ufficialità, crebbe nell'ambiente sindacale, attraverso le attività, gli atteggiamenti e le dichiarazioni, la coscienza della forza sindacale, cui contribuì l'esercizio del controllo operaio con diritto di veto, la nascita di radio sindacali minerarie in tal numero che nel 1965 ne erano in funzione 23 attraverso una rete nazionale. Conseguenza di questa consapevolezza del proprio peso, sono state la decisione e la messa in pratica di basarsi su proprie tesi politiche, economiche e culturali che neppure gli stessi partiti politici della sinistra possono vantare.
Il ruolo che la COB svolge a livello nazionale è quello di rappresentare, insieme alle necessità di immediata rivendicazione della situazione economica e sociale dei lavoratori, una profonda ansia di liberazione e di indipendenza sindacale, che ha portato la COB a non aderire a nessuna organizzazione regionale né mondiale del sindacalismo. Questa preoccupazione, aggiunta all'unità dei lavoratori e dei contadini attorno alla COB, che molte volte si è tentato di disarticolare senza mai riuscirci, ha fatto sì che quest'anno, dati i problemi sindacali e generali dell'America Latina, si convocasse, per il mese di ottobre, una Conferenza Sindacale di Unità Latinoamericana, cui dovevano assistere tutte le confederazioni nazionali dei paesi dell'America centrale e del sud, quale che fosse la loro centrale d'appartenenza. Le caratteristiche del tutto particolari del movimento sindacalista della Central Obrera Boliviana, nella quale parecchi partiti pretendono di avere più azioni di quelle che realmente hanno, gli fan mancare i vantaggi della somiglianza comparativa con altri movimenti sindacali latinoamericani e per il risalto della unità, dell'indipendenza sindacale e per la pluralistica partecipazione ideologica o partitica, la COB merita il prestigio di cui gode nell'ambito delle lotte sociali ispano-americane.
È un fatto positivo che dalle assemblee di base, che caratterizzano tanto e soprattutto il movimento della Federazione Sindacale dei Lavoratori Minerari della Bolivia, spina dorsale della COB, si dà voce alle proteste e alle limitazioni delle funzioni dei dirigenti. Questo fatto, e il forte contenuto libertario di cui sono impregnate tutte le lotte, permette di trovare nelle sfere sindacali boliviane uno spazio adeguato per diffondere postulati libertari che risultano parzialmente di contenuto affine a quelle già caratteristiche del movimento sindacale boliviano. Ma che esigono, anche se non portano l'etichetta di azione diretta, una partecipazione personale e coerente come dimostrano alcuni casi. La COB ha ottenuto a livello nazionale, oltre alla considerazione del resto dei paesi, la sua condizione di unica garanzia certa di un processo in cui, quanto meno, siano rispettate le norme dei diritti umani e le garanzie individuali; per cui si può dire che, finché non si otterrà il recupero dei diritti e delle organizzazioni sindacali boliviane, non ci sarà restituzione di questo processo cosiddetto democratico e che implica un minimo di convivenza.

Che prospettive ci sono per il movimento sindacalista boliviano in questi momenti da un punto di vista libertario?

Non è facile parlare delle prospettive del movimento sindacalista boliviano nel contesto dell'attuale dittatura: la Bolivia è sempre alla vigilia di qualcosa. Ma la tendenza consolidata del movimento della COB è di assicurare per tutto il popolo quel minimo di garanzie "democratiche", poiché è questa la cosa urgente e prioritaria; giacché, è inutile dirlo, se finora le cose vanno così è perché il potere armato è nelle mani dell'esercito, dei suoi sbirri e mercenari importati, che operano ogni volta che la COB cresce e approfondisce il suo movimento al raggiungimento di una dichiarata e diffusa necessità di trasformazione sociale, così tragicamente condizionata in un paese che, economicamente, per la dipendenza, la sua geopolitica, per la sua ubicazione territoriale, e per i freni culturali, è minacciato dall'interno e dall'esterno. I nuclei responsabili della COB, tra cui hanno rilevanza quelli della Federazione dei Minatori, hanno consapevolezza chiara dei limiti e da qui, osservato dall'esterno, che possono chiamarsi tentennamenti o incoerenze, come la revoca dello sciopero nel novembre del '79 o il "patto" di tregua firmato coi capi militari nell'aprile di quest'anno.
Ciò che invece non deve lasciar adito a dubbi è il fatto che la gestione del movimento della COB costituisce, con tutte le sue forme, una solida speranza nel lungo e cruento sviluppo della conquista di giorni migliori per i lavoratori; per cui, così come in Bolivia nel resto dell'America Latina, la presenza, partecipativa e personale dei libertari non deve né può spezzarsi.