Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Tiratura limitata
"... UMAMI e RAIZ
LATINA sono i nomi con i quali lo stesso gruppo di musicisti
propone rispettivamente un repertorio di musica della regione andina
ed uno di musica afro-latinoamericana. La proposta del gruppo
comprende sia lo studio e la diffusione della musica folklorica ed
etnica di questi paesi, sia il suo sviluppo attuale, attraverso la
proposta di brani scritti da autori contemporanei, sulla base di
ritmi e schemi armonici tradizionali e popolari..." Un po' troppo anonimo nella copertina
(che rischia di passare letteralmente inosservata negli scaffali dei
negozi), ed invece ricco di particolari nella realizzazione, il
debutto discografico di UMAMI e RAIZ LATINA è a cura della
nuova indie torinese Inisheer (vedi "A" 156): si tratta di
un doppio 7 pollici, uno per ciascuna identità della
formazione. Un lavoro interessante e anche di un certo valore:
peccato purtroppo che i dischi durino poco e lascino solo intuire il
grande amore che c'è dietro a queste attività. Sono
comunque disponibili presso Inisheer alcuni demotapes di durata
ragionevolmente maggiore. Altra uscita per Inisheer è il
debut-single degli ENVIRONS, con una versione a dir poco
stupenda di "No man can find the war" di Tim Buckley. Nel
gruppo, oltre a Lalli e Stefano ex-Franti, suonano Toni Ciavarra e
Claudio Villiot. Un inizio promettente, per l'etichetta e per questi
musicisti ma, a differenza di quanto spesso si scrive, non vi invito
"ad aspettare prove più articolate".
Comprate questi dischi, comprateli
subito. Aspettare non serve proprio a niente e in più c'è
il rischio di restare a bocca asciutta, vista la tiratura limitata.
In uscita presto su Inisheer un disco dei romani GRONGE e finalmente
l'album degli ENVIRONS. Inisheer c/o Backdoor, via Pinelli 45,
10144 Torino.
Intreccio di progetti
Con ritardo colossale (durante il
trasloco ne ho perso le tracce) vi segnalo "Last Trax",
resoconto finale dell'attività di TRAX, il progetto
multimediale che ha tenuto occupati Vittore Baroni, Piermario Ciani e
Massimo Giacon per gli ultimi sei anni. "Last Trax" è
un libretto ben stampato e realizzato, nel quale sono elencate in
ordine meticolosamente cronologico e descritte in italiano e inglese
tutte le attività (pubblicazione di nastri, dischi e materiale
stampato, fotocopie, installazioni, etc.) che hanno caratterizzato la
turbinosa esistenza del " marchio Trax", recentemente
interrotta. Nella realtà, TRAX e stato un
intreccio di progetti, atteggiamenti e stili molto più
complicato di quanto non riesca io a far credere con questa
recensione. Nella confezione ci dovrebbe essere anche un disco dei
Nipoti del Faraone che, un po' per diffidenza e un po' per forza di
cose, non ho ancora potuto ascoltare. Trax c/o Vittorio Baroni, via Raffaelli
2, 55042 Forte dei Marmi (Lucca).
Musiche "difficili"
È
uscito il secondo numero di MUSICHE, una bella rivista
musicale di cui si è già accennato su questa rubrica
(sempre su "A" 156). Le tendenze accennate sul numero
d'esordio sono state rispettate, quindi MUSICHE si ripropone come
l'unica pubblicazione che nel nostro paese si occupa di forme
musicali "difficili" o quanto mai poco conosciute.
L'impresa è meritevole della migliore solidarietà (il
giornale è autofinanziato e raccoglie solo qualche briciola di
pubblicità). Abbonatevi.
Musiche c/o Riccardo Pioli, piazza Brin
13, 19100 La Spezia.
Come un film-maker
Scarpe da ginnastica rosse, un
improbabile vestito di lana grigia (giacca, gilet e pantaloni larghi,
che in seguito ho saputo acquistato perché costretto a
spendere valuta nella Germania Orientale), occhiali rotti e dalle
lenti spesse, pettinatura della serie "ho passato una tremenda
notte in treno". E, proprio sopra a tutto, un sorriso ghignante.
Ecco come ho incontrato EUGENE CHADBOURNE alla stazione di
Padova, alle sette meno un quarto di una mattina di fine settembre.
La ragione di questo insolito appuntamento? Mi ero accordato con lui
per organizzare il suo unico concerto in Italia del suo tour europeo:
un'occasione davvero appetitosa per non lasciarsi sfuggire
l'opportunità di conoscere direttamente uno dei più
importanti cervelli della musica alternativa d'oltreoceano.
Trentaquattro anni, nato e cresciuto nel Colorado e chitarrista
rigorosamente autodidatta, Eugene se ne va in Canada per evitare la
leva (si era nei primi anni settanta, e leva significava Vietnam).
Tornato negli Stati Uniti grazie
all'amnistia promulgata da Jimmy Carter si stabilisce scontento a New
York City, combinando esperimenti e progetti d'avanguardia
all'attività del gruppo country The Chadbournes. Dal 1982 al
1985 Eugene tiene in piedi SHOCKABILLY, un trio passato alla recente
storia dell'altro-rock. Sciolto anche questo gruppo, Eugene sceglie
la "solitudine": da solo affronta il palco armato di idee
semplicemente pazzesche e progetti assurdi. Le sue performance non
sono più esclusivamente musicali, ma coinvolgono pubblico e
(soprattutto) musicista in una serie di eventi che con la musica
possono anche non avere relazioni dirette.
La sua attività è stata
paragonata a quella di un film-maker, che sceglie fotogramma dopo
fotogramma, immagine dopo immagine, quello che poi diventerà
la sua opera. Eugene Chadbourne riesce a rendere bizzarra qualsiasi
forma musicale e a mantenere il controllo: le sue composizioni sono
accostabili a quelle di Frank Zappa e di John Zorn, Jimi Hendrix e
John Cage. La cultura musicale di Dr. Chadbourne è pressoché
sconfinata: conosce perfettamente grande parte della musica popolare
americana degli ultimi trent'anni, con particolare riguardo a Bob
Dylan e alla West Coast Music, per non parlare dell'intero repertorio
dei Beatles, Hendrix e Zappa. Nel suo recente album realizzato
assieme al gruppo Camper Van Beethoven, intitolato "Camper Van
Chadbourne", possiamo trovare una versione intorpidita di
"Reason to believe" di Tim Hardin accostata ad una
semplicemente oltraggiosa di "I talk to the wind" di Peter
Sinfield e Ian McDonald (presente nel primo album dei King Crimson).
Sull'altra facciata, una "Ballad of Easy Rider" di Roger
McGuinn vicina a "Ba-lue Bolivar" di Thelonious Monk e a
"Careful with that axe, Eugene", un classico dei vecchi
Pink Floyd qui reso assolutamente irriconoscibile.
Se Antonioni ascoltasse questa versione
certo non l'utilizzerebbe per "Zabriskie Point" (Fellini o
Benigni forse sì...). Oltre a questo e agli altri dischi di
Eugene Chadbourne (comunque di non facile reperibilità in
Italia), vi posso consigliare le cassette, edite dallo stesso Dr.
Chadbourne, contenenti le alchimie più strane e molte sessions
con musicisti altrettanto pazzi e devianti.
I dischi potete trovarli nei negozi che
trattano jazz ed avanguardia. Le cassette richiedetele direttamente a
lui (mandate $10 ciascuna, spese di spedizione comprese).
Eugene Chadbourne, 2306 Sherwood
Street, Greensboro, NC 27403, USA.
PS.: Chiunque fosse interessato a farlo
suonare nella propria città il prossimo ottobre si metta in
contatto con me presso la Redazione.
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