Rivista Anarchica Online
PUNK
di Otrebla
Ahemm, umpfr, scusate questi colpetti di tosse, sì, lo so, non sono certo
il modo migliore per
iniziare un discorso, ma, vedete, devo schiarirmi la voce come chi non parla da un po' di tempo. "Io sono un
anticristo, sono un anarchico, non so cosa voglio ma so come ottenerlo. Voglio
distruggere!..." Chissà quante volte abbiamo cantato a squarciagola (come si conviene), sciorinato,
balbettato queste IMMORTALI parole. "Anarchia nel Regno Unito", il primo anthem punk. Cinque anni
palpitanti, bruciati via in un attimo, sono passati da quando quei quattro "foul mouthed
kids" sconvolsero la sonnacchiosa, proverbialmente monocroma Londra. Ancora oggi non posso
fare a meno di sorridere al pensiero che, ogniqualvolta si parla di punk, viene spontaneo ripercorrere
mentalmente tutto il percorso a ritroso per ripartire dalle origini, eh sì, cari miei, dai Sex Pistols.
Con la bieca tendenza a correre il gravissimo rischio di mitizzarne la storia, romanzandola. Allora
perché questo? Che senso ha riesumare dei "cadaveri eccellenti"? Ma è elementare, perché
la chiave
del punk, il concetto è tutto lì, in tre parole: ANARCHIA, LOTTA, LIBERTA'! Anarchia
in Inghilterra, nel mio paese, nella mia testa, OVUNQUE: la miccia è accesa, il
meccanismo innescato. "La solita zuppa surrealista che puntualmente salta fuori" sentenziavano gli
intellettuali, i compagni,
fermamente convinti dell'ESTEMPORANEITA' del fenomeno. Fascisti gracchiavano i giornali, la
gente. Beati pauperi spiriti! Come dimenticare le fredde sere trascorse in compagnia di Susie, in una squallida
mansarda
dell'East End, ad apprendere dalla sua voce la genesi, le radici del movimento. E che emozione, che
gioia vedere centinaia di kids, pelle nera e capelli multicolori, giù nelle strade contro la polizia, le
SPG, la regina, le multinazionali discografiche, l'ottuso bigottismo dei "normali". Fuckin' all the
fuckers era l'imperativo costante. E' proprio in questo contesto che sono nati i
CRASS, senz'altro il primo e più conosciuto gruppo
punk esplicitamente anarchico. Aggregatisi fin dal 1975 i Crass vivono in una comune dalle
parti di Epping. Essi sono riusciti a
imbrigliare e incanalare l'ingenua carica primordiale dei Pistols. Hanno aggirato gli ostacoli posti
loro dalla legge e dal mercato discografico producendo, stampando e distribuendo in proprio dischi
& fanzines. Da sempre considerai i primi della "muta da cani" che latra alle spalle del potere, Steve
Ignorant e compagni danno vita ad un attacco iconosclasta senza precedenti. "Fuori dai vostri palazzi, principi
e regine; fuori dalle vostre chiese cristi e preti, non ho la minima
intenzione di vivere o morire per i vostri ideali. Del vostro paradiso me ne frego. (...) Gesù è
morto
per i suoi peccati, non certo per i miei". E ancora: "Credi realmente in Gesù? Gesù
'affanculo!/Pensi che vada tutto bene? Funziona?/Credi in Marx?
Marx fotte!/Credi davvero nella Thatcher? Maggie puppa!/Davvero tu credi nel sistema? Bene, o.k.,
noi crediamo nell'anarchia in Inghilterra!". La band dimostra fin dall'inizio di avere le idee
molto chiare; esemplari sono anche le copertine dei
dischi, letteralmente farcite di sapide scritte e slogans, di disegni e fotomontaggi nei quali vediamo
ad esempio la regina lasciare il posto, in una rapida metamorfosi, ad una bimba giapponese colpita
da radiazioni atomiche; tema ovviamente al centro di mote canzoni. "Incubo di Nagasaki. L'uomo fa il potere,
l'uomo crea il dolore. Pioggia mortale. Pioggia
implacabile. Lo faranno di nuovo. Ci inonderanno con la pioggia. Fatale, mortale, implacabile
pioggia. Incubo di Nagasaki". Attaccano con veemenza e senza peli sulla lingua tutti i miti, i pilastri di questa
assurda società
assassina. Il big man integrato bastardo, i crimini legalizzati ed i Clash, traditori venduti al music
business: "Dicevano che eravamo spazzatura, bene, il nome è Crass mica Clash. Loro
possono
imbottire le loro credenziali punk perché è questo che fa far soldi. Non vogliono cambiare
assolutamente nulla con le loro chiacchiere eleganti, con le loro spille antirazziste, le marce di
protesta. (...) Non ingannarti amico, li stai aiutando con la tua bianca merda liberale. Beh, se guardi
più da vicino come vanno in realtà le cose, vedrai che siamo tutti negri per coloro che fanno le
regole di questo paese...". E l'amara ironia quando cantano che " il punk è morto! Sì, è
vero, il punk è morto. E' appena un
prodotto economico per le teste dei consumatori, rock da masticare su transistor di plastica. E'
un'edizione per scolaretti fatta da grassi promotori. La CBS produce i Clash ma non è per fare la
rivoluzione, è solo per far soldi. Il punk è diventato una moda come lo erano gli hippies e non
ha più
niente a che fare con me e te". In "Big a little A", uno dei pezzi più belli ed incisivi, i Crass
cantano questa nostra vita di
emarginati, di ribelli con un'enfasi che può sembrare affettata e semplicistica ma che colpisce
direttamente chi ascolta. Le parole, sostenute dal tipico drumming di Penny Rimbaud ti scavano
dentro, a fondo: "Sii esattamente chi vuoi essere, fai ciò che vuoi fare. Io sono lui e lei, ma tu sei solo
tu. Nessun
altro ha i tuoi occhi, nessuno può vedere le cose come te. Dipende da te cambiare la tua vita, la mia
da me. I problemi di cui soffri sono quelli che ti inventi. Se non ti piace la tua vita che fai, cambiala
ora, è tua! Niente ha effetto se non ne riconosci la causa. Se i programmi sono quelli che vuoi, dai,
butta tutto all'aria! Solo tu puoi decidere quale vita farai. Se non ti piace la religione puoi essere
l'anticristo. Se sei stanco della politica puoi essere un anarchico". E ancora, più avanti: "Se non
ti piacciono le regole che essi fanno, rifiutati di prendere parte al gioco. Se non vuoi
diventare un numero, non dar loro il tuo nome. Se non vuoi essere tagliato fuori, non rispondere alle
loro domande, il silenzio e una virtù, usalo per la tua protezione. (...) Sii esattamente te
stesso!". Un'altra grande prerogativa del gruppo è quella di aver dato la possibilità di incidere
per la Crass
Records a molte bande quali i Poison Girls di Vi Subversa, gli Zounds, Honey
Bane e, soprattutto,
di aver raccolto in una compilation chiamata "Bullshit Detector" molti gruppi "minori". Oh, by the
way, si vocifera da tempo una seconda edizione del disco tesa a riunire bands europee, fra le quali
alcune italiane. Speriamo presto. I Counter Attack, gli Alternative e gli APF
Brigade sono tre dei
numerosi compagni che hanno preso parte a Bullshit.
I COUNTER ATTACK
vivono a Maryport, sulla costa occidentale a metà strada tra Windscale e
Chapel Cross, Sono molto vicini ai "fratelli maggiori" di Epping ideologicamente, ma la loro
musica è molto più scarna e disadorna di quella dei Crass, avendo anche meno pezzi
a disposizione. DON'T WANNA FIGHT FOR YOU!. "Cerca di scappare, rompi la burocrazia. Non
combatterò per la mia vita in trincea. L'abbiamo già
sentito dire due volte: il Paese è in guerra. Se succedesse di nuovo sarebbe la fine. Non voglio, non
voglio combattere per voi! Sotto la vostra guida non c'è nessuna possibilità di soluzione. Mi state
usando per la vostra missione, fottendo la nostra rivoluzione. (...) Noi combattiamo le vostre
battaglie, ammassati e massacrati proprio come bestiame. Ma dipenderete ancora da noi, piccole
pedine del vostro gioco di guerra. Saremo programmati: aspettare e guardare, cercare e distruggere i
nemici. E' la mia vita che useranno, per pagare il prezzo della guerra nucleare. Non voglio, non
voglio combattere per voi!".
THE ALTERNATIVE Band di
Dunfermline, in Scozia. Craig Trinity, il cantante, scrive: "Ci hanno detto di fare il più, di non curarci
degli altri, di fregarcene dei loro problemi. Io posso
vedere che questa è una farsa. Il vostro sistema è una farsa, dite che esso vi sostiene ma io non
potrò
mai appoggiarlo. Vi siete accordati bene, vero? Avete trovato carriera, lavoro, soddisfatto la vostra
ambizione. Sì, questa è la vostra sicurezza, la vostra serenità. (...) Noi siamo tutti nati
liberi ma
adesso siamo in catene, le loro catene. Sì, loro possono creare e distruggere...".
A.P.F.
BRIGADE La brigata APF (anarchy, peace & freedom) è costituita da due compagni di
Petersborough:
Jonathan Mindle e Andy Export. Una musica scarna, la drum machine a scandire metallica il tempo,
sono le componenti del loro "Attacco Anarchico": "Il governo è stato fatto. Ognuno di loro ha avuto
un seggio e se ne stanno tutti seduti, deliziati dal
pensiero che nessuno li può battere, ma verrà un giorno in cui nella lista ci sarà un
anarchico. E' un
attacco anarchico e noi non torneremo indietro finché non ci saremo sbarazzati di voi e del governo.
Urleremo le nostre idee e non saremo tenuti in silenzio ma io scommetto che allora voi maledetti
fottitori ricorrerete alla violenza. Sì, è un attacco anarchico e non finiremo prima di esserci liberati
di voi e del vostro dannato governo".
POISON GIRLS "Persone invisibili, mostratevi.
Gente che si nasconde, venite fuori. Dite cosa volete, dimostrate chi
siete. Reclamate la vita che è andata. Quelli che desiderano pace e liberà devono creare un nuova
economia. L'economia della pace dipenderà dalla circolazione di fiducia. Che la gente invisibile si
mostri, sono più di quanti credete". A parlare così sono Vi Subversa ed i suoi,
c'est-à-dire i POISON GIRLS, le ragazze velenose nate
in concomitanza ai Crass con i quali realizzarono l'ormai storico ep Bloody Revolution e dai quali
si
sono recentemente staccate dando vita ad una propria label, la Xntrix. "... copriti bene, dicono.
Difenditi e assicurati, chiuditi dentro e mettiti al sicuro. Proteggi e
sopravvivi. Investire sempre più in corazze, armamenti e munizioni. La libera circolazione è
paura,
il racket protezione. Chi commercia armi si arricchisce, coloro che trattano e distribuiscono la paura
sono loro agenti. Questa è l'economia di guerra. Essi stanno cercando di guidarci in profondi rifugi
di solitudine e abbandono. Noi ci nascondiamo riparandoci dalla morte. Siamo schermati nel
contatto con gli altri perché chi trae profitto da tutto ciò non vuole che noi incontriamo gli altri...".
Veniamo tenuti separati, smembrati così da non poter nuocere al sistema con le nostre idee. Tante
persone sconosciute, nascoste, la cui esistenza è minata dal potere. "Questo è un messaggio
per le persone sconosciute, che si nascondono. Sopravvivere in silenzio,
tenendo la bocca chiusa, la testa nella sabbia, non basta più. Terroristi e sabotatori, ognuno di noi
nascosto nelle ombre. Persone sconosciute...". E' questa la "gente invisibile" a cui i P.G. si rivolgono
organizzando tour e concerti con il CND, l'organismo per il disarmo nucleare, catalizzando
l'interesse dei giovani proletari inglesi. Essi sono gli autori della cosiddetta "esposizione totale",
cioè della completa denuncia,della rivelazione delle colpe. "Il controllo statale ed il rock'n'roll sono
tenuti da uomini abili. Ciò che essi vendono viene piazzato
molto bene ed il prezzo è sempre più alto. Quello che tu sai è ciò che loro ti
mostrano, i politici
sono ultra chic e le guerre sono di nuovo "in". La rivoluzione è cosa di quest'anno, siamo di nuovo
nelle strade. Cerca un varco per uscire dalla trappola, è un circolo vizioso. Loro ti tirano su, ti
buttano giù e tu stai di nuovo chiedendo l'elemosina, vivendo del sussidio. Il controllo dello stato ed
il R.'n R. sono fatti da uomini scaltri e l'anarchia è cosa di quest'anno". E "...non ci sono saggi che
possono salvarci dai crudeli crociati, nessun posto è sicuro per
nasconderci dagli invasori che catturano ostaggi. Un altro eroe morde la
polvere".
ZOUNDS "L'anarchia è uno stato mentale, non una forma di
governo, essa tende, attraverso la liberazione
dell'individuo, ad una società libera da regole restrittive che sono state create in un mondo dominato
dalla paura e dai manipolatori di tale paura...". Queste chiare, immediate parole, stampate all'interno del 45
giri Subvert, aprono il "manifesto"
degli ZOUNDS, eccezionale gruppo "svezzato" in casa Crass per la cui etichetta
incidevano questo
disco nel luglio 1980. "Il sistema è in grado di assicurare che ognuno è stato
convenientemente allenato a servire le varie
funzioni che saranno richieste; schiavi per le fabbriche, corpi per i campi di battaglia. Uomini e
donne le cui menti sono state costrette a servire i padroni di detto sistema senza domandarsi perché.
La scuola crea gli zombies necessari a far funzionare le macchine dei ricchi, ad arare i campi dei
proprietari terrieri e per combattere le guerre dei padroni. (...) E' davvero così che vuoi vivere la tua
vita? Rigetta questo sistema oppressivo, colpisci, scalcia, domanda, disobbedisci, fai regole tue, vivi
la tua vita, sii responsabile. Lavora per la rivoluzione, sovverti!!". Da qui la canzone Subvert,
bellissima, incalzante; insomma, uno dei pezzi punk più belli. "Sovverti, sovverti. Se hai un lavoro
puoi essere un agente, puoi lavorare per la rivoluzione. Al tuo
posto di lavoro, se lavori in una fabbrica, scaglia la tua chiave contro le macchine. Sabotaggio
interno. Colpiscili ora, dove a loro fa più male. Sovverti, sovverti, sovverti. Se hai un lavoro e sei
trattato come uno schiavo, proprio come uno zombie nella sua tomba corporativa. Se lavori in un
ufficio stai facendo il tè per il boss mentre loro si arricchiscono sempre di più, su dieci volte la
tua
paga. Possono pensare che sei stupido ma tu stai facendo un lavoro nero ed hai la possibilità di
disobbedire, sovverti, sovverti. Se hai ottenuto un lavoro perché non c'era altro da fare essi pensano
così di averti incastrato nelle scatole che hanno scelto. Sì, tu puoi essere un agente, se lavori nella
cucina di un ristorante puoi ridistribuire il cibo, se sei un poliziotto che ha ricevuto l'ordine di
arrestarmi, ebbene puoi rifiutarti di farlo. Sovverti, sovverti, lavora per la rivoluzione, sovverti,
sovverti!". "Un cambiamento dovrà arrivare prima che sia troppo tardi, lo so. La pace verrà,
bene, potrei
sbagliarmi, lo so. Ma non so davvero cosa posso fare. Non mi fido di te e tu non ti fidi di me.
Perché hai dei segreti? Lo so che ne hai. E se hai qualcosa da nascondere deve essere qualcosa di
cattivo..." cantano nell'altro side in Can't Cheat Karma e ancora sulla guerra in breve, scarno
inserto: "Guerra, guerra. Guerra in Afghanistan, in Irlanda del Nord, guerra in Sud America, in Africa.
Guerra. Violenza. Oppressione. Violenza a Londra, a Bristol, in New York City, a Mosca. Guerra.
Violenza. Oppressione. C'è guerra in paradiso, sulla terra, nella mia testa, nella mia casa. Guerra,
guerra, guerra". Ehi, ma cos'è che stiamo facendo in questo buio mondo?! Siamo tutti, tanto per usare
un'espressione
"collaudata", seduti su una immensa bomba (nucleare, of course) e la nostra mente, delicato gioiello
frutto di migliaia di anni di evoluzione-involuzione freme scossa da immagini di guerra,... Di paura. "La paura
comincia a circondarci, comincia con un rumore, un mormorio all'orecchio. Il sospetto
non ha bisogno di molto tempo prima di trasformarsi in paura..." E noi, piccoli esseri, ci sentiamo
così tutti "spaventati dagli uomini e dai loro sguardi. Impauriti dai veleni che essi soffiano nell'aria,
dai prodotti chimici che spruzzano sulla terra. Terrorizzati dal potere nelle loro mani, dalla
burocrazia, dalla legge. Spaventati dal governo e da chi lavora per esso. (...) La paura, l'unica cosa
che ci può tenere nel buio, nell'ombra". Visioni di una guerra sempre più vicina in
Target:"... Gli americani stanno venendo. Portano le loro
bombe qui per puntarle sui loro nemici dalla nostra piccola isola, dalla nostra casa. Io non voglio
morire per qualche pazzo presidente; non voglio essere parte di una guerra che nessuno può vincere.
Voi americani siete i benvenuti qui, noi vi amiamo, voi, non le vostre bombe". Dall'album The
Curse of Zounds, 1981. "No music: noise!" (Niente musica: rumore!). Nessun'altra verità
potrebbe essere espressa in così
poche parole riguardo alla musica, hops, al rumore dei DISCHARGE. Rumore
sì, ma non nel senso
"heavy metallico" del termine, intendiamoci. Discharge, il più grosso gruppo punk che abbia mai
calcato le ruvide tavole dei palcoscenici. L'unica band che non si nasconde dietro menate
intellettual-ideologiche; accusa rivolta invece ai Crass, considerati ormai da tempo e da più parti
come i "teorici" del movimento. "Io non sono un debole bastardo che obbedisce a ciò che loro dicono"
urlano nel microfono" loro
dicono fai questo e quello. NO! Io non sono un uomo qualunque, un fottuto capro espiatorio. Non
sono un debole bastardo che non ha niente da dire. Dico cosa penso e non quello che mi vogliono
far pensare!". Discharge, anarchia sullo stato, contro tutto e tutti nel grottesco vissuto quotidiano,
senza alcun controllo. "Voi siete le vittime del governo. Loro vi riempiono con le loro fottute bugie
prendendosi libertà cui
non hanno diritto. Oh, tu sei libero di pensare che loro sono così giusti. Vi mostrano le cose solo a
guerra dichiarata perché voi siete il loro potere e la loro gloria: tutto questo affare è così
fottutamente ingiusto, così disgustoso. Niente controllo, siamo stati nella merda anche troppo.
Nessun controllo". Discharge, per combattere ancora: "I movimenti di rivolta sono causati dall'odio della
gente contro
il sistema. Combatti il sistema, combatti ancora. I compagni muoiono nelle prigioni della polizia e
dov'è la giustizia? Io non ne vedo affatto. Combatti il sistema, combatti ancora. (...) Non c'è
nessuna
uguaglianza, nessuna libertà. Ribellati per la tua libertà combattendo per i tuoi diritti. Combatti
il
sistema, ancora". Nati nel 1977 in quel di Stoke, Cal e compagni esordirono l'anno dopo al Victoria Hall di
Hanley
"sconcertando" tutti col loro sound selvaggiamente distorto, lancinante. I testi che parlano
principalmente di guerra, di lotta al potere, d'anarchia. "Membra di un bambino spuntano fuori dalle macerie
e non si tratta di uno sketch televisivo. No,
non è uno spettacolo della TV. Questa carne sanguinante non è mica il trucco che si dà
agli artisti.
Un bambino giace morto in una pozza di sangue e non è uno spettacolo della televisione. No,
nessun sketch della TV". Immagini crude, traumatiche perché la guerra non è una favola: "La
guerra non è una storia di fate.
Il governo e la regina sono i tuoi soli nemici, non farti ingannare dai loro sorrisi mutevoli. La guerra
non è una fiaba; fucili e bombe non sono fottuti giocattoli. Loro non vogliono conoscere le tue idee
sulla guerra. Non smettono di pensare mai a te, vogliono tenerti nell'oscurità della realtà di guerra.
La carne maciullata, scagliata a metri di distanza dai corpi è un tipico aspetto della guerra". E ancora
guerra, paura, dolore e morte. Perché? "Accanto al suo uomo lei si inginocchia, lo tiene
stretto, poi comincia a gridare. Perché? Perché? Perché? Il suo amore è soltanto
un pezzo di carne
sanguinolenta sul campo di battaglia. Le sue grida divengono urla strazianti allorché diventa
isterica, pazza di dolore. Perché? Perché?". "L'anarchia è l'unica soluzione, ora! Il
domani appartiene a noi". "Dixon te ne sei andato per sempre. James Kelly mentì, disse ciò
che i poliziotti volevano che lui
dicesse. Kelly ci parlò della merda che lo sommergeva in cella, delle sue costole rotte. Gli dissero di
stare zitto che tanto era ubriaco. Kelly non aprì più i suoi occhi morendo là dentro nel
furgone.
Adesso lo sappiamo tutti, James Kelly tu sei morto. James Kelly a chi interessa? Kelly tu sei morto,
James Kelly..." Questa è una bastarda "storia di polizia", come tante altre dal momento che sono
loro ad impugnare il coltello dalla parte del manico, prendendosi la libertà di uccidere un uomo
come e quando vogliono; che sia dalle finestre della questura di Milano o nel retro di un furgone
sulle strade d'Inghilterra non fa nessuna differenza. Sono i PARTISANS a
raccontarcela, 4 ragazzi molto giovani di Cardiff, il cui sforzo maggiore
sembra essere di avvicinare i punx al fenomeno OI in piena ottica "l'unione fa la forza". Essi sono
uno dei tanti gruppi che oggigiorno cantano di pace e anarchia. Pur lasciando talvolta dubitare delle
proprie convinzioni. Così come gli EXPLOITED gridano: "Nessun pudore
di essere un punk e non mi importa un fico
secco di voi. Non m'importa ciò che dite perché io credo nell'anarchia" la cui idea è
senz'altro agli
antipodi rispetto ai CRASS; gli ANTI-PASTI disegnano A cerchiate persino su
mutande e
giarrettiere; o i FLUX OF PINK INDIANS, provenienti anche loro dall'entourage
crassiano:
disastri in metropolitana e diete vegetariane. E ancora G.B.H. (prodotti dai Discharge),
DISORDER, SUBHUMANS, FALL
OUT (ex 6 MINUTE WAR), VICE SQUAD
e tanti,
tantissimi altri che danno vita così ad una miriade di compagni/e o presunti tali spesso "arroccati" su
posizioni e idee alquanto diverse, se non in conflitto. Ah, "se davvero i ragazzi fossero uniti...".
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