Rivista Anarchica Online
Berlino - Alternativi in lotta
di Pierre Lipschutz / Ina L'Orange
Il congresso Tuwat doveva rappresentare un appello a tutti gli squatters d'Europa per ritrovarsi a
Berlino Ovest dal 25 agosto al 25 settembre di quest'anno per appoggiare il movimento delle
occupazioni. Ma la prova di forza è cominciata il 22 settembre dopo la morte di un giovane
squatter di 18 anni: "il primo morto di Tuwat", titolavano i giornali di Springer. Nei giorni
seguenti migliaia di manifestanti hanno sfilato per le vie di Berlino per gridare la loro rabbia. Per
una settimana, giorno e notte, un centinaio di persone hanno vegliato in continuazione sul luogo
dell'incidente, nel quartiere della Potsdamerstrasse che è ancora quello della prostituzione e del
traffico di eroina. A Berlino Ovest l'utopia è sempre all'ordine del giorno: ma oggi la città sembra
in stato di choc.
la città del muro e della lunga marcia
Berlino è stata distrutta quasi totalmente durante l'ultima guerra. Nonostante rimanga la più
grande città tedesca, ha perduto il suo ruolo di capitale e di metropoli industriale della Germania.
Dal 1945, e soprattutto dalla costruzione del Muro nel 1961, è anche una città divisa: ancor oggi
il settore orientale dipende dalla legge di occupazione sovietica e i settori occidentali da
americani, inglesi e francesi. Situata sul territorio della Germania orientale e isolata dall'Europa
occidentale, Berlino-Ovest è una metropoli di due milioni di abitanti senza retroterra, come
un'isola sovraffollata, circondata da terre ostili, nutrita artificialmente dal governo di Bonn. I
problemi economici, sociali e politici di Berlino devono dunque essere inquadrati nella sua
situazione del tutto particolare. Evidentemente in queste condizioni la maggior parte delle industrie ha
abbandonato Berlino-Ovest per stabilirsi nella Germania federale. Per conservare in loco l'industria o per farne
venire
di nuove, l'economia di Berlino è sovvenzionata con 7 miliardi di marchi (3.500 miliardi di lire)
all'anno. Le sovvenzioni per l'intera città salgono poi a 13 miliardi di marchi (6.500 miliardi di
lire). La rapida diminuzione della popolazione che ci si poteva attendere è stata in parte arginata
da questa politica di sovvenzioni e di sgravi fiscali. In questo contesto, Berlino-Ovest ha giocato
la carta del settore terziario: è diventata così una città di congressi internazionali, un centro
artistico, culturale, universitario e amministrativo. Nel contempo questo sistema di sovvenzioni
ha favorito in particolare la speculazione immobiliare: costruzioni nate da questa speculazione,
tanto giganti quanto inutili, hanno rovinato il Comune e al contempo han fatto perdere ogni
giorno di più a Berlino la sua identità e la sua autonomia. Le grandi metropoli sono corpi
complessi che non si possono dividere impunemente: trentasei anni dopo la fine della guerra,
Berlino non ancora ritrovato il suo equilibrio. La terziarizzazione di Berlino ha provocato anche un'altra
conseguenza. Alla prima
immigrazione - quella degli operai turchi e jugoslavi, che è cominciata negli anni sessanta e che
continua tuttora - si è aggiunta recentemente quella dei giovani dalla Germania Federale, che
stufi del provincialismo vi sono stati attirati dalle università progressiste, dalle scuole d'arte, di
teatro o di cinema, nonché dal fatto che lo statuto d'occupazione proibisce la presenza a Berlino-Ovest
dell'esercito federale tedesco: ragion per cui i berlinesi non sono sottoposti al servizio
militare obbligatorio. Tutte queste circostanze, unite ad una solida tradizione socialista (che certo
è nata ben prima del movimento studentesco di Fritz Teufel e Rudi Dutschke) hanno reso
Berlino-Ovest un terreno favorevole per esperimenti sociali di tutti i tipi. La rivolta studentesca che aveva
raggiunto il suo apice in occasione delle manifestazioni per il
Vietnam nel '68, si era ritirata all'inizio degli anni '70 nelle organizzazioni politiche e nei
sindacati, nelle scuole e nelle fabbriche. Si parlava di una "lunga marcia attraverso le istituzioni".
C'era anche una moltitudine di gruppuscoli, dai maoisti ai trotzkysti e ai comunisti ortodossi.
Dopo il 1975 queste organizzazioni hanno cominciato a perdere ovunque molta della loro
popolarità, e in effetti erano divenute ridicole nel loro irrigidimento dogmatico. Il congresso
Tunix del 1978 segna il ritorno dei non-dogmatici sulla scena politica berlinese: lo
slogan "non far niente" (Nix tun, in tedesco) era coscientemente diretto contro la pretesa
moralizzatrice degli "organizzati" che volevano sempre "far qualcosa" (Was tun, in tedesco).
Furono riscoperte la critica del militantismo e la nozione del piacere, così come le esperienze
delle prime comuni berlinesi, impregnate di Reich e di Marcuse, dove si cercava di conciliare il
personale e il politico. A Tunix la nuova sinistra si ritrova con la gioia, la danza e la musica per
decretare la fine e la sconfitta della "lunga marcia". Si riconosceva che questa "lunga marcia
attraverso le istituzioni" non portava al rovesciamento dei rapporti capitalisti, ma al contrario
inghiottiva i suoi partecipanti, esauriti, corrotti o vittime del Berufsverbot (di quella legge,
cioè,
che vieta il pubblico impiego alle persone schedate come sovversive). Dappertutto gruppi si
misero al lavoro per "inserire l'utopia all'ordine del giorno" e dar vita, parallelamente alle imprese
borghesi esistenti, a progetti "alternativi". La parola "alternativo" ha oggi un peso a Berlino che chi sta fuori
difficilmente può immaginarsi:
il movimento alternativo berlinese comprende infatti numerose centinaia di collettivi autogestiti.
La sua presenza all'interno del sistema capitalista provoca conflitti permanenti. In queste
condizioni, quale indipendenza può o deve darsi per non perdere la propria identità? A questo
interrogativo cruciale gli alternativi di Berlino cercano di rispondere ogni giorno!
il movimento alternativo
Uno dei più antichi progetti alternativi di Berlino-Ovest è la Fabrik für Kultur und
Handwerk, un
centro culturale e artigianale installato nei vecchi edifici della propaganda del Terzo Reich. Qui
ci sono delle officine per la riparazione delle biciclette, di utensileria e di tecnologia dolce, un
negozio di prodotti alimentari biologici e dei corsi di tutti i tipi, dalla ceramica al karate, dalla
pantomima alla chitarra. Vi si trova un circo e la comunità dei musicisti rock di Berlino. La
Fabrik è nata cinque anni fa in un piano dell'antica fabbrica che era stato affittato: due anni dopo
veniva occupata la totalità della superficie dell'antica società cinematografica e veniva negoziato
un contratto provvisorio. Nell'estate '78 la Fabrik ha organizzato un grande "Festival
dell'ambiente" e ha dato vita a dei gruppi di riflessione ecologica sulla tecnologia, l'energia, la
medicina, l'alimentazione e i trasporti. I diversi gruppi lavorando all'idea di un ambiente più
umano, s'installarono su un grande prato e vi costruirono la propria casa, capanna o tenda,
servendosi perlopiù di rifiuti della società dei consumi. Venne costruito anche un grande
generatore d'elettricità che funzionava ad energia eolica e che divenne il simbolo del Festival. Dopo il
congresso Tunix e il Festival dell'Ambiente, era ormai evidente che i non-dogmatici non
erano più una minoranza, ma un gruppo forte e deciso a costruire una vera e propria "contro-società".
Il 1978 vide anche la nascita di strutture di base del contesto alternativo berlinese sui
terreni del finanziamento, dell'informazione e della politica. Netzwerk Selbsthilfe (rete di
autosostegno) è nata come una catena di aiuto giuridico e finanziario
per i progetti alternativi e politici: essa costituisce un vero fondo di solidarietà. L'idea di base è
quella di aiutare le cooperative autogestite con consigli e denaro, dal momento che l'ignoranza e
la mancanza di risorse sono i due principali problemi per chiunque tenti di collocarsi a margine
della cultura ufficiale e negli spazi lasciati dal sistema dominante. La Netzwerk conta oggi circa
seimila membri a Berlino-Ovest e nella Germania Federale, che versano una quota mensile
compresa tra i 5 e i 10 marchi, e anche più. Costoro sono per la maggior parte persone che non
vivono né lavorano nell'ambito della controcultura ma che simpatizzano col movimento. Fra di
essi vi sono anche personalità come il poeta Hans-Magnus Enzensberger, lo scrittore Peter Paul
Zahl, l'artista Joseph Beuys, l'architetto Julius Posener, il giornalista Günter Wallraff e Daniel
Cohn-Bendit. La Netzwerk è costituita su base democratica: l'assemblea generale elegge
i suoi delegati al
comitato che decide della destinazione del denaro e del funzionamento generale. Il comitato si
compone di tre settori: vi sono dei rappresentanti dei progetti alternativi, dei membri della
Netzwerk che si sono presentati candidati e dei membri della Netzwerk tirati a sorte: le
sedute del
comitato sono aperte a tutti. Dopo tre anni di vita, la Netzwerk ha distribuito più di un milione
di
marchi (oltre mezzo miliardo di lire) fra le cooperative che politicamente appartengono al
movimento della cultura alternativa, fra i quali: cooperative di giovani, di donne e di disoccupati,
delle scuole, librerie e caffè autogestiti, dei giornali politici. Certamente non manca un minimo di
burocrazia e a volte d'arbitrarietà e la Netzwerk è stata spesso criticata violentemente.
Essa ha
comunque permesso di aiutare dei progetti che altrimenti non avrebbero potuto concretizzarsi.
Recentemente si sono costituite nella Germania Federale delle Netzwerk regionali, indipendenti
da Berlino che raccolgono e ripartiscono i propri fondi.
una lista, un quotidiano, un settimanale, un mensile...
Nello stesso tempo la Alternative Liste ("lista alternativa", abbreviata in A.L.) si è
costituita a
Berlino-Ovest come "contro-partito" ai partiti politici esistenti: i socialdemocratici (SPD), i
democristiani (CDU) e i liberali (FDP). Nata nell'ambito del movimento alternativo berlinese, la
A.L. non ha dunque niente a che vedere con i partiti "verdi" della Germania Federale, la cui
ambigua sensibilità ecologista trova il suo elettorato nell'estrema sinistra ma anche nella destra
più conservatrice. Nonostante che fin dalla sua nascita A.L. abbia deciso di partecipare al gioco
elettorale nei quartieri e nel parlamento di Berlino-Ovest, il partito insiste sul fatto che il suo
campo d'attività si situa anche in uno spazio extra-parlamentare. Perciò vi sono in A.L. numerosi
gruppi di lavoro organizzati per quartiere o per tema di riflessione (la salute, le donne, i trasporti,
la fabbrica, la casa ecc.) e che possono comprendere chiunque. Queste assemblee aperte
funzionano come gruppi di pressione e partecipano attivamente agli avvenimenti politici fuori dal
parlamento. A.L. non è un movimento omogeneo: al contrario è attraversato da differenti
sensibilità politiche che vanno dall'anarchismo al trotzkysmo o all'ecologia tradizionale. Sul
piano parlamentare, registra evidentemente le voci di una nuova classe di elettori che rifiutano la
corruzione e le combinazioni dei partiti tradizionali. (Per quanto riguarda specificatamente gli
anarchici, va precisato che c'è stato un dibattito proposito di A.L. e che numerosi compagni, pur
partecipando alle attività extraparlamentari dei gruppi di quartiere, si sono opposti alla
partecipazione elettorale e non sono andati a votare: al punto che si stima che se tutti gli
alternativi fossero andati alle urne, A.L. si sarebbe attestata intorno al 14% e non al 7,5% com'è
stato - n.d.r.). Sempre nel '78 ha visto la luce un altro progetto molto importante per il movimento: il
lancio di
un quotidiano a diffusione nazionale, Die Tageszeitung ("Il Quotidiano", abbreviato in TAZ),
concepito sul modello del francese Liberation. Questo fatto assume un'importanza particolare a
Berlino, dove la catena Axel Springer, in situazione di quasi-monopolio, calunnia costantemente
tutta la sinistra ed esercita un potere incredibile sulla (dis)informazione del berlinese medio. Il
TAZè diventato il nucleo centrale dell'informazione alternativa a Berlino: attualmente tira 33.000
copie con una tendenza al miglioramento, anche nella qualità delle informazioni e dei servizi,
nonostante la veste grafica sia sempre troppo austera. Su scala locale vanno citati altri due giornali importanti
per il movimento. Radikal, mensile, è il
giornale del movimento antiautoritario di Berlino: è pubblicato in comune da 26 collettivi
libertari e autonomi, fra i quali la redazione locale del TAZ, le assemblee di A.L., delle case
editrici anarchiche, dei comitati antinucleari e anticarceri, dei collettivi delle librerie e dei caffè.
Il suo sottotitolo cambia ogni numero: "giornale socialista di Berlino-Ovest", "giornale di
movimento", "giornale per un'accoglienza infuocata" (questo in occasione della recente visita a
Berlino del segretario di stato americano Alexander Haig), e l'ultimo, "giornale per l'anarchia ed
il benessere". Di creazione più recente Instandbesetzer Post ("La posta dell'occupante"),
settimanale, è il giornale del movimento degli squatters.
alla ricerca dello spazio vitale
Un altro problema importante che ha dovuto risolvere il movimento alternativo è stato quello
dello spazio. Quanti progetti sono in effetti sfumati per non aver trovato lo spazio ove
concretizzarsi! In quanto utilizzatori di locali, gli alternativi sono sottomessi all'umore e alla
cupidigia dei proprietari e possono vedere i loro contratti rescissi in qualsiasi momento.
L'occupazione degli stabili e dei locali vuoti è una soluzione certo legittima ma non sempre
duratura per progetti che necessitano invece di una certa stabilità. Da questo bisogno di spazio
vitale dove la "contro-società" possa svilupparsi in pace è nata la Mehringhof: si tratta
dei locali
di un'antica fabbrica oggi in disuso, di più di 5.000 metri quadrati di superficie utile. Sette
progetti alternativi privi di locali si sono riuniti alla fine del '79 e hanno reso possibile l'acquisto
di Mehringhof per 1,8 milioni di marchi (quasi 1 miliardo di lire). Il finanziamento e
l'organizzazione dello stabile sono un capolavoro dello sfruttamento delle possibilità finanziarie e
giuridiche che può offrire il sistema capitalista. In questa occasione queste possibilità sono state
sfruttate per acquistare lo stabile e trasferirlo in seguito in autogestione a beneficio dei suoi
utilizzatori. Oggi sono circa 30 i collettivi che vi hanno trovato posto: fra essi, gli uffici della
Netzwerk, la redazione locale del TAZ, l'assemblea di quartiere di A.L., un caffè, dei collettivi
d'artigianato, dei gruppi di immigrati turchi, delle scuole alternative, delle case editrici, una
tipografia, un atelier per gli handicappati, ecc.. Qui si riunisce anche il collettivo di Stattbuch, un
gruppo che si è proposto di recensire le attività della Berlino alternativa e che sta per pubblicare i
risultati della sua fatica: un libro di indirizzi di 960 pagine! L'istallazione di Mehringhof nella primavera '80 ha
permesso di stabilire molteplici legami tra i
progetti e ha costituito altresì un momento determinante per il rafforzamento del movimento
alternativo. È proprio all'interno di questo movimento che nell'inverno '80/'81 è nato il
movimento degli squatters (in tedesco, Hausinstandbesetzer). Il problema degli alloggi non esiste
solamente per gli alternativi, ma per tutti i berlinesi e
soprattutto per i più sfortunati: pensionati, disoccupati, studenti e immigrati. È vero che gli affitti
nel caso di vecchie costruzioni sono sensibilmente più bassi che nella Germania Federale, ma il
fatto è che vi sono troppo pochi appartamenti vecchi disponibili. Da molto tempo il governo
cerca di abolire il controllo degli inquilini per questi immobili: la politica della casa, quella dei
socialdemocratici ieri come quella dei democristiani oggi, è sempre a favore dei proprietari
d'immobili e dei terreni. Il Senato (cioè il governo di Berlino-Ovest) favorisce la trasformazione
dei vecchi alloggi in appartamenti di lusso: per le cosidette migliorie può richiedere fino al 70%
dei costi di trasformazione. Nonostante migliaia di persone a Berlino cerchino un appartamento
vecchio a buon mercato, questi sono sistematicamente vuoti. Gli appartamenti vuoti sono resi
inabitabili (a volte è lo stesso proprietario ad offrire una buonuscita) levando il tetto o
provocando un incendio. Le condizioni per un "rinnovamento" sono così raggiunte. In breve, uno
scenario ben conosciuto che si ripete nella maggior parte delle città europee. Al momento attuale vi sono
a Berlino almeno 10.000 appartamenti vecchi che sono lasciati vuoti
in vista di imminenti migliorie, mentre sono 80 mila i berlinesi che cercano casa. Ciononostante,
ogni anno vengono ritirati dal mercato per essere rinnovati o ricostruiti circa 40.000
appartamenti! La maggior parte si trova a Kreuzberg, il quartiere turco e proletario vicino al
Muro, da dove si è sviluppato il movimento delle occupazioni. Di occupazioni isolate ce n'erano
già state 10 anni fa, ma è solo dallo scorso anno che si può parlare di un vero e proprio
movimento degli squatters, che occupa sistematicamente le fabbriche e gli appartamenti lasciati
vuoti e li rende di nuovo abitabili. Evidentemente le lotte di Amsterdam e di Zurigo hanno
esercitato un'influenza incoraggiante sul movimento berlinese. A Berlino gli occupanti si
autodefiniscono Instandbesetzer, con un gioco di parole che unisce i verbi besetzen
("occupare")
e instandsetzen ("rimettere a posto"). All'inizio delle occupazioni, la gente ha mostrato simpatia,
dal momento che ogni berlinese conosce per esperienza personale il dramma della casa. Mentre
in Olanda e in Gran Bretagna l'occupazione di appartamenti lasciati vuoti è legale, a Berlino e
nella Germania Federale equivale a un attentato alla proprietà. Durante l'inverno '80/'81
occupazioni ed evacuazioni violente si sono succedute, portando alla radicalizzazione del
movimento. Dopo ogni cacciata, nel centro della città c'era un corteo degli squatters con vetrine
delle banche e dei negozi di lusso in frantumi. Parallelamente la stampa della catena Springer
eccitava l'opinione pubblica contro gli occupanti. Fu in quel momento che avvenne un fatto
importante: la caduta del Senato socialdemocratico, proprio in seguito a un grande scandalo
immobiliare che l'aveva fortemente indebolito. Nuove elezioni furono organizzate per il maggio
'81; nel frattempo i socialdemocratici, molto desiderosi di riconquistare la fiducia perduta, si
mostrarono molto comprensivi cercando un accordo con gli occupanti. La Netzwerk, A.L. e
l'associazione inquilini si prestarono come intermediari, proponendo uno schema di legge
secondo il quale tutti gli immobili di proprietà del Senato (una ventina sui circa 160 edifici
occupati) sarebbero stati consegnati agli occupanti alla sola condizione che si impegnassero a
rimetterli in ordine con una parte soltanto del denaro occorrente per una normale riattazione. Le
assemblee degli squatters rifiutarono questa offerta, non volendo discutere col Senato mentre
alcuni loro compagni si trovavano ancora in prigione. Sfortunatamente per loro, furono i
democristiani a vincere le elezioni e la destra ha usato naturalmente la maniera forte. Il nuovo
Senato domandò in effetti l'evacuazione di 8 case occupate in seguito alle richieste della società
immobiliare Neue Haimat ("Nuova patria", di proprietà del sindacato operaio D.G.B.!) che
voleva procedere rapidamente alla loro ristrutturazione.
dopo tuwat come andrà a finire?
Come risposta a questo ultimatum, il movimento degli squatters lanciò un appello "a tutti i suoi
amici e compagni in Europa". È stato questo il significato di Tuwat, che appunto significa "fare
qualcosa": Tuwat è lo spettacolo. Un congresso, un festival, un'espressione della lotta che ci
unisce tutti. Tutto avrà luogo a Berlino, simbolo della divisione delle nazioni. Berlino, dove si
manifesta nella forma più pura la guerra fredda dei governi, una guerra che sarà diretta contro
di noi. Il governo di Berlino ci ha lanciato una sfida: vuole disoccupare 8 case occupate, il cui
significato per noi va ben oltre i semplici appartamenti occupati. Vuole distruggere il nostro
spazio vitale e la nostra unità. Noi faremo vedere ai rappresentanti di tutti i governi che ancora
credono di poter fare con noi quello che vogliono, ciò che noi pensiamo in proposito (...).
Faremo delle feste che faranno tremare la città. Tuwat ha proposto dal 25 agosto
al 25 settembre dei convegni sull'autonomia, delle feste di
piazza e delle manifestazioni contro la guerra. Numerosi simpatizzanti, in segno di solidarietà, si
sono installati nelle case occupate: tra loro, i "padrini" delle case, cioè personalità conosciute
della vita pubblica come il pastore Heinrich Albertz o la scrittrice Ingeborg Drewitz. In tutte le
case minacciate di evacuazione, si sono svolti giorno e notte programmi culturali: spettacoli
teatrali, concerti, cabaret e giochi da circo. Al KuKuCK, il centro autonomo di Kreuzberg, è
stato
dipinto un immenso affresco sulla facciata: esso rappresenta delle streghe raccolte intorno a un
pentolone dal quale vien fuori una freccia rotta iscritta dentro un cerchio - simbolo del
movimento. I fatti seguenti sono noti: la semisconfitta di Tuwat, l'evacuazione delle 8 case, la
morte di Hans-Jürgen Ratty nel corso di una manifestazione di protesta. Da allora l'atmosfera è molto
tesa: i
gruppetti di destra riprendono fiato e inviano minacce di attentati contro Netzwerk, A.L. e
Mehringhof. I socialdemocratici lasciano che a confrontarsi faccia a faccia siano gli alternativi ed
il Senato democristiano, riservandosi di intervenire nel momento in cui potranno apparire come il
partito dell'ordine e della moderazione. Al contempo diverse organizzazioni tentano nuovamente
di negoziare con il Senato a nome degli squatters, ma la situazione è molto più difficile che in
maggio. Lo stesso movimento è diviso tra una tendenza dura ed una più moderata che fa capo
ad A.L.
(che è entrata a far parte del parlamento di Berlino con il 7,5% dei voti e 9 seggi). A.L., che non
ha mai accettato la violenza verbale di Tuwat, difende attualmente in parlamento una proposta di
legge relativa all'amnistia dei condannati e alla legalizzazione delle occupazioni. Questa è la
situazione oggi, a Berlino-ovest. Questa città già divisa conosce oggi una frattura profonda fra
due mondi ostili, votati ad un periodico scontro. Il risultato può essere o la caduta del Senato
democristiano o al contrario nuove evacuazioni e la fine del movimento per la casa. Per ora la
situazione è ancora aperta. Berlino attende.
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