Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 163
aprile 1989


Rivista Anarchica Online

La carica dei 101
a cura della Redazione

Giovedì 16 marzo, a Milano, all'ospedale di Niguarda - dove era stato ricoverato qualche giorno prima in seguito ad un ictus cerebrale - è morto Augusto Micelli.
Aveva da poco compiuto 101 anni.
Nato a Lecce il 25 febbraio 1888, Micelli si era accostato giovanissimo al movimento operaio e socialista, simpatizzando fin da ragazzino per l'anarchismo. Carattere estroverso ed artistico, si era subito segnalato nella sua regione per la sua attività di propagandista e di divulgatore.
Nelle prime due decadi del nostro secolo fu tra i promotori di varie filodrammatiche (tra cui una intestata a Pietro Gori, il "poeta dell'anarchia" a lui tanto caro), che rappresentavano opere teatrali e bozzetti sociali, a volte scritti dallo stesso Micelli.
Per il suo rifiuto di partire per il fronte, all'epoca della prima guerra mondiale subì noie ed intimidazioni, ma riuscì a non partire.
Trasferitosi a Milano, partecipò nel primo dopoguerra alle infuocate vicende del "biennio rosso". Significativo fu il suo contributo anche tecnico all'uscita del quotidiano anarchico Umanità Nova, diretto da Errico Malatesta (al cui pensiero Micelli continuò ad ispirarsi).
Pur controllato, non ebbe a patire persecuzioni durante il nero ventennio fascista. Durante l'occupazione tedesca, fu "rastrellato" dai nazisti nel corso di un'azione di rappresaglia, che portò alla fucilazione al Campo Giuriati di vari antifascisti. Micelli riuscì a dileguarsi durante il trasporto dal carcere al luogo della fucilazione.
Nel secondo dopoguerra Micelli ha continuato a seguire la vita del movimento ed a seguirne le iniziative. Di tanto in tanto, poi, la sua vena artistica lo spingeva a scrivere pezzi teatrali, spezzoni di memorie autobiografiche, ecc., di cui poi lui stesso curava la pubblicazione in opuscolo.
Con particolare simpatia seguiva la nostra rivista, alle cui "cene" non è mai mancato ed alla quale mai ha fatto mancare il suo parere anche critico. Ogni tanto squillava il telefono e questo giovane centenario ci faceva i complimenti o ci tirava le orecchie (come diceva lui) per questa o quell'altra scelta redazionale o grafica.
Aveva la passione di scrivere acrostici: l'ultimo, scritto in occasione del proprio 101° compleanno, si intitolava: "E ora affrontiamo la morte!".
Diciannove giorni dopo, moriva.
Il 20 marzo, in una mattinata piovosa, gli abbiamo dato l'ultimo addio nei giardinetti sotto la sua abitazione. C'erano i suoi parenti, i vicini di casa, gli amici. E c'eravamo noi giovani, con le nere bandiere dell'anarchia. Nessuno, però, aveva pensato di scrivere un acrostico per quest'occasione. E poi, francamente, non ne saremmo stati capaci.