Rivista Anarchica Online
Per un
autoadesivo
a cura della Redazione
L'anno 1988 addì 16 del mese
di Dicembre alle ore 15,45 in questa loc. Piazza Ranieri. Innanzi a
Noi sottoscritti Ufficiali e Agenti di P.G., appartenenti al suddetto
Ufficio, è presente Marciati Eloisia, nata a Orvieto il
16.08.53, ivi residente in vicolo Lattanzi nr. 8, alla quale viene
notificato il retroscritto provvedimento di sequestro emesso in data
16.12.88 dal Pretore di Orvieto inerente al reato previsto per la
violazione di cui all'art. 403 2 comma C.P.. Noi verbalizzanti diamo atto di aver
proceduto quindi al sequestro di nr. 1 autoadesivo forma tonda,
applicato nella parte posteriore dell'autovettura targata TR 234418
recante la scritta "PAPA WOJTILA - N0 GRAZIE", il tutto in
ottemperanza a quanto indicato nel provvedimento di sequestro
retroscritto. Di quanto sopra è stato
redatto, previa lettura e conferma da parte dei verbalizzanti e della
Marciati Eloisia (sic!), ne viene consegnata copia nelle mani della
stessa. Fatto, letto, confermato e
sottoscritto in data e luogo di cui sopra.
E tanto di timbro della "Polizia
di stato - Commissariato di Orvieto - Squadra di P.G.". Dunque, i fatti sono andati così.
Ad un normale controllo stradale (bollo, patente, libretto), la
Marciati risulta "tutto in regola". Ma l'occhio di un
solerte tutore dell'ordine si posa sull'autoadesivo incollato accanto
alla targa. L'autorità giudiziaria viene subito informata. Ed
il non meno solerte pretore di Orvieto, considerato che gli
accertamenti eseguiti dalla Polizia ed in particolare la fotografia
dell'autoadesivo costituiscono sicuri
elementi di colpevolezza; ritenuto necessario ai fini probatori come
pure al fine di evitare che il reato venga portato ad ulteriore
(sic!) conseguenze, ordina appunto il sequestro
dell'autoadesivo, che la Polizia Giudiziaria effettua stilando
appunto il testo riportato all'inizio.
Secondo quanto riferito da alcuni
quotidiani, il caso sarebbe ora all'esame della Corte Costituzionale,
investita dal dubbio sulla legittimità o meno del procedimento
promosso dal pretore di Orvieto, che ha ravvisato nell'autoadesivo
un'"offesa della religione dello stato mediante vilipendio del
medesimo ministro del culto cattolico".
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