Rivista Anarchica Online
Ferrovieri in lotta
di Maurizio Barsella
Con la lotta dei macchinisti ancora in
piedi - dovrà essere effettuato ancora uno sciopero - viene
pubblicata questa riedizione dell'opuscolo Battaglie e vittorie
dei ferrovieri italiani, scritto da Augusto Castrucci nel 1945. Questo libretto esce per le edizioni
"Zero in condotta", (casa editrice della Federazione
Anarchica Italiana) in collaborazione con i ferrovieri dell'UFAL
(Unione Ferrovieri Anarchici e Libertari). Questo il pregio ed il
limite della pubblicazione. Pregio perché il libro, al
tempo con gli avvenimenti, ha dato un piccolissimo contributo allo
sviluppo di questi, cercando di mostrare ai macchinisti che le loro
lotte di questo periodo rappresentano una continuità con
l'esperienza più gloriosa del passato dei movimenti di
emancipazione dei ferrovieri - il periodo, appunto, descritto nel
libretto. Allo stesso tempo mostra che le
concezioni libertarie dell'organizzazione dei lavoratori si
ripresentano all'interno dei movimenti e danno segno di avere anche
una certa influenza. Limite perché, pur trattando un
periodo storico, l'introduzione volutamente non segue quelle regole
che avrebbero dovuto renderla un'introduzione storica.
Ma era forse possibile per dei
militanti attivi ieri (Castrucci) o oggi (UFAL), dare
un'interpretazione degli avvenimenti descritti senza prendere
posizione?
L'opuscolo tratta dei momenti più
alti della storia sindacale dei ferrovieri fino alla liberazione dal
fascismo, storia che vide Augusto Castrucci, anarchico, quale più
importante organizzatore della categoria.
Nonostante ciò, gli storici del
2° dopoguerra si sono ben guardati dal ricordare queste
caratteristiche delle lotte dei ferrovieri, tutti tesi a montare e
smontare la storia dei lavoratori in lotta ad immagine e somiglianza del
potere.
La stessa storia scritta da Castrucci
presenta i limiti di essere stata scritta nel '45, con la guerra
ancora da finire, quindi senza grosse possibilità di
consultare fonti, documenti, riviste, ma utilizzando solo la
documentazione in suo possesso e la memoria. Il suo fine era quello
di scrivere qualcosa che servisse per i giovani ferrovieri che
sarebbero venuti nel sindacato, che certo sarebbe rinato di lì
a poco.
Ma non gli dettero tempo ed anche
questi nostri compagni non riuscirono a crearsi gli spazi necessari.
Gli avvenimenti, forzati - senza scrupoli di sorta - dai partiti
liberal-democratici e social-comunisti, che si sono spartiti la
gestione di questi ultimi 45 anni, prima relegarono queste esperienze
in un angolino, poi le riscrissero come vollero e le dettero in pasto
ai lavoratori ed all'opinione pubblica.
L'opuscolo si ferma a questo punto.
Nel frattempo, per fortuna, i
macchinisti hanno riscoperto una parte di questa storia, iniziando a
sfondare la gabbia di errata informazione all'interno della quale
erano rimasti chiusi per molti anni. Ciò non ha significato grandi
cambiamenti nella società, ma comunque la cosa ci fa ben
sperare.
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