Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 169
dicembre 1989 - gennaio 1990


Rivista Anarchica Online

Gardini sì grazie!
di Luigi Nicolis

"Il fatto è - gridava Ermete Realacci, il presidente, aprendo i lavori del Convegno Scientifico che ha preceduto il 3° Congresso della Lega Ambiente (Siena, 3/5 novembre) (e mentre ancora l'atmosfera era arroventata dalla contestazione dei congressisti di Massa e Cengio)... "Il fatto è che noi dobbiamo fare i conti e confrontarci con tutti gli interlocutori che intendono impegnarsi sulle questioni ambientali: quindi anche con gli imprenditori!"...Tutto si può dire della Lega Ambiente in questo momento, fuorché una cosa: che non sia vitale, che sia addormentata o intorpidita...
E il suo ultimo Congresso l'ha dimostrato fin troppo. Anzi, diciamo che a un certo punto sfiorava quasi la "sceneggiata". Tanto per cominciare è partito con il "fattaccio" della contestazione interna (Leghe locali, congressisti e verdi) contro la sponsorizzazione del Congresso dal Gruppo Ferruzzi-Montedison e la partecipazione del suo presidente, Raul Gardini, all'inaugurazione dello stesso (ma già nei vari congressi regionali si erano levate voci di aspra condanna contro la scelta dei dirigenti nazionali...). Peggio ancora: quando le delegazioni della Lega ambiente Valbormida e di Massa hanno fatto irruzione nella sala del convegno con cartelloni e striscioni anti-Gardini, sono stati sloggiati dalla polizia, mentre Chicco Testa, ministro-ombra all'ambiente e deputato del PCI (ex-segretario della Lega) li ammoniva severamente tacciandoli di "immaturi" (poi però li hanno lasciati entrare coi cartelli).
Tutto ciò non ha impedito al Convegno di proseguire i lavori, così come non lo hanno impedito il durissimo volantino della Lista Verde e Arcobaleno di Siena o il "fondo" ancor più aspro di Rossana Rossanda sul Manifesto del giorno successivo, anche se la polemica ha serpeggiato dietro le quinte e sulla stampa per vari giorni ed è comunque emersa durante il Congresso vero e proprio, due giorni dopo. Nel frattempo un obiettivo indiretto, ma importante, gli ambientalisti l'avevano raggiunto (non tutti i mali vengono per nuocere): che la questione dell'ACNA di Cengio ritornava alla ribalta e che lo scandalo della diossina trovata nelle acque di scarico nel Bormida costringeva il Ministro Ruffolo a risvegliarsi. l fatti successivi li sappiamo... Se poi Gardini manterrà l'impegno di ridurre del 50% la chimica nell'agricoltura (sic!) lo verificheremo nel futuro immediato.
Gardini a parte, anche sulla sponsorizzazione in genere le polemiche si sono accese: sponsorizzarsi o non sponsorizzarsi? Il congresso precedente, si difendono i dirigenti nazionali, era stato sponsorizzalo dall'ENEA, che allora era nuclearista, e nessuno aveva trovato da ridire... e poi dove li troveremmo i soldi per convegni così (quasi 200 milioni!)?
"Accettare il finanziamento di Gardini non significa avergli venduto il nostro silenzio sull'industria chimica, - dirà Massimo Scalia, il Segretario della Lega, nel suo intervento congressuale - ma semplicemente aprire un dialogo e una trattativa con gli industriali che intendono disinquinare". "Quando noi siamo andati all'Assemblea degli azionisti della Montedison, e Gardini ha scelto di dialogare con noi... allora noi abbiamo accettato un confronto con gli industriali che intendono disinquinare - gli fa eco Ermete Realacci. "Non c'è niente né dietro, né sotto, cara compagna Rossanda! Ma è tutto alla luce del sole!" prorompe seguito da uno scroscio di applausi... (Certo che anche il saluto dell'ASSOPLAST col volantino distribuito all'ingresso non ci voleva...!).
Ma la "sceneggiata" non finisce qui, anzi diventa quasi tragedia shakespeariana quando persino lei, la "grande madre" dell'ambientalismo italiano, il nume tutelare degli ecologisti nostrani, e fondatrice della Lega, Laura Conti, dopo un intervento alla tribuna molto polemico verso le tesi scientifiche di tutti gli esponenti dell'ambientalismo mondiale sulla termodinamica, gli effetti serra e l'energia (e viene subito dopo rimbeccata garbatamente ma con altrettanti argomenti scientifici dal noto ecologo e docente di fisica nonché autore di brillanti saggi Enzo Tiezzi) Laura Conti - dicevo - dopo questo battibecco scientifico, che mina decisamente le basi delle nostre teorie più correnti, se ne va quasi sbattendo la porta, anzi si dimette dal Comitato Scientifico della Lega.
Poi, manco a farlo apposta, nelle ultimissime ore, quando si tratta di approvare rapidamente la mozione politica redatta da Realacci e Paolo degli Espinosa (capo del Comitato Scientifico) prima di passare all'elezione del nuovo Direttivo nazionale (sono le quattro del pomeriggio e le operazioni congressuali sono appena cominciate, perché si è voluto dare spazio al dibattito fino all'ultimo...) scoppia un altro mezzo bailamme. Questa volta la polemica è sulla parola "sviluppo" contenuta nel testo della mozione: gli emendamenti fioccano, la presidenza è nervosa, Gianni Mattioli (reduce dalle fatiche delle liste verdi romane) incastrato nel ruolo improbo di presidente, cerca disperatamente di mettere ordine nella procedura, ma alla fine - sommerso dalla mischia - perde il controllo della situazione e si dilegua furtivamente dietro le quinte. "Basta con lo sviluppo!" grida Cecilia Mastrantonio, giovane e focosa redattrice di NUOVA ECOLOGIA, emersa improvvisamente sul palcoscenico. "Vandana Shiva e Susan George ce l'hanno detto chiaramente al Convegno Scientifico: lo sviluppo porta solo catastrofi! Anche con il prefisso "eco" davanti, cioè eco-sviluppo (termine di cui si è molto abusato nel convegno n.d.r.) il risultato non cambia: e quindi propongo di sostituire la parola sviluppo con "società sostenibile". La confusione giunge al suo apice.
Non valgono i tentativi mediatori e accomodanti di Realacci e Degli Espinosa...In effetti eravamo giunti al nodo di Gordio, al punto cruciale di tutte le dispute tattico-strategiche dei movimenti ecologisti e alternativi o semplicemente riformisti... Ma come risolverla ora con un battibecco, a pochi minuti dalla chiusura del Congresso, quando per ore e ore, relatori esperti di fama mondiale ne avevano discusso nelle tre giornate iniziali del Convegno Scientifico, senza essere riusciti a risolverlo, trovandosi anzi spesso su posizioni molto distanti (salvo ad essere tutti d'accordo che con l'attuale sviluppo, comunque, si va verso la catastrofe sicura...)? Ma forse quello che importa, è che le contraddizioni siano finalmente scoppiate, e proprio sulle questioni cruciali. È una discussione che speriamo non si fermi più, e anzi si propaghi in ogni sede.
"PERCHÈ CI SIA UN PO' DI LADAKH NEL NOSTRO FUTURO!"
Ovvero come la tematica del Convegno Scientifico si sia intrecciata col dibattito congressuale... Questa frase, pronunciata da Massimo Scalia nel suo intervento al congresso, si riferiva alla relazione di Helena Norberghodge, presentatrice fuori programma di una relazione sulla sua esperienza quindicennale nel Ladakh, la regione tibetana del Kashmir, dove è sopravvissuta fino ad oggi un'antichissima civiltà autoctona del Tibet, che negli ultimi anni è stata aggredita dalle potenze colonizzatrici (indiane, pakistane, occidentali) con le loro logiche "sviluppiste" e speculative, dovute soprattutto all'irruzione del turismo moderno che ne ha distrutto improvvisamente l'equilibrio originario (le barriere naturali come le montagne, l'alta quota di 3500 m e l'impervietà non costituiscono più un ostacolo per i trasporti moderni, ma anzi un incentivo...). (cfr. Nuova Ecologia n°48, Novembre 1989).
Il Ladakh, dunque, presentato da Helena, con l'aiuto di magnifiche diapositive, com'era quando lei vi era arrivata nel '73, un popolo tranquillo, coraggioso, fiero delle sue tradizioni e come è diventato oggi. La strategia della Lega Ambiente, quindi, secondo Scalia è, con un'immagine poetica, "perché ci possa essere un po' di Ladakh nel nostro futuro". Possiamo accettarla. Purché si salvi il Ladakh, quello vero!
Il fatto è che la relazione di Helena Norberghodge, seguiva quelle di Susan George, l'economista americana contestatrice della Banca Mondiale e della politica relativa verso i paesi del Terzo Mondo (autrice di famosi libri sull'argomento e animatrice della recente Campagna Nord-Sud debito-sopravvivenza) e di Vandana Shiva, altrettanto famosa e popolare tra i verdi occidentali, per gli stessi motivi, e in più perché leader del Movimento Chipko indiano. E stranamente questi tre interventi, non casualmente accostati tra di loro e straordinariamente omogenei e incastrati l'uno all'altro, hanno formato come un tutt'uno, una summa teologica, un digesto sulla teoria dello sviluppo per gli anti-sviluppisti...
"Il vero significato di sostenibilità - è questo l'assunto centrale di Vandana Shiva, su cui fa perno l'unica alternativa possibile alla distruzione - è la priorità della conservazione naturale rispetto alla crescita produttiva, la sostituzione dell'economia di mercato con l'economia di natura, in cui l'uomo e la sua sussistenza sono inseparabili dal loro ambiente naturale, sono un tutt'uno con questo...".
Sviluppo e mercato, quindi sono ontologicamente incompatibili con l'ecologia, e quindi la mitigazione del concetto (tipicamente ed essenzialmente capitalistico, ribadiamo noi...) di sviluppo e crescita economica con aggettivi come "eco" e "sostenibile" sono delle pure finzioni, che possono al massimo servire come pannicello caldo di fronte ai casi più brutali di sfruttamento e distruzione. Non come obiettivo principale.