Rivista Anarchica Online
Ecologia domestica?
Anche in Italia l'ambientalismo in
crescita comincia ad avere un suo mercato ufficiale ed interessi
economici stimolanti. Tanto più che i prodotti ecologici hanno
ed avranno tanta pubblicità del tutto gratuita offerta da
un'attualità vieppiù allarmante. Forse questa maggiore attenzione ha
spinto alcune case editrici a pubblicare guide pratiche per una
"migliore qualità della vita" e per "salvare
l'ambiente di casa nostra". Niente di nuovo; esistono da tempo
pubblicazioni su questi argomenti distribuite in circuiti non
ufficiali, cito ad esempio le guide di AAM Terranuova, ma per queste
novità editoriali non avrei dubbi, la "confezione"
punta al grande pubblico. Ho scelto Ecologia domestica di
Nika Hartmann, verde di Francoforte (Ed. Franco Muzzio, Padova 1987,
pagg, 190, lire 22.000) e Il pericolo abita con noi di Egmont
Koch (Ed. Elvetica, Chiasso 1987; pagg. 251, lire 27.000). Si presentano come guide pratiche per
il consumatore ambientalista che, senza rinunciare alle tecnologie,
le vuole associare ad adeguate garanzie per sé e per
l'ambiente e sottolineano l'importanza di un cambiamento delle
nostre abitudini domestiche per un miglioramento delle condizioni
ambientali e quindi della qualità della vita. Perciò
offrono una moltitudine di suggerimenti strettamente legati al
quotidiano, ben supportati (soprattutto "Ecologia domestica")
tecnicamente e scientificamente, per non essere immobili e passivi
mentre il mondo va in rovina. Dando per scontato l'assetto
consumistico della nostra società, il consumatore dovrebbe
diventare soggetto attivo delle proprie scelte appropriandosi di quei
principi di paternità kennedyana (diritti alla sicurezza,
informazione, scelta, ascolto, risarcimento, educazione, ambiente)
che hanno accompagnato il potente movimento dei consumatori americani
negli anni '70. Inoltre le stesse leggi di mercato
impongono un cambiamento dei prodotti quando le vendite calano di
almeno il 5%, di qui secondo gli autori le grandi possibilità
di un movimento dei consumatori più attento e critico. Lasciando a parte il problema
ecologico che è altro, l'unico lato positivo rispetto alla
diffusione di questi manuali è che un numero sempre più
alto di persone sia informato e si sensibilizzi; solo attraverso la
conoscenza corretta dei problemi da parte di molta gente potrà
formarsi una consapevolezza ecologica e una reale e profonda
inversione dell'attuale logica, mentre la lettura dei manuali e i
consigli relativi intesi nel solo aspetto pratico del tipo: l'uomo
qualunque con i suoi gesti quotidiani può cambiare le cose -
non possono che indurre senso di frustrazione, smarrimento e come
effetto collaterale e indesiderato un trasgressivo bagno nel
consumismo più sfrenato. Oppure, il che è lo stesso, per
un lettore più indottrinabile, un moralistico abbattimento di
qualsivoglia desiderio che la nostra malata civiltà possa
soddisfare. Infatti si è assaliti da una
quantità di domande che non possono avere risposte sensate. È
forse possibile eliminare fitofarmaci, fosfati, cadmio, piombo,
paradiclorobenzolo, formaldeide, esaclorofenolo, perborato,
coloranti, conservanti, antiossidanti, emulgatori, ecc., ovvero tutte
le sostanze messe al bando da questi manuali perché dannose
per il nostro organismo? Forse in parte, per chi è abbastanza
ricco da potersi permettere tempo e denaro per discernere tra i
prodotti biologici quelli sicuri (ormai il mercato tira e non
esistono controlli né regolamentazioni) oppure per cercare
propri produttori che garantiscano carni, verdure, vini dei quali si
controlli periodicamente la qualità, osservando personalmente
i volatili ruspanti nell'aia e i bei filari di lattuga concimata
d.o.c.
O alternativamente sciamando nelle
belle campagne italiche improvvisandosi novelli contadini con tanta
buona volontà. In realtà una risposta, nella società
così com'è oggi, non può esistere. Per questi motivi mi chiedo se questi
manuali potranno dispensare informazioni corrette ad un grande
pubblico visto che probabilmente spunteranno come funghi e
diventeranno veri best-seller dell'ecologia. A questo proposito c'è un
rischio, indotto proprio dalle connessioni che il problema ecologico
riveste per gli uomini in termini di salute, di sofferenza, di futuro.
È molto facile in effetti, soprattutto se si pensa all'uomo
qualunque lasciar passare una logica tipo "rifugio
antiatomico" ovvero lasciare intendere che esiste il modo di
salvarsi dal disastro ecologico chiudendosi nel proprio nido, logica
falsa, ma indubbiamente redditizia per la vendita dei libri. Non parlo a caso, questa osservazione
mi è stata suggerita soprattutto dalla seconda guida: "Il
pericolo abita con noi", dunque com'è possibile
mangiare, dormire, lavarsi, vestirsi, per stare meglio, "noi"
dentro la nostra casa? O come è scritto in sovra copertina:
"per fermare l'inquinamento che ci circonda e penetra fin nella
nostra casa ecco un libro rivelatore: ci informa e ci spiega, ci
avverte e ci consiglia, ci protegge e ci salva". Ma chissà, forse esagero:
terremo in cucina, accanto ai vecchi ricettari una fiammante guida
all'ecologia domestica e una tantum ci permetteremo il lusso di
mangiare come si deve. Intanto i centri storici li chiudiamo al
traffico, potenziamo la viabilità in periferia, l'industria
chimica e pesante la regaliamo tutta al terzo mondo. Insomma spostiamo di qua, mettiamo di
là, peccato, peccato davvero, quei maledetti principi della
termodinamica ci sballano sempre i conti.
Massimo Panizza
|