Rivista Anarchica Online
Ars electronica
di Paolo Cantarutti
In Austria, in settembre, si è
svolta l'ottava edizione del festival "Ars electronica". Eccone il resoconto.
A Linz si è svolta dal 13 al 16
settembre l'ottava edizione del festival "Ars Electronica".
Linz è una cittadina austriaca situata nel cuore dell'Europa,
fra Salisburgo e Vienna, appena una cinquantina di chilometri dal
confine con la Cecoslovacchia. Per noi dal Friuli, che nel cuore
dell'Europa già ci troviamo, soltanto un po' di ore di auto,
attraverso la Carnia, la valle del Gail, poi l'ampia valle che porta
a Salisburgo e una serie di laghi verso Vienna.
Ma veniamo al Festival, quest'anno il
tema era il binomio tecnologia - società con le varie
interconnessioni possibili fra i due termini. Non c'è bisogno
di spiegare come le moderne tecnologie di informazione in tutto il
mondo determinino gli standard ed i valori culturali e sociali.
L'importante di questa edizione è stato per questo, il fatto
di aver invitato degli artisti e dei gruppi che lavorano nel campo
"media" con attitudini anarchiche e che tendono alla
modificazione delle condizioni attuali dei network, tramite la
ricerca creativa di nuovi linguaggi. Nuovi linguaggi e nuove
tecnologie di comunicazione possono creare nuove possibilità
di comunicazione e di dialogo tra differenti culture, caratteri e
sistemi.
Nel villaggio mediatico installato alla
Bruckner-haus di Linz si sono visti all'opera veri e propri
sabotatori elettronici come i RADIO SUBCOM, maghe delle onde
celebrali come MARYANNE AMACHER, intrattenitori catodici come TIBOR
SZEMZO ed archeologi del futuro come SUSSAN DEIHIM e RICHARD
HOROWITZ.
Cercherò di far ordine nel mio
cervello sublimato da tanti flussi, per parlarvi delle cose più
interessanti. Prima di tutto l'emozionante concerto
di SUSSAN DEIHIM e
RICHARD HOROWITZ, due personalità di cui vale la pena di
parlarvi. Lei è nata a Teheran, figlia di uno scienziato e
musicista. Educata in moschea secondo i principi della religione
mussulmana, da adolescente danza con il Persian National Ballet. Nel
'76 si trasferisce in Francia ed entra nella compagnia di Maurice
Bejart, lavorando anche con Lindsay Kemp. Poi nell'8O si sposta a New
York incontrando Richard Horowitz. La storia di lui è
l'opposto, nel '68 lascia gli Stati Uniti per la Francia ed il
"maggio". Nell'estate di quell'anno si recò a
Carrara al congresso anarchico. Di quel periodo ricorda pasti
luculliani e rauche discussioni politiche ai tavoli dei locali lungo
le coste. Poi si trasferisce in nord Africa per 5 anni imparando
correttamente l'arabo dei marocchini. Di nuovo a Parigi studia musica
e suona con Anthony Braxton e Steve Lacy. Dall'82 all'87 è nel
gruppo che accompagna Jon Hassel in concerto e sui dischi, traendone
un'esperienza fondamentale.
I due insieme producono opere musicali
- teatrali, inventando un nuovo vocabolario di comunicazioni
culturali incrociate. Elettronica e tradizione, voci naturali e
processate, costumi elaborati e rituali, emozioni tribali,
aggressione, vendetta. Questi i termini con cui si potrebbe definire
la loro performance di Linz, il cui titolo era "The Ghost of IBN
Sabbah". Ispirata alla setta degli Ashassin (letteralmente
"consumatore di hashish"), mussulmani sciiti che nel 12°
secolo terrorizzavano con le loro incursioni gli invasori delle
crociate cristiane. IBN Sabbah va a scavare nel loro furore, nel loro
sistema di regole: un pugnale nella mano, la poesia, la dolcezza, un
erotismo totale, l'abbandono nei confronti della natura. La
performance in particolare si riferisce alla trasformazione
dell'identità culturale di una donna islamica nell'occidente,
esprimendo il confronto e la trasformazione dinamica indotta dai
network tecnologici contemporanei. Attraverso l'immagine e la musica
i due riescono a far nascere una condizione di comunanza completa con
il loro messaggio, per uno spettacolo difficile da dimenticare.
Il secondo incontro fatale di Ars
Electronica è stato con RADIO SUBCOM organizzazione
iper-mediale con base a Vienna ma diramazioni in quasi tutta l'Europa
(affinità possibili, forse solo il progetto Psychick youth).
"RADIO SUBCOM viaggia attraverso l'Europa attraverso vie
sotterranee con una obsoleta nave spaziale, raccogliendo dati
riguardanti le forme di vita in pericolo nell'impero galattico dei
giganti media"(1).
Impero a cui dichiarano guerra con le
performances STAR WARS I-IV ed il concerto mutante della serata
finale "THE EXPLOSION OF THE JEDI" ad opera del gruppo di
Berlino DEAD CHICKENS, liberamente tratto dai temi di George Lucas,
Thomas Pynchon e William Gibson.
Il concerto è stato preceduto
dalla performance della pornostar spaziale PANTERA e da una furibonda
lotta fra creature antropoidi. La loro installazione nel villaggio
mediatico era senza dubbio la più incredibile: montagne di
rifiuti tecnologici, cabine telefoniche, schermi video, animali
metallici che sferragliavano sopra le teste della gente, fiamme
ossidriche, computer, chitarre riciclate, messaggi TV subliminali. Ed
in mezzo a questo caos loro! sorta di comunità (anche bambini)
cyberpunk alla William Gibson. Difficile rendere l'idea, ma
immaginate una pericolosa via di mezzo fra la Los Angeles replicante
di Blade Runner, la Londra post atomica di Max Headroom ed i bar per
animaloidi mutanti dei fumetti di Moebius. Già, perché
di fronte all'installazione - palco, Radio Subcom gestiva un bar dove
prendere i loro materiali, bere tequila con il sale e fare incontri
ravvicinati del terzo tipo.
MAX EASTLEY, musicista inglese
conosciuto dagli appassionati di musica "obscura" ha
proposto la sua performance di Musica Rotante, accompagnato da Steve
Beresford e David Holmes. Sfruttando gli strumenti o gli oggetti
(come giocattoli, allarmi, tubi ecc...) che utilizzano il principio
della rotazione ha unito magicamente suono, funzione visiva e
celebrale, finendo per far girare magnificamente la testa a chi
scrive.
L'americana MARYANNE AMACHER ha
adottato il formato dei serial TV, creando una nuova forma di arte
del suono. Una musica narrativa che si sviluppa in più episodi
e con uno scenario in continuo ma lento mutamento. Musica per la
parte interna delle orecchie, letteralmente le frequenze da lei
prodotte vibravano all'interno della testa, e la sala così
insonorizzata si poteva percorrere in un cammino dentro il suono.
TIBOR SZEMZO, ungherese, ha
attivato un paesaggio sonoro simultaneo per differenti localizzazioni
nel villaggio di strumenti solisti di una banda zingara, interagendo
con questi ed auto-conversando con il monitor TV. Non ho capito
niente di quello che diceva, forse solo che la sua era una delle vite
perfette (perfect lives) di Robert Ashley.
L'australiano JON ROSE, ha
incantato il pubblico con la sua "Ricostruzione dell'ultimo
concerto di violino del Dr. Johannes Rosenberg". Improvvisando,
componendo e ricomponendo musiche per violino, attraverso un metodo
basato sulle interazioni algoritmiche fra la sua strumentazione ed il
violino.
L'inglese MAURICE AGIS con la
sua installazione "Colourspace", ha creato una scultura
attiva labirintica che vive attraverso i visitatori, trasformati in
parte attiva del suo lavoro. Colourspace riesce ad unire luce, suoni,
colori e movimento. Uno spazio per stimolare la sensibilità,
un puro regno di colori, dove entrare con una tunica e camminare in
un'altra realtà. (Mentre ero dentro, non riuscivo a togliermi
dalla testa Star Trek!).
Ancora di una cosa devo parlare, la
documentazione video dall'Australia curata dall'ABORIGINAL MEDIA
ASSOCIATION. Selezione di notevoli produzioni video -
indipendenti aborigene, lontane o addirittura contrapposte
radicalmente alla estetica video occidentale, ed interessante esempio
di decolonizzazione attraverso le immagini.
Questo lo scenario emerso dal Festival.
Scenario di passaggi mutazionali che mettono a fuoco delle nuove
figure sociali di sperimentatori - avventurieri elettronici.
Personaggi che non si appiattiscono sulle rovine del presente, ma
sono capaci di pensarci ed agire direttamente nel futuro. "Non
si tratta di lanciare nuovi messaggi, valori o verità, ma di
progettare una mappa del dopo, dove mettere a fuoco quei percorsi che
spalancano alla sperimentazione l'orizzonte dell'intensità"(2).
Mancavano solo i NEGATIVLAND e i
diffusori di VIRUS elettronici ma erano impegnati a progettare
l'attacco di venerdì 13...
1) Ars Eletronica, "in the network
of the system", catalogo dei festival, 1989.
2) Franco Bolelli, "Rumori
Planetari", 1982.
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