Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 111
giugno 1983


Rivista Anarchica Online

Quelle di Greenham Common
di Loredana / Giannina Mura

«Le sanguinarie cerimonie rituali chiamate guerre a cui gli uomini hanno partecipato volontariamente per secoli ora sono inaccettabili. Generali, militari, governi e leggi datate che permettono e incoraggiano l'accettazione della morte, dell'assassinio, della guerra devono finire».
Questo è il pensiero di migliaia di donne del campo di Greenham Common che da due anni vivono accampate, dandosi il cambio, intorno ai cancelli degli hangar dei missili Cruise (a circa 100 Km da Londra).
Una presenza attiva e costante imperniata su dimostrazioni di azione diretta non violenta che si svolgono fuori e dentro i cancelli, dove donne e bambini usano tutto ciò che è simbolo di vita e amore contro il messaggio di morte e di guerra dei missili. Dunque azione diretta nonviolenta perchè sostengono che non si può combattere la violenza con la violenza; fini e mezzi devono essere uguali per raggiungere la pace e ancora: le donne non daranno più il loro silenzioso consenso alle guerre. L'azione direttanonviolenta che usiamo dimostra che non abbiamo bisogno di coraggio sovrumano o forza fisica,ma comprensione per il vero significato del mondo. Fa capire alle autorità e ai governi che non abbiamo più rispetto per i loro valori barbari e i loro modi di risolvere i conflitti e ci rende coscienti che noi donne possiamo essere efficaci quando crediamo in noi stesse, nel nostro istinto di sopravvivenza.
Trovare materiale, cucire, pitturare, vita, allegria, risate, così è vivere a Greenham Common, e ancora, fare dimostrazioni come il blocco dei cancelli del 13 dicembre, quando 20 donne entrarono e piantarono bucaneve e semi di fiori e quello del 22 marzo in cui vennero arrestate 34 donne; l'entrata nella base, il giorno in cui Heseltine (ministro della difesa) visita Newbury, con tre lunghi serpenti di cartapesta per danzare e disegnare con gessi A cerchiate e segni di pace sugli elmetti dei poliziotti della base e poi, naturalmente, essere arrestate. Ma ne valeva la pena. E ancora: Per un'azione più incisiva contro la pazzia dei missili e della corsa agli armamenti ... una proposta di Sciopero Internazionale delle donne per il 24 maggio. Il loro appello è: Donne di tutto il mondo unite nello spirito, mostriamo la nostra forza, il nostro diritto di essere vive e di vivere su questo pianeta.

Loredana


Greenham Common è la base militare che si trova nel Berkshire dove i nuovi Cruise dovrebbero essere installati alla fine del 1983. Qui, dal settembre 1981, ha avuto inizio un campo della pace, che dal gennaio 1982 è diventato campo permanente di pace costituito da sole donne. Da allora è stato teatro di molte manifestazioni pacifiste. Quella del dicembre '82 è stata la più vasta dimostrazione di tutti i tempi in una base nucleare inglese. Qui le donne sono unite per combattere lo spettro nucleare che di giorno in giorno si concretizza paurosamente in questa folle corsa agli armamenti che USA e URSS stanno conducendo, coinvolgendo in maniera particolare l'Europa, dove i missili a testata nucleare sono installati, a spese di tutti noi.
In Inghilterra il movimento per la pace è rappresentato principalmente dal CND, che ha gruppi sparsi in tutte le zone e per Pasqua ha avuto la capacità di organizzare e coordinare una serie di azioni dirette per la pace che hanno avuto luogo principalmente a Greenham e a Burghfield, la base militare dove si producono armi, comprese testate nucleari. Anche qui si trova un campo della pace misto, formato un anno fa dalla gente che abbandonò Greenham dopo la decisione che ne faceva un campo della pace di sole donne.
Ho partecipato di persona alle azioni di Pasqua a Greenham e quello che segue è un quadro quasi completo di quello che successe, dico quasi perchè è sempre difficile essere obiettive e complete quando si partecipa a questo tipo di azioni.
Mercoledì sera 30 marzo, ci siamo incontrate alla stazione di Kings Cross, nel nord di Londra, e abbiamo preso il pullman per Greenham. In viaggio abbiamo incominciato a parlare di quello che per noi rappresentava la pace e come potevamo raggiungere le nostre mete. A metà strada il pullman si è fermato per un guasto meccanico, il che ci ha permesso di dare inizio a un'assemblea informale dove chi aveva già partecipato al campo della pace portava la propria esperienza, dove abbiamo discusso le possibili conseguenze della nostra azione in modo particolare l'arresto, la reazione violenta della polizia e come opporsi a questa in maniera nonviolenta.
Siamo arrivate a Greenham alle tre del mattino e lì abbiamo dormito in un tendone da circo che il CND aveva fornito: dopo poche ore, alle sei, ci siamo alzate per prepararci all'azione. Svegliarsi a Greenham, il freddo mattino inglese, il cielo pulito, e le altre donne, che venivano fuori, con sorrisi e gentilezze, pronte per iniziare un'opposizione che avrebbe significato forse l'arresto, la perdita del posto di lavoro, la deportazione, ma cosa conta tutto questo quando si ha la coscienza di fare qualcosa di vitale importanza per la stessa sopravvivenza dell'umanità? Siamo andate a registrarci, perchè nel caso di un arresto gli avvocati del CND sapessero dove e a chi rivolgersi, qui abbiamo anche ricevuto dei documenti che ci chiarivano la nostra posizione legale e il tipo di accuse che ci potevano venire contestate in caso di arresto. Poi ci siamo recate alla tenda NVDA (Non Violent Direct Action) dove abbiamo ricevuto ulteriori informazioni e dove abbiamo fatto un veloce training in resistenza nonviolenta.
Ci siamo spartite i compiti, io e altre tre persone avevamo la funzione di «osservatori legali», cioè prendevamo nota di tutto quello che accadeva alle compagne che sedevano nel sit-in in caso di attacco da parte della polizia. La spartizione dei compiti era solo ufficiale, perchè di fatto tutte abbiamo occupato lo spazio intorno al perimetro della base, sedute a parlare, a cantare, a raccontarci. Tutte ci aspettavamo centinaia di arresti, reazioni violente da parte della polizia, che invece è stata di una tranquillità unica, per cui quel confronto diretto a cui ci eravamo preparate, non c'è stato.
La sera di giovedì al cancello arancione, la televisione riprendeva l'occupazione, canti e danze si succedevano, e dentro la base i burattini del potere andavano e venivano, alcuni di loro ridevano un pò troppo forte di queste donne coraggiose, di queste donne che nonostante la pioggia, il freddo, la pasqua, e il resto stavano sedute intorno alla base, a ostruire loro il passaggio, a impedire loro di lavorare per la guerra, anche se solo per un giorno. Giovedì notte ci siamo riunite in una grande assemblea, nel tendone NVDA, qui si sono discussi i punti fondamentali della giornata e il da farsi per l'indomani, venerdì primo aprile.
C'era incertezza, alcune pensavano di non aver fatto niente, solo perchè niente era accaduto, subito però rassicurate dalle altre: non è accaduto niente perchè c'eravamo noi, che abbiamo impedito loro di lavorare e abbiamo dato loro un gran da fare nel controllarci. Vi era poi il problema dell'accettazione degli uomini nell'occupazione, molte erano contrarie, preferivano che gli uomini si recassero a Burghfield, che l'indomani sarebbe stata congiunta a Greenham in una catena lunga 12 miglia formata dalla gente. Vi erano dubbi anche su questa catena e molte donne preferivano l'azione diretta della penetrazione all'interno della base, si era coscienti del dubbio che questo servisse effettivamente a cambiare le cose, ma vi era la ferma volontà di agire per aprire una breccia in quel sistema di false sicurezze e di pretesa di difesa che è la componente principale della propaganda pro-militarista. C'era voglia di ascoltarsi, di comunicare, di scambiarsi idee dubbi certezze, nonostante la stanchezza dopo una giornata così.
Si è occupato il perimetro della base tutta la notte e l'indomani. Venerdì mattina tanta altra gente è arrivata per formare la catena, per partecipare all'occupazione, che noi abbiamo proseguito durante la formazione della catena umana: per molte di noi era più importante proseguire questo tipo d'azione che partecipare alla catena. Nei walkie-talkie le notizie si accavallavano: hanno arrestato le donne penetrate nella base, le hanno rilasciate, la gente arriva, sono migliaia e migliaia, poi intorno all'una la notizia: la catena umana si è formata e intanto migliaia di persone continuano ad arrivare. Dopo la formazione della catena, tutti si sono mossi verso Aldermaston, per incontrarsi qui con il resto dei partecipanti, per partecipare al festival, per ritornare a casa, ed era una marcia senza fine, colorata, con slogan, striscioni, teatro di strada, musica, palloncini, danze e allegria. Secondo le cifre della polizia c'erano circa 40.000 persone, secondo il CND erano più di 100.000.
Qualunque siano le cifre esatte, le manifestazioni di Pasqua sono state un grosso successo per il CND, che è riuscito a coordinare in maniera eccellente tutte le azioni, che essendo diverse e variegate offrivano diverse possibilità di partecipazione a ciascuno: chi non voleva rischiare l'arresto in alcun modo poteva rendersi utile partecipando alle attività di sostegno, chi voleva attuare un confronto diretto entrando nella base o occupando lo ha fatto, e chi preferiva le azioni simboliche ha potuto esprimersi ugualmente.
Queste manifestazioni sono un esempio molto importante di quello che il CND sta facendo in Inghilterra per la propaganda anti-nucleare, azioni come queste fanno parlare la gente, contribuendo al risveglio delle loro coscienze.
Quando il popolo avrà preso atto della colossale frode che i governanti stanno attuando sulla sua pelle, allora si potrà passare a un'opposizione radicale per cambiare la società e le norme scritte e non-scritte imposte da chi ci governa, perchè la storia si ripete solo fintanto che la coscienza popolare è assopita dai loro giochi di potere e dalle loro false verità.
Insieme e organizzandoci in maniera attiva, imparando dagli errori, degli anni precedenti, possiamo cambiare il corso della storia, ma per questo è necessaria una forte coscienza, partecipazione popolare e volontà di non fermarsi mai. C'è tanto da fare per combattere le radici del militarismo e questa volta non possiamo rischiare di perderci come nel passato, perchè allora avremo perso per sempre e irrimediabilmente.

Giannina Mura