Rivista Anarchica Online
Cronache sovversive a cura della Redazione
Antimilitarismo / Riarrestato Mauro Zanoni
Lunedì 11 aprile Mauro Zanoni, 20 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Asola (Mantova) mentre
si trovava sul lavoro. E' stato immediatamente rinchiuso nel carcere giudiziario militare di Peschiera
del Garda, in attesa di processo. Come si ricorderà, Mauro avrebbe dovuto presentarsi in caserma il 7 ottobre scorso per prestarvi
servizio militare. Con una dichiarazione pubblica, fece sapere (anche alle autorità militari) che non si
sarebbe presentato in caserma, rifiutando al contempo la «scappatoia legale» del servizio civile. Ha così
continuato la sua vita e la sua attività, fino a quando il 13 febbraio decise di presentarsi alla caserma
di Pesaro, cui era stato assegnato, per ... rifiutarsi di indossare la divisa. Subito rinchiuso nel carcere
militare romano di Forte Boccea, venne poi scarcerato il 2 marzo, con l'obbligo di ripresentarsi in
caserma. Obbligo al quale Mauro puntualmente non ha ottemperato, tornando al suo paese e
riprendendo il suo lavoro. Ora è di nuovo in carcere, in attesa che la magistratura militare si decida a
processarlo per quel rifiuto del servizio militare che lui ha chiaramente dichiarato e praticato. Pare però
che il giudice militare della Spezia non voglia considerarlo un obiettore totale, poichè le idee
anarchiche non avrebbero secondo lui dignità tale da giustificare una simile scelta ideale.
Massa / Altro processo per l'avv. Fuga
Martedì 10 maggio è fissato alla Corte d'assise di Massa un nuovo processo contro l'avvocato anarchico
Gabriele Fuga, in carcere da oltre nove mesi in attesa di giudizio per «partecipazione a banda armata»
(Prima Linea). Il processo di Massa è relativo al numero unico Solidarietà libertaria, uscito quattro
anni fa e dedicato alla tematica carceraria ed antirepressiva. Finora Fuga è stato interrogato in merito
solo una volta, per rogatoria, da un giudice milanese che non sapeva nemmeno a che cosa si riferisse
la denuncia partita da Massa.
Pisa / Avanti siam ribelli!
Con questo titolo è stata organizzata dai compagni della Biblioteca «Franco Serantini» (via S. Martino
48, 56100 Pisa) una mostra che raccoglie immagini e documenti del movimento anarchico a Pisa dalla
Comune di Parigi all'avvento del fascismo (1871-1925). La mostra sarà esposta dall'8 al 22 maggio a
Palazzo Lanfranchi, sul Lungarno Galilei. Domenica 8, alle ore 10, la mostra sarà inaugurata da
un'assemblea-dibattito, alla quale interverrano anche gli storici L. Gestri, Alessandro Marianelli, Nico Berti e Claudio Venza. Pisa ha rappresentato, nel periodo affrontato dalla mostra, uno dei centri più vivaci dell'anarchismo
italiano: sede di numerosi fogli libertari, ricca di militanti sia in città sia nei dintorni, con una forte
presenza nel movimento operaio ed in genere nelle lotte sociali, vicina ad altre zone di radicata
presenza libertaria (Livorno, Carrara, ecc.). Da tempo i giovani militanti della Biblioteca «Franco
Serantini» stanno portando avanti un serio lavoro di riscoperta e valorizzazione di questa parte
importante (e perlopiù trascurata) della storia pisana.
Antinucleare / Ricordando la Polinesia
Si è conclusa la parte italiana del vero e proprio «giro del mondo» che dalla primavera del '79 sta
effettuando Jad, un pittore anarchico di origine francese che ha vissuto per qualche anno a Tahiti,
nella Polinesia francese (l'abbiamo intervistato su «A» 106, Da Tahiti all'Europa via Hiroshima).
Portando per il mondo i suoi maxi-pannelli e le sue diapositive contro gli esperimenti nucleari nel
Pacifico (e, più in generale, contro tutti gli esperimenti nucleari), Jad è impegnato a tempo pieno
nel contattare persone e gruppi disponibili a dargli una mano nell'organizzare mostre in piazza dei
suoi pannelli, manifestazioni, iniziative di qualsiasi tipo che contribuiscano a sensibilizzare
l'opinione pubblica contro gli esperimenti nucleari. A Milano l'hanno aiutato gli anarchici della
casa occupata di via Correggio, i punk anarchici del Virus, i compagni del Comitato di Lotta di San
Siro; a Roma il gruppo anarchico Malatesta ed il gruppo dell'Opera Universitaria; a Venezia gli
anarchici del gruppo Makhno; a Bologna i militanti della Lega per il Disarmo Unilaterale (LDU); a
Firenze i nonviolenti; a Comiso quelli del Campo Internazionale per la Pace; ecc. ecc. A fine aprile
Jad ha varcato con il suo grosso camper il confine con la Svizzera. In programma ci sono già varie
iniziative pubbliche antinucleari, in alcune città della Svizzera francofona. Farà anche una puntata a
Ginevra, per vedere se l'ambasciata russa si deciderà finalmente a dargli una risposta alla sua
richiesta di portare anche in URSS la sua testimonianza antinucleare. Ad ogni buon conto, per
almeno un altro anno continuerà ad attraversare l'Europa «armato» dei suoi sgargianti pannelli
contro il nucleare.
Ancona / La c.d.c. dei G.I.A. cambia indirizzo
La Commissione di Corrispondenza dei Gruppi di Iniziativa Anarchica (costituitisi in federazione
nel 1965, hanno nel mensile L'Internazionale il loro foglio d'espressione) informa in un suo
comunicato di essersi trasferita da Genova ad Ancona per motivi di funzionalità. Pertanto ogni
comunicazione che possa interessarla, dovrà essere inviata, d'ora in poi, al seguente indirizzo:
Luciano Farinelli, casella postale 173, 60100 Ancona. I compagni già incaricati continueranno a
farne parte.
Reggio Emilia / Concluso il XVI congresso della FAI
La CNT ha fatto scuola. Anche il XVI congresso della Federazione Anarchica Italiana (FAI), come
i due congressi del sindacato libertario spagnolo dopo la fine del franchismo (Madrid 1979,
Barcellona 1983), è stato affiancato da una serie di iniziative pubbliche, che hanno segnato il
momento esterno, propagandistico, di un incontro che peraltro si è svolto «a porte chiuse» (oltre ai
militanti della FAI, erano ammessi come osservatori solo altri anarchici conosciuti). Di queste
iniziative pubbliche sono stati promotori attivissimi ed efficienti i/le militanti della Federazione
Anarchica di Reggio Emilia: un gruppo che da vari anni segna in città ed in provincia un'intensa
attività. Giovedì 21 aprile c'è stata un'assemblea-dibattito con compagni presenti in organismi autogestiti di
lotta, ferrovieri, metalmeccanici, precari della scuola, ecc. Venerdì 22, presente tra gli altri quel
Maurizio Saggioro che fu licenziato perchè rifìutatosi di produrre pezzi destinati all'uso bellico, c'è
stata una serata antimilitarista. Sabato 23, assente perchè ammalata Adele Faccio (deputato
radicale, si è rammaricata nel telegramma di non aver potuto presenziare per chiarire perchè lei da
«anarchica» si è fatta radicale), il dibattito anarchismo/radicalismo ha visto il confronto tra
l'anarchico Claudio Venza ed il segretario reggiano del partito radicale. Domenica 24, la serata di
maggiore affluenza (250 persone), dedicata alla solidarietà internazionale: particolarmente seguito
l'intervento del belga Babar (cfr. in altra parte della rivista l'intervista da noi fattagli). Lunedì 25,
infine, a conclusione dei lavori congressuali, una conferenza su attualità e proposte dell'anarchismo.
E inoltre, proiezioni di audiovisivi, moltissimi manifesti anarchici sui muri di Reggio, due grosse
strutture tubolari in due piazze del centro che reggevano pannelli annuncianti il congresso.
Insomma, che a Reggio c'era un congresso anarchico non si poteva ignorarlo: ed anche la stampa si
è fatta viva più del solito, con vari inviati speciali che, spesso, non hanno perso occasione per
scrivere le solite banalità (i cravattoni neri che non ci sono più, il ricordo degli attentatori dell'800,
ecc.). Ma veniamo al congresso. Presenti circa 150 compagni/e, per circa metà osservatori, provenienti un
pò da tutt'Italia con presenze particolarmente nutrite da Milano, dall'Emilia Romagna e dalla
Toscana. Il dibattito, come previsto, si è sviluppato principalmente intorno alle relazioni presentate
dalle varie commissioni, costituite al precedente congresso della FAI (Roma, aprile 1982) con il
fermo proposito di rivitalizzare la federazione e costituire i perni di un lavoro di approfondimento
teorico e di coordinamento e stimolo delle iniziative. Complessivamente questo congresso ha
verificato il positivo funzionamento delle varie commissioni, ma durante il dibattito è emerso anche
il problema della rappresentatività che le commissioni stesse hanno, esprimendo a volte a nome
dell'intera FAI posizioni che una parte della federazione non condivide. Si è parlato dei problemi del mondo del lavoro, di antimilitarismo, della repressione, ecc.: più volte il dibattito si è
svolto con fatica, altre volte la necessità di passare al successivo punto l'ha bloccato quando stava
decollando. Ripensando alla CNT, a quelle sedute-fiume congressuali, alle centinaia di interventi,
c'è di che riflettere sulla necessità/possibilità di «sfruttare» meglio occasioni d'incontro/dibattito
quali sono i congressi. E non è certamente una riflessione che riguarda solo la FAI. Dal congresso sono uscite mozioni (le pubblica Umanità Nova, che della FAI è l'organo
settimanale). Sintetizziamo qui alcuni punti. In campo antimilitarista il congresso ha deciso di
promuovere per i primi di giugno una settimana di mobilitazione antimilitarista, incentrata sul
sostegno alla lotta di Comiso, sulla solidarietà agli obiettori, sul ritiro delle truppe italiane dal
Libano, sulla ripresa dell'agitazione e della propaganda nelle caserme, sulla denuncia della
crescente aggressività dei blocchi militari. In campo antirepressivo, fermo restando l'obiettivo
dell'abolizione delle carceri, si rigettano i patteggiamenti con le istituzioni ma non le lotte concrete
per la salvaguardia psicofisica dei carcerati; si punta inoltre su di un Convegno interdisciplinare ed
internazionale su «trasgressione e controllo sociale». Per quanto riguarda il mondo del lavoro (un
punto vivacemente dibattuto nel corso dei lavori, non tutti i militanti della FAI riconoscendosi
nell'anarcosindacalismo), oltre che l'opposizione alla legge-quadro del pubblico impiego e la
volontà di un maggior coordinamento tra i lavoratori anarchici (con un accenno polemico a quanti
hanno ridato vita all'Unione Sindacale Italiana), il congresso ha espresso nella difesa del reddito
operaio e proletario, nella riduzione sostanziale dell'orario di lavoro e nel blocco/riconversione
delle produzioni nocive i punti qualificanti per i quali battersi. Per giugno è poi previsto un giro di
conferenze in Italia di Babar e di un rappresentante di Solidarnosc. Infine, Umanità Nova. Ai militanti della Federazione Anarchica di Milano è stato confermato
l'incarico redazionale ed è stata affidata anche l'amministrazione (in attesa del passaggio delle
consegne, resta per ora valido il recapito palermitano indicato nel 2° interno di copertina di questa
rivista). Due dettagliate relazioni, rispettivamente della redazione milanese e dell'amministrazione
(uscente) palermitana, hanno messo a fuoco lo stato del settimanale ed hanno costituito la base per
valutazioni e progetti. Dalle attuali 8 pagine, si è deciso di passare (mediamente) a 12 pagine:
essendo inattuabile per problemi tecnici un aumento di 4 pagine, Umanità Nova uscirà
alternativamente ad 8 e a 16 pagine. Il prezzo raddoppierà, dalle attuali 500 a 1.000 lire: per reggere
gli aumentati costi, oltre che su questo raddoppio del prezzo, la redazione punta sull'impegno
espresso dal congresso di aumentare la diffusione del giornale, aggiungendo sempre nuovi puntivendita, non sul «lancio» della Cooperativa Umanità Nova, di recente costituita e legalmente
riconosciuta, che d'ora in poi gestirà la testata: della Cooperativa possono esser soci i soli militanti
della FAI. Alla redazione di Umanità Nova, impegnata in questo rilancio/potenziamento del giornale,
rinnoviamo i nostri auguri di buon lavoro. Da compagni. Ed anche un pò da «colleghi».
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