Rivista Anarchica Online
Travolta
da un insolito libro
Carissima redazione,
approfitto di questa mia richiesta di
informazioni per farvi sapere alcune cose che avrei voluto dirvi da
tempo. È
da due anni che leggo "A", avevo cominciato senza avere
ancora le idee chiare sulle mie convinzioni politiche, c'era solo una
aperta insopportabile insofferenza di base per le istituzioni, per la
rigidità dello stato, per le enormi ingiustizie ed oppressioni
di cui esso si faceva portatore, ma, lo ripeto, ancora non avevo
strutturato un discorso preciso, tramite una mia etica interna del
tutto personale che non voleva in alcun modo riconoscersi in alcuno
dei partiti e che, come sempre, veniva derisa come un'utopia assurda.
Lo ammetto, in quel momento la parola
anarchia mi incuteva un certo timore, sembrava troppo "forte"
anche solo prenderla in considerazione; e per questo, me ne accorgo
ora, è chiaro che risentissi del peso delle assurde censure e
ipocrisie della cultura imperante.
Poi cominciai ad interessarmi alla cosa
dal punto di vista culturale, senza implicazioni personali, con il
saggio di George Woodcock sull'anarchia.
Travolta è forse il termine più
appropriato per spiegare come mi sentissi dopo averlo letto, travolta
in modo totale, anche a livello emozionale, fu come un'ondata di
energia positiva, di entusiasmo davvero totalizzante.
Ma la cosa che più mi sorprese è
che ciò che vi era scritto mi appariva come del tutto
naturale, come se il tipo di società di cui si parlava fosse
il più auspicabile proprio a livello di istinto.
Continuai la mia ricerca attraverso
l'ideologia dei maggiori pensatori e poi cercai di informarmi
sull'esistenza di riviste sull'argomento, per avere una dimensione
più vasta del fenomeno nella sua forma attuale. Diciamo che è da allora che vi
seguo in modo appassionato, o meglio, è una "passione"
che si è consolidata nel tempo, di pari passo, credo, a una
mia maturazione interiore (ho 20 anni).
Mi avete aperto molte strade, sono
cresciuta tantissimo grazie a voi, ho sentito che potevo fare
qualcosa, che gli ideali non erano solo astrazione, che l'Utopia
poteva essere davvero realtà, e mi sono resa conto che
l'orrendo "oscurantismo" (che esiste tuttora) aveva
travisato, nel modo più bigotto e conservatore, l'ideale di
libertà anarchico, diffondendolo come sinonimo di
menefreghismo, caos e, peggio ancora, distruzione e terrorismo (dava
troppo fastidio; è lampante).
È
bello sentire che si può fare ancora qualcosa al di fuori del
sistema, è bello poter lottare ancora per quello che la massa
considera Utopia, senza abbassarsi alla logica meschina del sistema.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma
credo che il più l'abbia fatto, e con le lodi c'è
sempre il rischio di cadere nell'odiosa retorica. Vi ho scritto
questo per ringraziarvi e farvi sapere che anch'io sono dei vostri. Anche da parte mia un caldissimo
invito a continuare così.
Valentina C. (Prato)
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