Rivista Anarchica Online
Senza nessuna stima
Il Meeting per Pinelli, promosso il
15 dicembre scorso in un teatro milanese dal Circolo anarchico "Ponte
della Ghisolfa", dal Collettivo libertario novatese e dalla
Federazione Anarchica, è stato oggetto di due
resoconti/stampa: uno, corretto, sul Corriere della Sera, ed un
altro, pieno di fiele e di menzogne, sulla Repubblica.
Al quotidiano di Scalfari ha inviato
questa lettera il nostro collaboratore Patrizio Biagi. Naturalmente,
non è stata pubblicata nemmeno in parte.
Egregio direttore,
faccio parte dei gruppi anarchici che
hanno organizzato il meeting per Pinelli del 15 c.m.. Il meeting, di cui il suo giornale ha
dato un ampio e "fedele" resoconto, è stato indetto
e organizzato per:
1) ribadire una verità storica
(Pinelli è stato assassinato) che nessuna sentenza della
magistratura, fortemente viziata da un clima politico particolare,
potrà mai farci abbandonare;
2) difendere una memoria storica (la
lapide non va rimossa) che non vuol dire, come banalizza il suo
anonimo spandi inchiostro, difesa di qualche kg. di insignificante
marmo, bensì difesa della memoria di ciò che accadde in
quei giorni (la feroce strage compiuta dagli apparati dello Stato,
l'omicidio di Giuseppe Pinelli, la violenta campagna di stampa, e non
solo di stampa, contro anarchici e altri gruppi di sinistra, ecc.
ecc.).
Tralascio in questa sede di confutare
le banalità e le fesserie di cui è infarcito il pezzo,
messo a punto dal suo anonimo sottoposto che di mestiere fa lo
scribacchino (se fossi persona abituata a ragionare per categorie
morali dovrei definire infame, e non semplicemente scribacchino,
colui che sputa il suo veleno standosene nascosto dietro un caldo e
comodo anonimato). Vorrei piuttosto cogliere, con questa mia,
l'occasione per stigmatizzare la scarsa serietà del suo
giornale che stampa un preteso resoconto stilato da chi, sicuramente,
la sera del 15 non ha messo nemmeno la punta del proprio naso
all'Actor's Playhouse di piazza Napoli. Difatti se avesse spinto
l'apice del suo organo olfattivo fin all'interno della sala si
sarebbe accorto della mancanza di Rossana Rossanda la quale, pur
aderendo all'iniziativa, non è potuta intervenire a causa di
suoi precedenti impegni. Lo stesso dicasi per Fabrizio De André,
per Camilla Cederna (il cui intervento è stato letto da una
compagna che per età non poteva certo essere confusa con la
simpatica giornalista), per Corrado Stajano e per Oreste del Buono.
Un'ultima cosa: saremo anche animati da
uno spirito vecchio di 19 anni, ma per noi il nome di Calabresi resta
ancora oggi Luigi e non Pietro, come scrive il suo "dotto"
subalterno. Ma forse per il suo spregiudicato "articolista"
diciannove anni sono passati anche per un nome! Visto che siamo così
in gamba ad evolverci perché non cambiare anche il nome al
Calabresi?
Ho la netta sensazione che oltre che a
mettere assieme un mucchio di insulsaggini, standosene comodamente
seduto davanti alla tivù, il suo anonimo estensore di
baggianate sia anche piuttosto ignorante.
Con questo concludo e la lascio. Senza
nessuna stima.
Patrizio Biagi (Milano)
|