Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 151
dicembre 1987 - gennaio 1988


Rivista Anarchica Online

Per incidere di più

Cari compagni, (...) sento l'esigenza di esprimervi il mio ringraziamento per il lavoro svolto sulle pagine di "A". Ho sempre seguito con vivissimo interesse quanto è stato pubblicato e mi sembra che la rivista abbia raggiunto un equilibrio felice tra l'informazione che riesce a fornire ed articoli che costituiscono lo spunto per più approfondite riflessioni.
Non basta infatti - ed è pure importantissimo! - essere il veicolo di iniziative, di azioni di lotta che altrimenti resterebbero nascoste, censurate dalla stampa di potere. Occorre, e mi sembra ci siate riusciti, anche lasciare lo spazio necessario a temi di meno immediata presa ma di grande rilievo: accade così che un aspetto illumina ed arricchisce l'altro e viceversa.
Non ho pratica di giornalismo ma sono certo che si tratta di un risultato non facile da raggiungere, specialmente per una rivista del tipo di "A".
Come non farvi, dunque, i miei più sentiti complimenti?
Io vivo in un piccolissimo centro: si tratta di un osservatorio assai particolare, che probabilmente assomma elementi negativi ad altri più favorevoli. Mi spiego meglio: vivere qui mi ha fatto riflettere, soprattutto in questi ultimi mesi, sul ruolo che svolge o potrebbe svolgere il movimento anarchico in Italia. Io credo che mai come in realtà simili si avverta la necessità di una diversa prassi politica degli anarchici.
Qui non ci sono né circoli culturali né la pur frammentaria ricchezza di stimoli ed iniziative che sono offerte dalle città grandi o meno grandi.
Tutto è gestito - e male - dal partito di (falsa) maggioranza e da quello di altrettanto falsa opposizione. Vi sono però persone che non sono insensibili a certi problemi e che credono che la sinistra possa avere un volto diverso da quello dei partiti di potere: è un grave danno che tante energie, potenzialmente utili, vadano sprecate. Affinché ciò non accada occorre, secondo me, che gli anarchici non temano né il confronto né la collaborazione con altri gruppi, quali - ad esempio - quelli dell'estrema sinistra di ispirazione marxista.
Con questo non intendo dire che debbano rinunciare ai grandi principi di cui sono portatori. Ritengo, più semplicemente, che occorra usare dei canali diversi e più collaudati. Il rigore ideologico, l'intransigenza fondatamente orgogliosa, che - a mio avviso - caratterizzano il movimento anarchico, non dovrebbe impedirgli un diverso modo di agire e di porsi in certe realtà sociali.
Viviamo in momenti difficilissimi: le poche concessioni fatte negli anni scorsi dallo Stato in campo sociale vengono lentamente ma inesorabilmente eliminate. La povertà, la disoccupazione sono in aumento, il potere del padronato e della gerarchia cattolica si estende ancora più, senza nessuna resistenza.
Di fronte a questo stato di cose, che è gravissimo, io mi chiedo se non sia opportuno, anzi necessario, attuare una profonda revisione di ciò che si è fatto finora; per agire in modo incisivo. Non vorrei, cari compagni, essere frainteso: ho seguito con attenzione e fraterno affetto l'operato di tanti anarchici che hanno coraggiosamente fatto sentire la loro voce e lo stanno facendo tuttora. Non penso sia stato tutto inutile: anzi, sono testimonianze di altissimo valore.
Quello che mi preoccupa e che spesso mi assilla è il problema di come il movimento anarchico possa incidere in modo diverso in certi luoghi, in certi ambienti. Non ipotizzo la creazione di un "partito" o di qualcosa di simile, ma penso sia assolutamente necessaria l'individuazione di appropriate forme organizzative, che aprendosi ad un confronto franco ma costruttivo con le ormai sparute forze autenticamente progressiste, possano costituire un punto di riferimento per tanti individui che, sulla propria pelle, stanno vivendo le gravissime ingiustizie che ogni giorno sono sotto i nostri occhi.
Tutto questo permetterebbe, inoltre, di ovviare all'ormai vecchio fenomeno per il quale i partiti si impadroniscono di iniziative e teorizzazioni libertarie per poi usarle e manometterle a proprio uso e consumo.
Mi piacerebbe sapere che cosa pensate di quello che un po' confusamente ho scritto, senza grandi bagagli ideologici ma con sincera tensione ideale (...)
Vi saluta fraternamente il vostro

Roberto Pinca (Chiusi Scalo)