Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 151
dicembre 1987 - gennaio 1988


Rivista Anarchica Online

Una proposta alternativa
di Stefano Fabbri d'Errico

Promotore dell'Associazione nazionale Insegnanti Diplomati (AID), Paolo Grillo rappresenta, all'interno dei C0BAS, una voce critica rispetto alla "piattaforma degli undici".

Paolo Grillo è stato il promotore dell'Associazione nazionale Insegnanti Diplomati (AID), nata nel maggio 1983 dal Coordinamento Nazionale Insegnanti Tecnico-Pratici e di Stenodattilografia, presente dal 1978. Nel '75 la forte associazione di categoria ANITPAT si era sciolta per confluire nei sindacati confederali ove, recita l'ultimo numero del suo organo di allora, "la categoria continuerà ad essere difesa".
Viceversa, a distanza di 12 anni da quella confluenza, nulla è cambiato nella situazione di discriminazione economica (sesta qualifica, anziché la settima degli altri docenti ed in particolare dei colleghi transitati tanti anni fa nella scuola media inferiore) e giuridica (funzione docente "compressa" dell'insegnante tecnico-pratico quando opera in compresenza con un docente tecnico-teorico in laboratorio). Anzi, in questi ultimi anni, a più riprese, molti segnali negativi avevano fatto (e in certo senso, fanno) pensare ad un prossima soppressione della categoria e/o ad una sua riduzione a totale compresenza, privandola di ogni ruolo autonomo e con ciò recando un grave danno innanzitutto alla scuola.
Ma facciamo un passo indietro. Chi sono gli insegnanti diplomati della scuola secondaria? Sono stati assunti sulla base del solo titolo d'istruzione secondaria superiore: 45.000 persone fra insegnanti di stenodattilografia e tecnico-pratici. Questi ultimi (IT) sono i docenti di tutte le materie di laboratorio (sperimentali o costruttive) e come tali svolgono una funzione molto importante nell'istruzione tecnica ed assolutamente essenziale e centrale in quella professionale. L'AID ha assunto questa denominazione onnicomprensiva, pur nascendo da soli docenti diplomati della secondaria, per sottolineare, anche provocatoriamente, il duplice taglio dato alla propria azione: operare per raccogliere ed organizzare, in prospettiva, tutti i docenti diplomati e non solo quelli delle superiori, cioè la maggioranza o quasi dei docenti italiani, considerando anche i maestri; porre alla base delle proprie richieste il riconoscimento autentico della qualifica funzionale, quale criterio sostitutivo in linea di principio del titolo di studio.
Tale impostazione, ideata in termini compiuti dal sindacalismo confederale agli inizi degli anni 70, è stata lasciata cadere dopo la approvazione della legge 1312/80 ed a tutt'oggi è forte la resistenza ad assumere questo criterio come riferimento centrale dell'inquadramento dei lavoratori.
L'AID si pone come obiettivo fondamentale proprio l'affermazione di questo criterio, cosa di per sé sufficiente a risolvere i problemi economico-giuridici della categoria. L'ottica, del tutto non corporativa, anche se necessariamente specifica, con cui l'AID si muove, si esprime nella richiesta di una piena perequazione con gli altri docenti sulla base della parità del lavoro svolto.
L'Associazione, che conta circa 2.000 aderenti, ha indetto il blocco degli scrutini a febbraio e a giugno dello scorso anno scolastico, mobilitando con essa una larga parte della categoria, registrando adesioni in quasi tutte le province e segnando un'ampia convergenza con gli obiettivi generali dei "Cobas" della scuola, nei quali Grillo è oggi attivamente partecipe. Ecco alcuni stralci della lunga intervista che gli ho fatto.


Come vedi il futuro dei Comitati di Base?

Ci sono forti rischi con la linea che alcuni portano avanti, linea che può essere intesa facilmente come esclusivamente corporativa.

Ritieni possibile allo stato attuale, cioè in uno stadio tutto sommato ancora embrionale del movimento della scuola, che si possa riuscire a fare gli interessi di tutti i settori della categoria senza che in primo luogo ogni settore esprima, nel modo più autonomo possibile, le proprie specificità?

Noi giungiamo a questo movimento con una storia alle spalle, anche se ampiamente cancellata da anni ed anni d'inerzia sindacale, che fa sì che i settori con problemi specifici abbiano, anche se non in modo adeguato, strumenti per considerare il proprio specifico. Viceversa il docente laureato medio, assunto come espressione tipica del "professore" ed in questo senso "primus inter pares" nella categoria, non ha un proprio referente organizzativo particolare, proprio perché non ha problemi particolari. Quindi il problema che si pone è quello di una necessità ancora maggiore di un'auto-organizzazione delle categorie deboli. Il rischio è che quegli spezzoni ancora non auto-organizzatisi rimangano compressi, o possano venire sacrificati. Ricordo che, ancora alcuni mesi addietro, quando i colleghi insegnanti tecnico-pratici andavano in riunioni dei Comitati di Base erano assai poco ascoltati, anzi nessuno sapeva cosa fossero.

La maggioranza delle proposte di piattaforma nazionale pretenderebbero di essere esaustive senza che ci sia a monte un tentativo reale di coinvolgere direttamente al momento della stesura tramite momenti di dibattito, queste frange di docenti "anomali".

Gli autori partono dal presupposto di poter scrivere un documento valido per tutti a priori. C'è infatti quantomeno una sottovalutazione della complessità del problema. Quelli che circolano sono documenti piuttosto scarni, esempio principe ne è il documento degli "11", nonostante le pretese, estremamente generico e poco articolato. Specie se raffrontati alle piattaforme dei sindacati si nota una povertà intrinseca: naturalmente su quelli non si è d'accordo sui contenuti, però il livello è ben diverso. D'altra parte mi preme anche sottolineare che fra i colleghi c'è una fortissima esigenza di semplificazione, non di semplicismo naturalmente, l'esigenza però di ridurre il tutto ad alcuni parametri fondamentali entro i quali identificare delle soluzioni immediatamente comprensibili e tali da rendere il funzionamento della scuola e le articolazioni normative relative al personale estremamente più lineari rispetto all'oggi.
Di conseguenza quello che potrebbe essere in una visione formale complessiva una debolezza imperdonabile può divenire anche una forza, sempre che tali semplificazioni vengano correttamente formulate in modo da non divenire discriminatorie per qualcuno e parallelamente capaci di rispondere in modo esaustivo alla necessità di proporre qualcosa di chiaro e che valga.

Oltre che discriminatorie possono divenire anche corporative...

Il corporativismo scaturisce appunto dalla compressione conscia o inconscia delle necessità peculiari dei settori deboli. La piattaforma del "gruppo Gigliotti" evidenzia un cedimento notevole al corporativismo: innanzitutto riguarda solo i docenti e prevede stanziamenti solamente per loro, rimandando ad un fantomatico "altro documento" le questioni relative alla rimanenza dei lavoratori della scuola, documento che non è mai apparso. Per quanto riguarda gli aumenti previsti per i docenti vi si parla di un 57% circa anche rispetto alla stessa classe stipendiale del vecchio contratto, secondo un meccanismo percentualmente uguale per tutti. Un meccanismo estremamente semplicistico perché non permette ridistribuzioni, che d'altra parte può essere recepito con chiarezza da tutti gli insegnanti. Non è però adeguato ad una piattaforma che deve ricomporre non soltanto altre figure oltre ai docenti, ma anche le varie fasce in cui questi stessi sono ripartiti.
Viceversa il discorso che deve venire ripreso è estremamente articolato e deve far perno su 3 momenti del salario: salario minimo (quello della qualifica funzionale di base fra i lavoratori del comparto, cioè l'ausiliario); il salario professionale che va rivisto, dal momento che è evidente che alcuni fenomeni in questi anni ne hanno interessato la valenza; infine il salario d'anzianità.
C'è stato un depauperamento del salario minimo dei lavoratori rispetto alla distribuzione del reddito a vantaggio del capitale, tanto che si giunge ormai ai livelli che lo stesso Gorrieri indicava come livelli di povertà per la famiglia a mono-reddito. Infatti lo studio fatto in proposito 2 anni fa dalla commissione interparlamentare sulla povertà diceva che al di sotto delle 900.000 lire al mese si doveva parlare di povertà in senso pieno e letterale per una famiglia a mono-reddito con un figlio, ed oggi quando siamo a 950.000 lire d'ingresso per un ausiliario siamo evidentemente a quei livelli.

Per tornare al momento attuale che stanno vivendo i Comitati di Base della scuola, ove emerge uno scontro, oltre che sulla "piattaforma" anche sulle definizioni formali che il movimento si dà, come consideri il problema sorto rispetto alla questione di un collegamento sul piano della lotta ad altre categorie rifiutato dal gruppo degli "11" ed auspicato dagli altri? Cosa che avviene proprio mentre sindacati e forze politiche si apprestano a sferrare un attacco bestiale ad una prerogativa acquisita e garantita dallo stesso costituzionalismo liberal-borghese quale il diritto di sciopero.

Questo non può essere certo contrabbandato come un discorso segnato pesantemente dal punto di vista ideologico. Anzi pare l'unica cosa da fare di fronte ad un attacco portato da tutti. La preoccupazione, a rigor di logica, potrebbe essere soltanto una: il ritenere che possa in tal modo venir meno il sostegno di tutti quei docenti che assolutamente rifiutano di sentirsi "politicizzati", limitando la corale partecipazione ai CdB verificatasi nello scorso anno. Si crede forse che il movimento potrebbe così risultare perdente permettendo un recupero ai sindacati tradizionali o, meglio ancora, a quello autonomo. È una preoccupazione che in astratto può anche apparire legittima, perché si sta facendo una battaglia per vincere e credo che vincere nel proprio settore sia il maggior contributo che si possa dare a tutte le categorie.