Rivista Anarchica Online
Per incidere di più
Cari compagni, (...)
sento l'esigenza di esprimervi il mio ringraziamento per il lavoro
svolto sulle pagine di "A". Ho sempre seguito con vivissimo
interesse quanto è stato pubblicato e mi sembra che la rivista abbia
raggiunto un equilibrio felice tra l'informazione che riesce a
fornire ed articoli che costituiscono lo spunto per più approfondite
riflessioni. Non basta infatti -
ed è pure importantissimo! - essere il veicolo di iniziative, di
azioni di lotta che altrimenti resterebbero nascoste, censurate dalla
stampa di potere. Occorre, e mi sembra ci siate riusciti, anche
lasciare lo spazio necessario a temi di meno immediata presa ma di
grande rilievo: accade così che un aspetto illumina ed arricchisce
l'altro e viceversa. Non ho pratica di
giornalismo ma sono certo che si tratta di un risultato non facile da
raggiungere, specialmente per una rivista del tipo di "A". Come non farvi,
dunque, i miei più sentiti complimenti? Io vivo in un
piccolissimo centro: si tratta di un osservatorio assai particolare,
che probabilmente assomma elementi negativi ad altri più favorevoli.
Mi spiego meglio: vivere qui mi ha fatto riflettere, soprattutto in
questi ultimi mesi, sul ruolo che svolge o potrebbe svolgere il
movimento anarchico in Italia. Io credo che mai come in realtà
simili si avverta la necessità di una diversa prassi politica degli
anarchici. Qui non ci sono né
circoli culturali né la pur frammentaria ricchezza di stimoli ed
iniziative che sono offerte dalle città grandi o meno grandi. Tutto è gestito -
e male - dal partito di (falsa) maggioranza e da quello di
altrettanto falsa opposizione. Vi sono però persone che non sono
insensibili a certi problemi e che credono che la sinistra possa
avere un volto diverso da quello dei partiti di potere: è un grave
danno che tante energie, potenzialmente utili, vadano sprecate.
Affinché ciò non accada occorre, secondo me, che gli anarchici non
temano né il confronto né la collaborazione con altri gruppi, quali
- ad esempio - quelli dell'estrema sinistra di ispirazione marxista. Con questo non
intendo dire che debbano rinunciare ai grandi principi di cui sono
portatori. Ritengo, più semplicemente, che occorra usare dei canali
diversi e più collaudati. Il rigore ideologico, l'intransigenza
fondatamente orgogliosa, che - a mio avviso - caratterizzano il
movimento anarchico, non dovrebbe impedirgli un diverso modo di agire
e di porsi in certe realtà sociali. Viviamo in momenti
difficilissimi: le poche concessioni fatte negli anni scorsi dallo
Stato in campo sociale vengono lentamente ma inesorabilmente
eliminate. La povertà, la disoccupazione sono in aumento, il potere
del padronato e della gerarchia cattolica si estende ancora più,
senza nessuna resistenza. Di fronte a questo
stato di cose, che è gravissimo, io mi chiedo se non sia opportuno,
anzi necessario, attuare una profonda revisione di ciò che si è
fatto finora; per agire in modo incisivo. Non vorrei, cari compagni,
essere frainteso: ho seguito con attenzione e fraterno affetto
l'operato di tanti anarchici che hanno coraggiosamente fatto sentire
la loro voce e lo stanno facendo tuttora. Non penso sia stato tutto
inutile: anzi, sono testimonianze di altissimo valore. Quello che mi
preoccupa e che spesso mi assilla è il problema di come il movimento
anarchico possa incidere in modo diverso in certi luoghi, in certi
ambienti. Non ipotizzo la creazione di un "partito" o di qualcosa
di simile, ma penso sia assolutamente necessaria l'individuazione di
appropriate forme organizzative, che aprendosi ad un confronto franco
ma costruttivo con le ormai sparute forze autenticamente
progressiste, possano costituire un punto di riferimento per tanti
individui che, sulla propria pelle, stanno vivendo le gravissime
ingiustizie che ogni giorno sono sotto i nostri occhi. Tutto questo
permetterebbe, inoltre, di ovviare all'ormai vecchio fenomeno per il
quale i partiti si impadroniscono di iniziative e teorizzazioni
libertarie per poi usarle e manometterle a proprio uso e consumo. Mi piacerebbe
sapere che cosa pensate di quello che un po' confusamente ho scritto,
senza grandi bagagli ideologici ma con sincera tensione ideale (...) Vi saluta
fraternamente il vostro
Roberto Pinca (Chiusi Scalo)
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