Rivista Anarchica Online
L'inverno nucleare e
oltre
di Maria Teresa Romiti
"Una macchina
della fine del mondo! Proprio così. Esplodendo produrrà un fall-out
radioattivo letale, in dodici mesi la superficie della terra sarà
morta come quella della luna (...)" (dal "Dr. Stranamore" di
Stanley Kubrik). Le conseguenze di
un'esplosione nucleare o di una guerra non possono essere prevedibili
fino in fondo, troppe le variabili in gioco. Studiando alcuni
scenari, però, si può avere un modello delle possibili conseguenze. In un'esplosione
nucleare viene liberata energia sotto forma di onda d'urto e vento,
calore (caratteristiche anche delle esplosioni chimiche) e radiazioni
nucleari. L'onda d'urto si propaga in tutte le direzioni accompagnata
da venti fortissimi provocando il crollo delle costruzioni, il
calore, immenso (decine di milioni di gradi centigradi) provoca
ustioni di terzo grado agli essere umani nel raggio di chilometri e
incendi di vaste proporzioni (fino alla "tempesta di fuoco"), le
radiazioni nucleari (raggi gamma e neutroni) producono danni ingenti
al patrimonio genetico cellulare (la dose assorbita si misura in Rem
e oltre i 600 Rem le conseguenze sono letali). Il pericolo delle
radiazioni può sussistere anche per centinaia d'anni, poiché gli
isotopi radioattivi ricaduti sul terreno continuano ad emettere
radiazioni e vengono inseriti nel ciclo alimentare. Una bomba di 1
Megaton su una grande città provocherebbe danni immensi, la quasi
totale distruzione, per un raggio di circa 12 chilometri, di tutti gli
edifici, incendi, morti per onde d'urto, ustioni e radiazioni, pari a
quasi tutta l'area metropolitana. Il fall-out successivo si
spargerebbe nell'aria a seconda dei venti ma facilmente l'area
contaminata potrebbe raggiungere i 300 chilometri. Bisogna anche
tenere presente che i feriti avrebbero ben poca possibilità di
sopravvivere dato che la maggior parte degli ospedali sarebbe
distrutta e pochi i medici in grado di prestare soccorso. Se i danni
di un'esplosione nucleare non sono certo da poco, molto peggio,
ovviamente, sono le conseguenze di una guerra. Sono stati studiati 4
scenari possibili: 100 Megaton, 3.000 Megaton, 5.000 Megaton, 10.000
Megaton. Dall'analisi dei diversi modelli è emerso che le
conseguenze non varierebbero poi molto da un modello all'altro. Una guerra nucleare
provocherebbe morti in quantità elevata, distruzione della maggior
parte delle città, delle industrie e delle attività produttive.
Inoltre le esplosioni nucleari, specie se contemporanee, provocano il
cosiddetto "EMP" (impulso elettromagnetico), cioè il
danneggiamento di tutti i sistemi elettronici e di tutte le
apparecchiature elettriche; ciò produce, prima di tutto,
l'impossibilità del controllo delle successive testate nucleari, ma
soprattutto la paralisi quasi completa della vita d'oggigiorno.
Bloccare tutti i sistemi elettronici equivale a ritrovarsi senza
denaro, automobili, treni, aerei, merci, autostrade, radio,
televisione. Praticamente tutto il mondo, come noi lo conosciamo,
sarebbe bloccato. In questa
situazione i sopravvissuti dovrebbero affrontare problemi enormi:
curare i feriti e gli ammalati senza più organizzazione medica,
distruggere il cibo contaminato e trovarne di commestibile,
sopportare la fame, carestie, epidemie, scarse riserve d'acqua,
mancanza di generi di prima necessità. La Terra intanto entrerebbe
in quello che si chiama "l'inverno nucleare". La polvere
sollevata dalla esplosioni velerebbe il sole facendo abbassare in
poco tempo la temperatura su tutto il globo. Praticamente, secondo
recenti analisi, tutto il pianeta si troverebbe a temperature polari. E, anche ammesso di
riuscire a superare l'inverno nucleare, bisognerebbe affrontare
subito "l'estate nucleare". Infatti le particelle surriscaldate
ricadendo farebbero aumentare la temperatura cominciando dalle
montagne più alte. Si avrebbero inondazioni spaventose ed infine
un'estate ancora più micidiale dell'inverno che l'ha preceduta
(l'Alaska, la Scandinavia e la Siberia avrebbero temperature
superiori al normale di 30/35 gradi). Forse non basterebbe per
arrivare all'estinzione della vita sulla terra, ma certo ci si
andrebbe molto vicino. Quante specie sparirebbero? Quante
cambierebbero radicalmente? E noi? Potremmo essere
anche noi, a quel punto, nel novero delle specie in via d'estinzione.
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