Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 93
giugno 1981 - luglio 1981


Rivista Anarchica Online

... e io sono trasecolata

Cara Fausta Bizozzero,
sono la sig.na Elettra, la fotomodella apparsa su Quotidiano Donna. Innanzitutto devo dire di essere trasecolata quando, per caso, ho saputo che le foto che io avevo espressamente dato a Q.D., corredate da un mio articolo che non hai nemmeno riportato integralmente, al contrario delle foto, e del quale hai travisato il senso (prendendo solo ciò che ti "serviva", per poi sproloquiare sopra tutto il femminismo), erano apparse su "A" Rivista Anarchica? di aprile. Forse non sai che non si possono riprodurre delle foto, così, da un giornale all'altro, senza chiedere nemmeno il parere degli interessati (io e Q.D. in questo caso) e che esiste il copyright, o diritto di immagine?
Vorrei però farti capire che quel mio articolo si inseriva in un contesto più ampio di discussione sull'eros al femminile, che si era iniziato qualche settimana prima sul nostro giornale (che ti consiglierei di seguire meno sporadicamente, perché non si può criticare senza un minimo bagaglio di cronistoria). Sono d'accordo con te quando dici che "un immaginario erotico femminile non esiste" ed è proprio per questo che abbiamo fatto quelle foto: erano una provocazione e un gioco, un punto di partenza verso nuove immagini. Infatti, nella parte del mio articolo che non hai citato io dicevo testualmente: "È bello il trasformismo ed è bello avere delle fotografie di noi stesse così come non si è nella vita di ogni giorno". E proseguivo dicendo: "Siamo tutte fotomodelle, basta avere una macchina fotografica (ma vanno bene anche le macchinette dei metrò), lasciare spazio alla propria fantasia e non vergognarsi mai!".
Ognuna, da questi presupposti potrebbe sviluppare delle proprie immagini, di trasformismo però, perché di trasformismo si trattava, non certo io troieggio abitualmente né mi vesto così. Sarei curiosa di vedere delle tue immagini di questo tipo. Io sono partita dagli stereotipi degli anni '50 e dal troieggiare fisiologico, tu puoi anche partire dall'antica Grecia, l'importante è partecipare, perché solo se le cose si fanno e si mostrano, poco per volta l'immagine e l'immaginario si può evolvere.

Non sono invece per niente d'accordo quando affermi che: "il movimento femminista ha disperso la sua forza rivoluzionaria per la ambiguità di fondo che lo ha sempre caratterizzato: l'essere interclassista". Al contrario è questo che gli ha dato la forza di arrivare, partendo anche dalle sufraggette, al diritto di voto per le donne, alla moderna parità dei sessi (sebbene non ancora raggiunta), fino alle ultime leggi sull'autodeterminazione della gravidanza. Del resto tutte le rivalutazioni sono, per così dire "interclassiste", ad esempio la lotta dei cattolici irlandesi si rivolge non ai cattolici poveri ma a tutti i cattolici in genere. Così come fecero i negri in America ai tempi del Black Power. È ovvio che si considera tutta la categoria e non si possono fare distinzioni fra i cattolici o i negri che superano nel conto in banca la cifra tot e coloro che non hanno nemmeno la casa. In generale, si parte dal dato di fatto che la maggioranza dei cattolici, negri, o donne nel nostro caso, sono meno garantiti di altri gruppi sociali e quindi si combatte tutti assieme. Del resto sia la rivoluzione francese che quella russa sono partite più che altro dai borghesi, come del resto molti anarchici storici spesso provenivano da famiglie "bene", dove avevano avuto la possibilità di farsi una cultura, salvo poi giustamente contestarla.
Chiarito ciò, gradirei che tu pubblicassi questa mia su "A", almeno per un minimo di "correttezza a posteriori", visto che mi hai gratuitamente tirato in causa, ho diritto ad una autodifesa, a meno che tu non voglio usare quel potere che teoricamente neghi e in tal caso mi cestini. Okay?

Elettra (Milano)