Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 169
dicembre 1989 - gennaio 1990


Rivista Anarchica Online

Autogestione non è...

Ultimamente si fa un gran parlare di autogestione, anche sull'onda della crescente popolarità dei Centri Sociali autogestiti. In queste righe vorrei sottolineare, però, a scanso di equivoci cosa implica il servirsi di questo termine.
Autogestione sta ad indicare la capacità di gestire, per i propri desideri, la propria esistenza, comprendendo in questo le manifestazioni teoriche e pratiche che si susseguono nel proprio vivere. Detto questo appare evidente come il ricondursi all'autogestione sia lo sganciamento reale o se vogliamo il superamento, che consente all'individuo la possibilità di riprendersi quella decisionalità sottrattagli dalla farsa democratica di una presunta volontà popolare. Autogestione è il riprendersi la vita nella sua totalità espressiva o non è niente!
Sgomberiamo il campo dai significati parziali a cui si è giunti di recente; autogestione è divenuta l'occupazione del tempo libero, un nuovo modo per proporre la stanca immagine dell'antagonismo contemporaneo. Tutto questo al di là di ogni possibile polemica con chi occupa il suo tempo alla ricerca di un mutamento possibile; il mio cuore è con loro!
La decisione di scrivere alcune cose in merito all'autogestione proviene infatti dal feroce desiderio di mutamento che dentro me si agita. Fin quando per esistere si dipenderà esclusivamente dallo scambio mercantile mutamenti reali non se ne avranno, perché fermo restando il concetto di scambio tramite compravendita resterà implicita la logica che permette lo sfruttamento ed il dominio gerarchico.
Non accorgersi che i legami più tenaci fra noi ed il reale sono di natura economica è credere che una realtà di bisogni equivalga ad una realtà di desideri. In pratica significa che non sono i mezzi che ci mancano per dare corpo ai nostri ideali bensì che sono i desideri ad essere naufragati nel trascinamento in atto.
Il mercato e la merce sono stati la corda ed il cappio di un'umanità alla ricerca di un benessere fondato sull'eventualità di un progresso stabile che permetta all'uomo il sorgere da un mondo fatto di necessità all'alba di una comodità cosmica in cui non resterà che raccogliere e gustare.
Chi si richiama all'autogestione deve sapere che in questo è racchiuso il sogno globale di una determinazione totale che non esclude nemmeno il più insignificante attimo della propria vita. Autogestione non può essere la festa/concerto in cui si ricicla le attitudini al mercantile degli antagonisti ed in cui in ultima analisi non si fa che riproporre la merce sotto altre etichette. Autogestione non è furto! Non è riappropriandosi del denaro oppure delle merci che si stabilisce la propria indipendenza da essi, così come non è la presa del potere da parte del proletariato che abolisce il potere, in tutti e due i casi è solo una ridistribuzione nera di beni che attirano e catturano la nostra decisionalità.
Autogestione non è incontrarsi criticamente e discutere sulle prospettive politiche e sociali qualche sera alla settimana e trascorrere il resto del proprio tempo dietro i meccanismi produttivi o distributivi della merce. Volendo essere eccessivi si può pensare al valore intrinseco di quelle monete che in tasca testimoniano la nostra appartenenza al mercato degli stati o meglio allo stato di mercato!
Da parte mia, per quanto può valere sto tentando di sganciarmi dal mercato e dalla sua logica rivalutando come desideri ciò che un tempo era pura necessità. Ho preferito iniziare a nutrirmi con quello che la mia attività riesce a far maturare in un circostante naturale tentando di raggiungere un grado d'indipendenza tale da consentirmi di ammiccare all'autogestione. Per alcuni è un progetto utopico nel senso deleterio che si usa appioppare al termine, per me è un progetto utopico nella sua meravigliosa accezione reale di posto al di là della conoscenza,ovvero immanifestabile nella topografia ufficiale e per questo immune dalla logica mercantile della civiltà dei rifiuti. Autogestione è un concatenamento strutturale paragonabile alla meravigliosa armonia di un corpo umano, di un animale, di una pianta...insomma l'armonia del vitale è ciò che potrebbe rappresentare l'autogestione in atto.
Così come un corpo non è gerarchicamente strutturato ma rappresenta la naturale aggregazione cellulare, l'autogestione come l'anarchia sono la naturale e spontanea organizzazione degli individui che escono alla vita come corpo sociale. Lo so è un brutto esempio, troppi ancora ritengono che alla testa ed al cervello siano affidati i compiti più delicati ma non occorre essere Menenio Agrippa per comprendere come questa visione sia sponsorizzata pompata per ottenere una similitudine pseudo gerarchica, d'altra parte se il corpo in oggetto fosse quello di un volatile forse le valutazioni muterebbero e l'autogestione sarebbe la capacità di armonia che si sprigiona da un falco in una corrente ascensionale che sale senza battere un colpo d'ala!
Spero di non aver annoiato nessuno, ma credevo legittimo indurre all'attenta considerazione del manifestarsi mercantile in un quotidiano che mercifica qualsiasi cosa possa essere oggetto di lucro, anche, e non è una novità, i sentimenti genuini dell'essere antagonista.
Turbato non poco da tutto quello che si è scritto sull'autogestione, che sembra l'ultima spiaggia del dissenso, e che nella fretta rischia la fine dell'ecologia e della libertà, ho creduto opportuno sottolineare che il fascino del termine non deve indurre all'uso scriteriato o poco appropriato per cui si banalizza alla fine per far quadrare i bilanci in rosso dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Mercato alternativo, concerto autogestito, produzione di cultura...ambiguità nascoste strisciano già a catturare le espressioni vitali dei Centri Sociali Autogestiti e mentre con la testa si attivano fantasie e memorie per mutuare immagini dell'autogestione si passeggia nel mercato, nella merce e nella compravendita aderendo alla miseria della sopravvivenza.
Per un'autogestione quotidiana del quotidiano autogestito.

Von Blumen (Bordighera)