Rivista Anarchica Online
Mercante in fiera
di Paolo Finzi
Con questo titolo si terrà a
Milano, dal 18 al 19 marzo, un convegno sul lavoro "alternativo".
È la prima chiamata a
raccolta di quel vasto e differenziato arcipelago di imprese,
cooperative, botteghe, ecc. che nell'ultimo decennio si è
andato sempre più estendendo. Ne parliamo con Pino De Sario, della
rivista "AAM-Terra Nuova" promotrice del convegno. E
pubblichiamo il programma completo dei lavori.
Questo convegno l'abbiamo pensato
innanzitutto per andare oltre un luogo comune, quello
dell'alternativo: un termine, questo, che ormai è in voga da
una ventina d'anni e va quindi aggiornato e riempito di significato.
Con Pino De Sario, uno degli animatori
dell'Associazione AAM-Terra Nuova (e dell'omonima rivista), parliamo
un po' del convegno Mercante in fiera (sottotitolo: Il mercato
alternativo tra marginalità e affare, tra gioco e realtà)
che si terrà a Milano a metà marzo. L'agenda dei lavori
e le informazioni di carattere generale sono riprodotti al termine di
questa intervista.
Come associazione e come giornale -
spiega Pino - noi
operiamo in un ambito in cui iniziative anche di tipo economico e
commerciale sono più che diffuse (pensiamo, per esempio, al
fenomeno delle erboristerie o dei centri naturali) e ci siamo
interrogati su questo aspetto: è sufficiente aprire un centro
naturale e vendere riso integrale per definirsi alternativi? È
questa un po' la domanda-tipo che sta a monte del convegno ed alla
quale cercheremo di dare risposta (o meglio, risposte) nell'ambito
delle diverse sessioni in cui è articolato il convegno.
Approfondendo il discorso, la
domanda-tipo indicata da Pino si scompone inevitabilmente in molte
altre domande, che vanno ad evidenziare dubbi - e spesso anche a
sottolineare contraddizioni - propri del mondo "alternativo".
Per esempio, cosa può voler dire - alla luce degli anni'
'80 ormai maturi e degli anni '90 che stan per arrivare
- avviare, strutturare e gestire un'impresa di tipo "alternativo"?
Alla luce di quale strategia politica ed economica ci
si pone in un mercato anche di merci ecologiche, "diverse"?
E con quali presupposti? Con quali elementi concreti di gestione? A
questo tipo di problematica è dedicata la sessione della
mattinata di sabato 18 marzo. Nel pomeriggio di sabato,
oltre a presentare le caratteristiche ed i bilanci concreti di alcune
di queste imprese, si dovranno affrontare anche le ipotesi di lavoro
interno. Quali sono le strutture? Quali sono i momenti
associativi, quelli di scambio, quelli decisionali? Come avviene la
gestione delle finanze?
Ecc., ecc... Pino ci tiene a sottolineare che questo
convegno rappresenta, nella storia del movimento "alternativo"
in Italia, la prima chiamata a raccolta delle varie realtà
sotto l'aspetto del lavoro in generale, non sotto quello del settore
(agricolo, artigiano, commerciale, professionale, ecc.). E, sempre
rifacendosi all'impostazione concreta di questa iniziativa,
preannuncia la presentazione di una "Carta dei diritti del
lavoratore" ("alternativo", s'intende).
L'obiettivo - spiega
- è quello di presentare a noi stessi innanzitutto, quindi ai
nostri interlocutori ed alla società nel suo insieme, questa
nuova fascia di lavoro. Senza alcuna remora, si tratta di fotografare
questa realtà crescente, con tutti i suoi limiti, i suoi
disservizi e le contraddizioni che essa esprime. Certo, il convegno
non sarà una passerella per autocompiacersi ed
autogratificarsi. Tutt'altro.
Tra i problemi che affliggono le
imprese "alternative", Pino indica quelli relativi alla
qualificazione (difficoltà nell'aggiornamento professionale e
nel reperimento di operatori), anche per quanto concerne le merci (si
pensi al mercato agro-alimentare dei prodotti biologici, tuttora
privo di una regolamentazione, anche se oggetto per tutto l'88 di un
dibattito vivacissimo).
Senza gerarchia costituita
Ma l'argomento che più
appassiona Pino - ed anche me - è quello relativo
all'organizzazione interna di queste imprese, associazioni, gruppi,
ecc... Chi ha vissuto dall'interno, concretamente, giorno dopo
giorno, esperienze di questo tipo, tanto più se animato da
propositi antiautoritari (non solo per il "risultato"
finale, ma soprattutto per il metodo di associazione e di lavoro), sa
bene che in pochi terreni come in questo vale la massima secondo cui
tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare.
Dal momento che non c'è lo
sposare una gerarchia precostituita, con una centralità data
ad una persona o ad un ristretto gruppo di persone, sono molte le
realtà associative (soprattutto cooperative) che si
barcamenano nel sostituire a questo tipo di dinamica accentrante una
dinamica diffusa e molto più orizzontale. Tutto ciò -
sostiene Pino - è
un vagare in una forma di purgatorio, dal momento che gli elementi
pratici, le esperienze da cui attingere ed a cui accostarsi, sono
estremamente labili. Ed anche quando ci sono, si scontrano con
necessità ed esigenze che, quando vanno a stringere il
quotidiano, mal si sposano con la teorizzazione pura.
Le numerosissime realtà
"alternative", che il convegno Mercante in fiera
vuole appunto chiamare a raccolta anche per distillarne, in qualche
modo, l'esperienza, forniscono secondo Pino - e non c'è motivo
di dubitarne - una miriade di spunti di discriminazione, di
non-comunione e non-convivialità, di ipotesi diverse in merito
al futuro dell'iniziativa, ecc... Problemi non piccoli nascono anche
quando ci si trova a decidere in merito alla differenziazione (o
meno) dello stipendio, e in caso positivo sulla base di quali
principi. E poi, la responsabilità è un elemento
sufficiente, oppure tutti - da chi fa le pulizie a chi decide in
merito all'intervento sul mercato - devono avere lo stesso trattamento?
Insomma conclude
Pino - ci troviamo di fronte ad un vero e proprio vespaio,
tanto più che, se è vero che mancano
riferimenti precisi per simili scelte (i modelli "tradizionali"
sono troppo distanti dal nostro diverso modo di voler essere ed
operare, e quelli "alternativi" sono in gran
parte tutti da costruire), va altresì considerato
che ormai abbiamo un decennio di gestazione alle spalle: molte
imprese si sono assestate, c'è un mercato
florido che si sta sviluppando in vari settori, ci sono insomma
condizioni piuttosto positive. Ma, per quanto riguarda i lavoratori,
siamo all'anno zero.
Economia ed etica
Sull'approccio concreto, orientato alla
pratica, direi quasi empirico del convegno, non ci sono dubbi. È
questa, d'altra parte, una delle caratteristiche di AAM-Terra Nuova
in generale, e non poteva non rispecchiarsi in questa iniziativa.
Non in contrasto con questo
approccio, c'è al contempo la volontà - come
spiega Pino - di ripristinare un filo progettuale, teorico,
ideale, tenendo conto di quelli che sono i filoni di
pensiero presenti nel nostro ambito: da quello libertario a quello
ecologista, dall'antroposofia a tutte quelle altre
correnti che - pur nella loro estrema varietà e diversità
- sono accomunate dal tentativo di coniugare l'economia con l'etica,
o comunque il valore materiale con quello più ideale,
spirituale. Anche con il convegno di metà marzo, noi ci
proponiamo di attingere da questi diversi filoni di pensiero un nuovo
quadro, che naturalmente va aggiornato, rispolverato ed attualizzato.
Senza per questo dimenticare - e
il pendolo di Pino si risposta sul versante pragmatico -
che nella pratica queste imprese si scontrano anche con i problemi
dell'IVA, delle Camere di commercio, del commercialista, ecc...
Il convegno Mercante in fiera si
prospetta dunque anche come un'occasione stimolante per fare
se non il punto, almeno alcuni punti sulla situazione,
sulla percezione di sé, sulle aspettative, le soddisfazioni e
le frustrazioni, i successi ed i problemi di una parte almeno (e
certo la meno "disimpegnata") di quel vasto mondo/mercato
"alternativo" di cui gli amici di AAM Terra Nuova
rappresentano un'espressione, un pungolo, a volte addirittura la
spina dorsale.
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