Rivista Anarchica Online
Obiezione di lavoro
a cura della Redazione
Non è antimilitarista né tanto meno anarchico, eppure la sua vicenda ci sembra indicativa
quanto poche altre di che cosa significhi l'impegno diretto, portato avanti e pagato in prima
persona, contro la guerra - di cui tanti parlano ma che poi quasi nessuno mette in pratica. Ci
riferiamo al caso di Maurizio Saggioro, 27 anni, operaio alla MPR di Baranzate di Bollate,
nella cintura milanese: egli è balzato ai mini-onori della cronaca cittadina per il suo rifiuto di
costruire stampi per mine, che poi sarebbero state utilizzate in guerra. Andiamo con ordine:
qualche anno fa Maurizio viene assunto alla MPR, un'azienda di 25 dipendenti che allora
costruiva stampi per auto (principalmente per l'Alfa Romeo). Poi sopraggiunge la crisi dell'auto
e la MPR gli stampi adesso li fa per le mine: non quelle da edilizia - precisa Maurizio - ma veri
e
propri strumenti bellici. Io ho detto di no. Chiede di scambiare il posto sul lavoro con un altro
operaio che svolge altre mansioni, la direzione accetta e la cosa finisce lì. Ma non per
molto. Un giorno lo chiamano e lo informano che deve riprendere il suo vecchio posto alla
produzione
degli stampi per mine. Maurizio conferma il suo rifiuto, viene sospeso. Ancora un'ingiunzione
della direzione ad obbedire, ancora un rifiuto, ancora una sospensione. Ma Maurizio non cede:
Preferisco perdere il posto di lavoro ma non contribuirò mai a costruire un qualcosa che
porterà
morte ai miei figli, ai figli di altri uomini, non importa. Sono obiettore di coscienza nel senso che
rivendico il diritto di lavorare per un fine diverso dalla guerra. Alla fine, puntuale, previsto,
il licenziamento.
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