Rivista Anarchica Online
John Olday
Cari compagni, nel numero 91 di "A" è apparsa la traduzione di un articolo di
Jaen Barrué sul movimento
anarchico nella Germania dell'Est ("Oltre il muro"), senza dubbio molto interessante per le
notizie che fornisce su avvenimenti e personaggi pressoché completamente ignorati fino ad oggi
nel nostro paese. Leggendo l'articolo ho notato però alcune inesattezze ed evidenti difetti di
informazione riguardo Jhon Olday, un militante rivoluzionario di un certo rilievo citato molto
frettolosamente da Barrué, e ritenendo di fare cosa gradita ai lettori di "A", ho pensato di
inviarvi maggiori e più dettagliate notizie su questo personaggio. Ho tratto alcune delle
mie informazioni dall'unica opera di Olday edita in italiano, l'opuscolo A
dispetto di tutto - Anarchismo e lotta armata (Edizioni del C.D.A., Torino, 1979), che contiene
come introduzione la traduzione di un profilo biografico di Olday scritto in occasione della sua
morte da Gary Jewell dell'IWW di Toronto, e apparso nell'Industrial Defence Bulletin, vol.3,
n.10, giugno 1977. Ho utilizzato inoltre diffusamente un ampio servizio commemorativo apparso
sull'inserto-supplemento di Freedom, vol.38, n.17, 1 settembre 1977, comprendente articoli di
Jewell (lo stesso, ma con alcune modifiche significative), Vernon Richards, Philip Sansom, Ted
Cavanagh e altri, e corredato da alcune vignette dello stesso Olday. Già l'ampio spazio
dedicato alla scomparsa di Olday sulla stampa anarchica di lingua inglese
dimostra che non ci si trova di fronte a un quasi sconosciuto, passato come una meteora nel
movimento anarchico, come si potrebbe presumere dall'articolo di Barrué. In effetti John Olday,
morto a Londra di cancro a 72 anni, era un personaggio quasi leggendario nel movimento
anarchico anglosassone.
Il suo vero nome era Arthur William Oldag ed era nato in Germania, figlio illegittimo di madre
tedesca e padre scozzese. Le sue prime prove rivoluzionarie risalgono ai moti dei marinai di
Amburgo nel 1918-'19, quando a soli 13 anni fungeva da addetto alle munizioni di una
mitragliatrice spartachista. Catturato e vicino ad essere giustiziato, se la cavò con una
condanna. Negli anni '20 prese parte alle espropriazioni di massa, aderì per un certo
periodo alla Gioventù
Comunista ma venne espulso, combattè in un'unità anarco-spartachista nella abortita
insurrezione operaia del 1923, divenne un agitatore nella Ruhr occupata dai francesi. Ingegnoso
e versatile, con spiccate tendenze artistiche, Oldag divenne famoso nella Germania di Weimar
come artista espressionista, cimentandosi nel disegno satirico e nel cabaret. Riprese la sua
attività di guerriglia per breve tempo prima che i nazisti prendessero il potere, producendo tra
l'altro una serie di vigorosi disegni antinazisti e slogan su autoadesivi che, rimpiccioliti, furono
distribuiti tra i fogli di francobolli in tutta la Germania.
L'interruzione dell'attività rivoluzionaria avvenuta nel periodo dal 1925 al 1932 gli fu molto
utile più tardi, permettendogli di celarsi dietro l'immagine dell'artista pazzo e omosessuale per
raccogliere informazioni che passava alla clandestinità. Continuò in questo gioco pericoloso
anche dopo l'ascesa al potere di Hitler, fino a quando la situazione si fece insostenibile. Nel
1938 sfuggì a una trappola della Gestapo e fuggì in Inghilterra servendosi della sua doppia
nazionalità. Pubblicò allora Kingdom of Rags (Il regno degli stracci), una raccolta di
impressionanti disegni antifascisti portati con sé dalla Germania. Assunto il nome
clandestino di Olday, riprese su nuove basi la lotta antinazista, sostenuto
finanziariamente da una fazione parlamentare ostile a Chamberlain e alla sua politica: coordinò
da Londra e dall'Olanda l'affondamento di battelli armati nazisti; uccise un ebreo rinnegato che
collaborava ad Amburgo coi nazisti; prese contatti con dissidenti comunisti tedeschi esuli a
Parigi; scrisse un appello - letto a Radio Strasburgo - in cui incitava al sabotaggio i lavoratori
della Germania. Per poter uscire dalla Germania aveva sposato Hilde Monte, una combattente
ebrea antinazista
(che V. Richards ricorda come una "tipica intellettuale comunista tedesca linea dura"), alla
quale è dedicato un museo in Israele. Insieme con Olday essa ebbe una parte molto attiva nella
preparazione dell'attentato contro una birreria di Monaco che nel 1939 per poco non riuscì ad
eliminare Hitler. Hilde morì nel 1944 colpita dalle SS ai confini della Svizzera durante una
missione operativa. Scoppiata la guerra Olday si trovò arruolato nel Pioneer Corps (i
genieri) dell'esercito inglese,
ma disertò ben presto, entrando in clandestinità e collaborando al gruppo della Freedom Press,
legandosi in particolare a V. Richards e a Marie Louise Berneri, impegnati nella campagna
contro la guerra. Dal febbraio 1942, ancora militare, Olday cominciò a collaborare
regolarmente a War Commentary, il quindicinale edito durante la guerra dalla Freedom Press,
pubblicando vignette e disegni siglati XXX, e scrivendo articoli per la rubrica "From the Ranks".
Questi disegni, ispirati soprattutto da M.L. Berneri, fornirono il materiale per la pubblicazione
di The March to Death (La marcia verso la morte), una straordinaria raccolta di citazioni di
fonti "autorevoli", illustrate nella pagina a fronte dai cartoons di Olday che svelavano
l'ipocrisia che stava dietro l'impresa fratricida. Il libro, uscito nel maggio 1943, esaurì
rapidamente due edizioni di 5.000 copie ciascuna. Le vignette vennero riprese regolarmente
anche dall'Industrial Worker negli U.S.A.. Olday collaborava con l'IWW nell'attività
antinazista,
e riuscì a mantenere contatti con Amburgo durante la guerra attraverso marinai scandinavi di
questa organizzazione. Contemporaneamente a queste iniziative, diffondeva lettere clandestine
tra le truppe britanniche, chiamando all'antimilitarismo rivoluzionario e alla formazione di
consigli di lavoratori-soldati. Queste iniziative, che cominciarono ad avere effetti nell'industria
bellica e in vari teatri di guerra, attirarono la repressione governativa su molti anarchici.
Nel dicembre 1944, dopo quasi due anni di latitanza, Olday venne arrestato e condannato,
riacquistando la libertà solo nel 1946 dopo aver scontato solo una parte della pena, anche per
effetto delle manifestazioni in suo favore promosse dal Freedom defence Committee, di cui
facevano parte Herbert Read, George Orwell, George Woodcock e Tony Gibson. Si
impegnò allora nell'organizzazione dei POW (prigionieri di guerra) tedeschi nella
"Spartakusbund - Gruppe Bakunin", che si ritenevano gli eredi diretti degli anarco-spartachisti
del 1918-1940. Al loro rientro in Germania questi giovani rivoluzionari fondarono 60 gruppi,
principalmente nella zona orientale, ma vennero liquidati dalla polizia segreta stalinista nel
tardo 1948. Nell'immediato dopoguerra Olday collaborò a Freedom,
criticando accesamente le posizioni di
Rocker e Souchy, da lui ritenute collaborazioniste. In questo periodo pubblicò una raccolta di
litografie The Life we Live the Death we Die. Emigrò quindi in Australia dove divenne uno
dei
più popolari artisti e cabarettisti degli anni '50. Tornato in Germania nel decennio successivo,
lavorò con gruppi gay e studenteschi. Stabilitosi definitivamente a Londra, collaborò a Black
Flag, fondando poi il proprio International Archive Team. Negli ultimi due anni di vita, infine,
divenne membro del "General Defence Committee" dell'IWW, dirigendo il Mit-Teilung, un
bollettino bilingue inglese-tedesco, e mantenendo contatti con carcerati e dissidenti di numerosi
paesi. Oltre a Trotz Alledem (A dispetto di tutto), edito a Toronto nel 1976, Olday
ha lasciato diverse
opere politiche postume e, ritengo, tuttora inedite: una autobiografia dettagliata; una
dissertazione sulle "obiezioni orientali e occidentali dell'anarchismo"; un lavoro storico,
Spartacus and Insurgent Anarchism, sulla rivoluzione del 1918-23 in
Germania. Politicamente Olday fu sempre sostenitore di una concezione "consiliarista" e
insurrezionale
dell'anarchismo, con l'esclusione recisa di ogni diversa impostazione. La simpatia per gli
episodi di lotta armata, di cui in certi periodi della sua vita, come s'è detto, non si limitò ad
essere un sostenitore puramente teorico, non gli impedì negli anni '70 di assumere una posizione
critica nei riguardi di movimenti come la R.A.F. in Germania. Ne fa testo anche il più volte
citato A dispetto di tutto, scritto peraltro in modo piuttosto confuso. Concludendo,
ritengo che si possa tranquillamente parlare di una figura eccezionale, anche se
talvolta teoricamente discutibile. Rimane il rammarico di una conoscenza ancora tutto sommato
limitata del movimento anarchico di altri paesi, che senza dubbio ha prodotto altri innumerevoli
personaggi interessanti come John Olday, a noi completamente ignoti. Fraterni saluti.
Giampiero Landi (Castelbolognese)
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