Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 189
marzo 1992


Rivista Anarchica Online

Noi non ci saremo
di Paolo Finzi

Dunque il 5 e 6 aprile i cittadini italiani sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti politici nel Parlamento.
Francamente non vediamo in questa tornata elettorale alcuna novità sostanziale che ci spinga anche solo a ridiscutere la nostra tradizionale scelta astensionista. Le ragioni del nostro rifiuto di partecipare alla sarabanda elettorale sono infatti ben più profonde e radicate dei giochi di facciata e delle esasperate contrapposizioni tra i vari partiti, tutti uniti nello spingere i cittadini-sudditi a non disertare le urne.
Non ci interessano i Verdi, al cui movimento abbiamo guardato con attenzione e simpatia quando muoveva i primi passi e ancora non aveva scelto di stare dentro le istituzioni. Una volta imboccata la "via istituzionale", per combattere dall'interno i nemici dell'ambiente e del vero progresso, si sono omologati alle altre forze politiche, mettendosi in gara per ottenere poltrone e assessorati. Si è così andata formando spesso una profonda frattura fra la base del movimento (ed alcune associazioni ambientaliste fiancheggiatrici) ed i suoi rappresentanti, schizofrenicamente lasciati liberi di spartirsi il potere con gli altri.
Nessuna simpatia nutriamo per Rifondazione Comunista, che si vanta di essere la Vera Opposizione al sistema di potere DC. Estranei come siamo all'ideologia ed alla storia del comunismo variamente realizzato, lasciamo che altri si facciano carico della sua rifondazione. Il filone libertario (e, per dirla con Camillo Berneri, anche liberale) del socialismo nel quale riconosciamo le origini della nostra storia ci situa altrove rispetto ai vari Cossutta, Garavini, ai partitini marx-leninisti (trotzkisti compresi) che si sentono orfani di Togliatti o di Berlinguer.
Qualche nostro lettore ci ha segnalato la sua simpatia per la Rete, vissuta come un'alternativa anche etica al sistema partitocratico. Saremo dei bastian-contrari o delle insopportabili Cassandre, ma non ci crediamo. Non è in discussione la buonafede di tanti di coloro che nella Rete si impegnano (ed anche si candidano) - così come rispettiamo la tensione al cambiamento che anima numerosi sostenitori dei Verdi, di Rifondazione ed anche di altre forze politiche. Non è questo il problema centrale. Il fatto è che il Potere, con i suoi meccanismi stritolanti, non ammette deroghe alle sue leggi di funzionamento. "Lasciate ogni speranza voi che entrate" si dovrebbe leggere all'entrata della Camera e del Senato. E soprattutto dovrebbero tenerlo presente coloro che il 5-6 aprile prossimo riterranno comunque di votare, magari turandosi il naso: convinti, così, di dare il loro contributo alla causa del progresso.
"Ci sono le Leghe da battere, non è il momento delle scelte puriste". "Ma come, proprio voi volete lasciare la strada aperta alla Seconda Repubblica di Cossiga e Craxi?". "Spiegate allora che cosa serve starsene a casa e rinunciare all'arma del voto. E soprattutto spiegate, se anche sarete in milioni a non andare alle urne, che cosa cambierà". Questi e altri simili ragionamenti ci vengono ripetuti fino alla noia in queste settimane. La critica che ci viene rivolta è la stessa, da sempre: siete i soliti anarchici, quelli che per astratte ragioni ideologiche rinunciano ad incidere anche poco nella realtà. Quelli che non temono di mischiarsi ai qualunquisti pur di non stare in qualche modo con la sinistra. E via discorrendo.
Non è possibile rispondere, in questa paginetta, all'ampio ventaglio di critiche che investe l'astensionismo anarchico. Quello che ci preme innanzitutto chiarire è che il nostro astensionismo niente ha a che vedere con l'astensione di chi "se ne frega", resta a casa e basta. Il nostro rifiuto di partecipare al rito delle elezioni, funzionale soprattutto a legittimare l'attuale assetto politico-istituzionale, sottende in realtà una forte volontà di partecipazione alla vita sociale. Disertando le urne, noi vogliamo sottolineare che altri sono - dovrebbero essere - i mezzi con i quali si esprime la società civile: mezzi di azione diretta, di autogestione (o, se preferiamo, di gestione dal basso) che tendano a delegittimare il Moloch statale e la sua macchina stritolatrice delle libertà vere e dei diritti.
La sera del 6 aprile non saremo davanti alla TV a contare le astensioni, a gioire per un loro eventuale aumento. Non aderiamo ad alcun partito, nemmeno a quello "dell'astensione".