Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 169
dicembre 1989 - gennaio 1990


Rivista Anarchica Online

Ars electronica
di Paolo Cantarutti

In Austria, in settembre, si è svolta l'ottava edizione del festival "Ars electronica". Eccone il resoconto.

A Linz si è svolta dal 13 al 16 settembre l'ottava edizione del festival "Ars Electronica". Linz è una cittadina austriaca situata nel cuore dell'Europa, fra Salisburgo e Vienna, appena una cinquantina di chilometri dal confine con la Cecoslovacchia. Per noi dal Friuli, che nel cuore dell'Europa già ci troviamo, soltanto un po' di ore di auto, attraverso la Carnia, la valle del Gail, poi l'ampia valle che porta a Salisburgo e una serie di laghi verso Vienna.
Ma veniamo al Festival, quest'anno il tema era il binomio tecnologia - società con le varie interconnessioni possibili fra i due termini. Non c'è bisogno di spiegare come le moderne tecnologie di informazione in tutto il mondo determinino gli standard ed i valori culturali e sociali. L'importante di questa edizione è stato per questo, il fatto di aver invitato degli artisti e dei gruppi che lavorano nel campo "media" con attitudini anarchiche e che tendono alla modificazione delle condizioni attuali dei network, tramite la ricerca creativa di nuovi linguaggi. Nuovi linguaggi e nuove tecnologie di comunicazione possono creare nuove possibilità di comunicazione e di dialogo tra differenti culture, caratteri e sistemi.
Nel villaggio mediatico installato alla Bruckner-haus di Linz si sono visti all'opera veri e propri sabotatori elettronici come i RADIO SUBCOM, maghe delle onde celebrali come MARYANNE AMACHER, intrattenitori catodici come TIBOR SZEMZO ed archeologi del futuro come SUSSAN DEIHIM e RICHARD HOROWITZ.
Cercherò di far ordine nel mio cervello sublimato da tanti flussi, per parlarvi delle cose più interessanti.
Prima di tutto l'emozionante concerto di SUSSAN DEIHIM e RICHARD HOROWITZ, due personalità di cui vale la pena di parlarvi. Lei è nata a Teheran, figlia di uno scienziato e musicista. Educata in moschea secondo i principi della religione mussulmana, da adolescente danza con il Persian National Ballet. Nel '76 si trasferisce in Francia ed entra nella compagnia di Maurice Bejart, lavorando anche con Lindsay Kemp. Poi nell'8O si sposta a New York incontrando Richard Horowitz. La storia di lui è l'opposto, nel '68 lascia gli Stati Uniti per la Francia ed il "maggio". Nell'estate di quell'anno si recò a Carrara al congresso anarchico. Di quel periodo ricorda pasti luculliani e rauche discussioni politiche ai tavoli dei locali lungo le coste. Poi si trasferisce in nord Africa per 5 anni imparando correttamente l'arabo dei marocchini. Di nuovo a Parigi studia musica e suona con Anthony Braxton e Steve Lacy. Dall'82 all'87 è nel gruppo che accompagna Jon Hassel in concerto e sui dischi, traendone un'esperienza fondamentale.
I due insieme producono opere musicali - teatrali, inventando un nuovo vocabolario di comunicazioni culturali incrociate. Elettronica e tradizione, voci naturali e processate, costumi elaborati e rituali, emozioni tribali, aggressione, vendetta. Questi i termini con cui si potrebbe definire la loro performance di Linz, il cui titolo era "The Ghost of IBN Sabbah". Ispirata alla setta degli Ashassin (letteralmente "consumatore di hashish"), mussulmani sciiti che nel 12° secolo terrorizzavano con le loro incursioni gli invasori delle crociate cristiane. IBN Sabbah va a scavare nel loro furore, nel loro sistema di regole: un pugnale nella mano, la poesia, la dolcezza, un erotismo totale, l'abbandono nei confronti della natura. La performance in particolare si riferisce alla trasformazione dell'identità culturale di una donna islamica nell'occidente, esprimendo il confronto e la trasformazione dinamica indotta dai network tecnologici contemporanei. Attraverso l'immagine e la musica i due riescono a far nascere una condizione di comunanza completa con il loro messaggio, per uno spettacolo difficile da dimenticare.
Il secondo incontro fatale di Ars Electronica è stato con RADIO SUBCOM organizzazione iper-mediale con base a Vienna ma diramazioni in quasi tutta l'Europa (affinità possibili, forse solo il progetto Psychick youth). "RADIO SUBCOM viaggia attraverso l'Europa attraverso vie sotterranee con una obsoleta nave spaziale, raccogliendo dati riguardanti le forme di vita in pericolo nell'impero galattico dei giganti media"(1).
Impero a cui dichiarano guerra con le performances STAR WARS I-IV ed il concerto mutante della serata finale "THE EXPLOSION OF THE JEDI" ad opera del gruppo di Berlino DEAD CHICKENS, liberamente tratto dai temi di George Lucas, Thomas Pynchon e William Gibson.
Il concerto è stato preceduto dalla performance della pornostar spaziale PANTERA e da una furibonda lotta fra creature antropoidi. La loro installazione nel villaggio mediatico era senza dubbio la più incredibile: montagne di rifiuti tecnologici, cabine telefoniche, schermi video, animali metallici che sferragliavano sopra le teste della gente, fiamme ossidriche, computer, chitarre riciclate, messaggi TV subliminali. Ed in mezzo a questo caos loro! sorta di comunità (anche bambini) cyberpunk alla William Gibson. Difficile rendere l'idea, ma immaginate una pericolosa via di mezzo fra la Los Angeles replicante di Blade Runner, la Londra post atomica di Max Headroom ed i bar per animaloidi mutanti dei fumetti di Moebius. Già, perché di fronte all'installazione - palco, Radio Subcom gestiva un bar dove prendere i loro materiali, bere tequila con il sale e fare incontri ravvicinati del terzo tipo.
MAX EASTLEY, musicista inglese conosciuto dagli appassionati di musica "obscura" ha proposto la sua performance di Musica Rotante, accompagnato da Steve Beresford e David Holmes. Sfruttando gli strumenti o gli oggetti (come giocattoli, allarmi, tubi ecc...) che utilizzano il principio della rotazione ha unito magicamente suono, funzione visiva e celebrale, finendo per far girare magnificamente la testa a chi scrive.
L'americana MARYANNE AMACHER ha adottato il formato dei serial TV, creando una nuova forma di arte del suono. Una musica narrativa che si sviluppa in più episodi e con uno scenario in continuo ma lento mutamento. Musica per la parte interna delle orecchie, letteralmente le frequenze da lei prodotte vibravano all'interno della testa, e la sala così insonorizzata si poteva percorrere in un cammino dentro il suono.
TIBOR SZEMZO, ungherese, ha attivato un paesaggio sonoro simultaneo per differenti localizzazioni nel villaggio di strumenti solisti di una banda zingara, interagendo con questi ed auto-conversando con il monitor TV. Non ho capito niente di quello che diceva, forse solo che la sua era una delle vite perfette (perfect lives) di Robert Ashley.
L'australiano JON ROSE, ha incantato il pubblico con la sua "Ricostruzione dell'ultimo concerto di violino del Dr. Johannes Rosenberg". Improvvisando, componendo e ricomponendo musiche per violino, attraverso un metodo basato sulle interazioni algoritmiche fra la sua strumentazione ed il violino.
L'inglese MAURICE AGIS con la sua installazione "Colourspace", ha creato una scultura attiva labirintica che vive attraverso i visitatori, trasformati in parte attiva del suo lavoro. Colourspace riesce ad unire luce, suoni, colori e movimento. Uno spazio per stimolare la sensibilità, un puro regno di colori, dove entrare con una tunica e camminare in un'altra realtà. (Mentre ero dentro, non riuscivo a togliermi dalla testa Star Trek!).
Ancora di una cosa devo parlare, la documentazione video dall'Australia curata dall'ABORIGINAL MEDIA ASSOCIATION. Selezione di notevoli produzioni video - indipendenti aborigene, lontane o addirittura contrapposte radicalmente alla estetica video occidentale, ed interessante esempio di decolonizzazione attraverso le immagini.
Questo lo scenario emerso dal Festival. Scenario di passaggi mutazionali che mettono a fuoco delle nuove figure sociali di sperimentatori - avventurieri elettronici. Personaggi che non si appiattiscono sulle rovine del presente, ma sono capaci di pensarci ed agire direttamente nel futuro. "Non si tratta di lanciare nuovi messaggi, valori o verità, ma di progettare una mappa del dopo, dove mettere a fuoco quei percorsi che spalancano alla sperimentazione l'orizzonte dell'intensità"(2).
Mancavano solo i NEGATIVLAND e i diffusori di VIRUS elettronici ma erano impegnati a progettare l'attacco di venerdì 13...


1) Ars Eletronica, "in the network of the system", catalogo dei festival, 1989.
2) Franco Bolelli, "Rumori Planetari", 1982.