Rivista Anarchica Online
Bolivia: intervista a un sindacalista della COB
dalla rivista Bicicleta
Quali sono, secondo te, le ragioni politiche, sociali e ideologiche che spiegano l'ultimo golpe
militare boliviano?
Cercare di illustrare i motivi politici, sociali ed ideologici (o economici) che possono spiegare
l'ultimo golpe militare in Bolivia significa cercare di spiegare il perché dei 189 colpi di stato, in
media uno ogni nove mesi, che registra la storia di questo popolo. Fattori di dipendenza
economica, di dipendenza geopolitica, di intrecci culturali, di traumi di sviluppo e persino fattori
di origine psicologica, come la ragione delle smisurate ambizioni di potere dei militari boliviani,
concorrono a tratteggiare un quadro molto complesso che non semplifica la comprensione
dell'ultimo, fino ad oggi, golpe militare. Sul piano economico, la corsa sfrenata al profitto, messa
in moto dal regime di un altro militare, Banzer, insieme alla spinta al consumismo, ha esaltato la
volontà d'impadronirsi della macchina dello stato per sfruttarla, sistemare i parenti e gli amici,
salvaguardare il traffico interrotto degli aiuti internazionali in prestiti e crediti, proteggere le loro
reti di traffico di narcotici e di contrabbando e speculare sugli acquisti di armi. Tutto ciò
nell'intento di frenare l'evoluzione sindacale e popolare. Sul piano geopolitico, la necessità del governo
argentino di avere la sicurezza al proprio interno
di un'immunizzazione della sua popolazione dagli "estremismi", che in caso contrario potrebbero
portare ad un indebolimento della "sicurezza nazionale Argentina", che appare come la più
stabile dell'America del Sud. Contemporaneamente, e nel suo interesse, tenersi alleata la Bolivia
nella eventualità di un conflitto con il Cile. Nell'ambito culturale, la lotta sempre più aspra
dell'elemento indigeno e meticcio contro il
dominio culturale va producendo, ad esempio, la sorprendente adesione dei contadini del paese
alla Central Obrera Boliviana, nella quale vedono uno strumento di liberazione. Gli scontri
contadini del novembre 1979 han fatto rizzare le orecchie alla reazione che di conseguenza
soppesa la "pericolosità" di questo movimento e trova, contro di esso, la soluzione di un
"governo forte" appaiato al demagogico patto militare-contadino che adesso il governo intende
rafforzare, credendo che colla consegna di assegni, che poi risultano scoperti, a istituzioni
comunali, sia riuscito a piegare la decisissima volontà dei contadini. Le tremende sperequazioni, in uno
sviluppo ai suoi primordi, colla costruzione di lussuosi
edifici, alberghi e supermercati nelle città, a lato di una scandalosa miseria della popolazione
(250 neonati morti ogni mille entro il primo anno di vita!) ha dato origine a una decisa
motivazione alle lotte sindacali boliviane, che mettendo in pericolo le "Istituzioni", hanno
provocato la logica reazione preventiva, dando una motivazione agli autori dell'ultimo golpe. E su tutto
ciò, volteggiando come avvoltoi, gli appetiti ambiziosi di potere di capi e capetti, che
hanno scoperto nella struttura terroristica d'importazione argentina un'arma poderosa, che
raggiunge i suoi scopi terrorizzando non solo la popolazione civile, ma gli stessi nuclei di militari
che avrebbero preferito l'uso marginale del potere e delle sue ramificazioni, senza i rischi anche
personali che comporta il golpe e la reazione del popolo. Quest'ultima affermazione è provata dal fatto
che questo è stato storicamente il primo golpe
militare provocato da paramilitari, dipendenti dei comandi operativi e addestrativi argentini.
Puoi descriverci il ruolo della Central Obrera Boliviana, nel contesto politico e sociale della
Bolivia e nel campo più generale del sindacalismo latinoamericano.... Quali sono le sue
caratteristiche principali?...
La Central Obrera Boliviana venne fondata nel 1952, sull'onda
dell'entusiasmo popolare per il
risultato dell'insurrezione popolare di quell'anno che spazzò via l'esercito, ricostituito anni dopo.
L'organizzazione sindacale ebbe a soffrire per la coabitazione col potere ufficiale del Movimento
Nazionalista Rivoluzionario (MNR), che costituì una dura esperienza che forse può spiegare
l'accento che, in Congressi e documenti, gli operai boliviani pongono sull'indipendenza sindacale
dal governo e dai partiti politici. Conseguenza di questa coabitazione fu il crollo
dell'organizzazione e il mantenimento delle milizie operaie che, si disse, avrebbero difeso le
conquiste sociali ottenute. Man mano che si fece più chiara la separazione dall'ufficialità, crebbe
nell'ambiente sindacale, attraverso le attività, gli atteggiamenti e le dichiarazioni, la coscienza
della forza sindacale, cui contribuì l'esercizio del controllo operaio con diritto di veto, la nascita
di radio sindacali minerarie in tal numero che nel 1965 ne erano in funzione 23 attraverso una
rete nazionale. Conseguenza di questa consapevolezza del proprio peso, sono state la decisione e
la messa in pratica di basarsi su proprie tesi politiche, economiche e culturali che neppure gli
stessi partiti politici della sinistra possono vantare. Il ruolo che la COB svolge a livello nazionale è
quello di rappresentare, insieme alle necessità di
immediata rivendicazione della situazione economica e sociale dei lavoratori, una profonda ansia
di liberazione e di indipendenza sindacale, che ha portato la COB a non aderire a nessuna
organizzazione regionale né mondiale del sindacalismo. Questa preoccupazione, aggiunta
all'unità dei lavoratori e dei contadini attorno alla COB, che molte volte si è tentato di
disarticolare senza mai riuscirci, ha fatto sì che quest'anno, dati i problemi sindacali e generali
dell'America Latina, si convocasse, per il mese di ottobre, una Conferenza Sindacale di Unità
Latinoamericana, cui dovevano assistere tutte le confederazioni nazionali dei paesi dell'America
centrale e del sud, quale che fosse la loro centrale d'appartenenza. Le caratteristiche del tutto
particolari del movimento sindacalista della Central Obrera Boliviana, nella quale parecchi partiti
pretendono di avere più azioni di quelle che realmente hanno, gli fan mancare i vantaggi della
somiglianza comparativa con altri movimenti sindacali latinoamericani e per il risalto della unità,
dell'indipendenza sindacale e per la pluralistica partecipazione ideologica o partitica, la COB
merita il prestigio di cui gode nell'ambito delle lotte sociali ispano-americane. È un fatto positivo che
dalle assemblee di base, che caratterizzano tanto e soprattutto il
movimento della Federazione Sindacale dei Lavoratori Minerari della Bolivia, spina dorsale della
COB, si dà voce alle proteste e alle limitazioni delle funzioni dei dirigenti. Questo fatto, e il forte
contenuto libertario di cui sono impregnate tutte le lotte, permette di trovare nelle sfere sindacali
boliviane uno spazio adeguato per diffondere postulati libertari che risultano parzialmente di
contenuto affine a quelle già caratteristiche del movimento sindacale boliviano. Ma che esigono,
anche se non portano l'etichetta di azione diretta, una partecipazione personale e coerente come
dimostrano alcuni casi. La COB ha ottenuto a livello nazionale, oltre alla considerazione del
resto dei paesi, la sua condizione di unica garanzia certa di un processo in cui, quanto meno,
siano rispettate le norme dei diritti umani e le garanzie individuali; per cui si può dire che, finché
non si otterrà il recupero dei diritti e delle organizzazioni sindacali boliviane, non ci sarà
restituzione di questo processo cosiddetto democratico e che implica un minimo di convivenza.
Che prospettive ci sono per il movimento sindacalista boliviano in questi momenti da un punto di
vista libertario?
Non è facile parlare delle prospettive del movimento sindacalista boliviano nel contesto
dell'attuale dittatura: la Bolivia è sempre alla vigilia di qualcosa. Ma la tendenza consolidata del
movimento della COB è di assicurare per tutto il popolo quel minimo di garanzie
"democratiche", poiché è questa la cosa urgente e prioritaria; giacché, è inutile dirlo,
se finora le
cose vanno così è perché il potere armato è nelle mani dell'esercito, dei suoi sbirri
e mercenari
importati, che operano ogni volta che la COB cresce e approfondisce il suo movimento al
raggiungimento di una dichiarata e diffusa necessità di trasformazione sociale, così tragicamente
condizionata in un paese che, economicamente, per la dipendenza, la sua geopolitica, per la sua
ubicazione territoriale, e per i freni culturali, è minacciato dall'interno e dall'esterno. I nuclei
responsabili della COB, tra cui hanno rilevanza quelli della Federazione dei Minatori, hanno
consapevolezza chiara dei limiti e da qui, osservato dall'esterno, che possono chiamarsi
tentennamenti o incoerenze, come la revoca dello sciopero nel novembre del '79 o il "patto" di
tregua firmato coi capi militari nell'aprile di quest'anno. Ciò che invece non deve lasciar adito a dubbi
è il fatto che la gestione del movimento della COB
costituisce, con tutte le sue forme, una solida speranza nel lungo e cruento sviluppo della
conquista di giorni migliori per i lavoratori; per cui, così come in Bolivia nel resto dell'America
Latina, la presenza, partecipativa e personale dei libertari non deve né può spezzarsi.
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